Recensione Love Guru (2008)

'The Love Guru' non si rivolge agli amanti delle commedie brillanti dall'umorismo ricercato o della comicità più raffinata, ma può soddisfare e divertire gli amanti delle parodie sfrenate e soprattutto l'ampio numero di fan di Mike Myers.

Attenti al guru

Lasciando da parte Shrek, la presenza di Mike Myers sul grande schermo è stata rara e poco incisiva negli ultimi anni, cioè dopo l'ultimo film di Austin Powers datato 2002. Da qui la voglia dell'attore di lanciare un nuovo personaggio per inaugurare un altro potenziale franchise o semplicemente riaffermarsi in ambito cinematografico senza il costume virtuale dell'orco di casa Dreamworks.
Il ruolo scelto per questo rilancio è quello di Pitka, nato in USA ma cresciuto in India da guru locali, che fa ritorno negli Stati Uniti per dedicarsi alla nobile arte del self help, sfidando il leader del campo, Deepak Chopra, ed aiutando la proprietaria dei Maple Leafs di Toronto a rimettere in carreggiata il suo giocatore più importante, Darren Roanoke, in preda a crisi sentimentale. Un ruolo, questo del guru Pitka, sviluppato da Myers nel corso di apparizioni teatrali a New York ed inserito in The Love Guru, film uscito lo scorso giugno in USA e girato in un contesto da sogno per l'attore, che ha potuto effettuare le riprese a Toronto, sua città natale, con la sua squadra di hockey del cuore, i Maple Leafs di Toronto appunto, con star del calibro di Jessica Alba, Justin Timberlake e Ben Kingsley al suo fianco e soprattutto con la libertà di gettare nella mischia ogni genere di sketch per divertire il suo pubblico.

Premesse che purtroppo non hanno condotto alla mole di divertimento che ci si sarebbe potuto aspettare, per diversi motivi: prima di tutto il film di Marco Schnabel dà una sensazione che si prova spesso quando si assiste ad un lungometraggio incentrato su personaggi preesistenti, provenienti dal mondo del cabaret o della televisione, e cioè di aver stiracchiato una serie di sketch popolari in un'ora e mezza di film; in secondo luogo, gran parte di questi momenti comici, o presunti tali, si mantiene su un livello così basso da risultare divertente per una fetta di pubblico troppo ristretta.
Se infatti la trama è, e deve essere, un pretesto per mettere insieme battute, parodie e sfottò di ogni tipo, il fallimento di The Love Guru risiede proprio nella maggior parte di queste sequenze comiche, che, tranne in alcuni casi, eccedono in semplicità ed immediatezza, sfociando non di rado in volgarità gratuite. Poco o nulla aggiungono le numerose comparse celebri, nè gli altri nomi noti del cast al valore generale del film, così incentrato sulla comicità di Myers da rendere ininfluenti anche presenze forti come quelle dei già citati Justin Timberlake e Jessica Alba.

Anche se il punto di partenza del film e delle sue prese in giro è un certo tipo di religione orientale, sembrano eccessive le proteste di molti esponenti Indù alla vigilia dell'uscita americana, perchè non sembra di cogliere cattiveria negli sfottò di Myers che inoltre spaziano in tutti i campi della cultura popolare: dal cinema di Bollywood, alla religione, a fenomeni televisivi e sportivi popolari negli Stati Uniti, niente sembra essere immune alle frecciate satiriche di Myers, che di tanto in tanto sembrano colpire il bersaglio strappando qualche sorriso allo spettatore; in particolare sono i numeri musicali a mantenere il livello più elevato, con menzione speciale per la cover di More than Words degli Extreme.

The Love Guru, quindi, non è indicato per gli amanti delle commedie brillanti dall'umorismo ricercato o della comicità più raffinata, ma può soddisfare e divertire gli amanti delle parodie sfrenate e soprattutto l'ampio numero di fan di Mike Myers.

Movieplayer.it

2.0/5