Recensione Quando tutto cambia (2007)

Questo bizzarro piccolo film sfiora a tratti il surreale, soprattutto per la serie incredibile di sventure che la protagonista è costretta ad affrontare, e mostra qualche forzatura a livello di sceneggiatura, ma è dotato a tratti di una sagacia e di una delicatezza fuori dal comune.

Maternità a tutti i costi

Quando nella vita pensiamo di aver toccato il fondo ecco che qualcosa o qualcuno ce la sconvolge del tutto cambiandola radicalmente. Di questo si parla in Quando tutto cambia, in originale Then She Found Me ("poi lei mi trovò"), il primo film da regista del premio Oscar Helen Hunt (vinto nel 1998 in coppia con Jack Nicholson per Qualcosa è cambiato) che torna sul grande schermo nel triplo ruolo di attrice, sceneggiatrice e regista con un dramma familiare a metà strada tra tragedia e commedia.
Nel film la Hunt è April Epner, un'insegnante elementare di quasi quarant'anni cresciuta in una famiglia adottiva di origini ebree. Si è sposata tardi con un uomo molto infantile e volubile ed è ossessionata dal desiderio di diventare mamma. Il suo sogno di maternità si infrange definitivamente quando il marito la lascia circa un anno dopo, da un giorno all'altro, confessandole di essersi sbagliato sui suoi sentimenti. Il tutto pochi giorni prima della morte della sua madre adottiva. Il mondo di April è in mille pezzi, ma dopo tanti distacchi per lei arriva finalmente anche qualche incontro: quello con Frank, un affascinante papà neodivorziato dai nervi un po' troppo tesi, e quello con la donna che dice di essere la sua vera madre, un'eccentrica e invadente conduttrice televisiva che piomberà nella sua vita decisa a riparare l'errore commesso quarant'anni prima in nome della carriera.

Tratto dall'omonimo romanzo di Elinor Lipman, questo bizzarro piccolo film indipendente sfiora a tratti il surreale, soprattutto per la serie incredibile di sventure consequenziali che la protagonista è costretta ad affrontare, mostra qualche forzatura a livello di sceneggiatura, ma è dotato a tratti di una sagacia e di una delicatezza fuori dal comune. D'altronde il tema della maternità merita tutte le attenzioni del caso, sia che esso venga osservato dal punto di vista femminile che da quello maschile. Se infatti da un lato la protagonista è ossessionata da una gravidanza che non arriva e dai rintocchi implacabili del suo orologio biologico, dall'altro ha vissuto sulla propria pelle l'esperienza dell'adozione crescendo in una famiglia unita e piena di affetto che con la morte della madre si è ormai disgregata. E' qui che entra in scena un'altra madre, quella naturale, in cerca di riscatto e di perdono per averla abbandonata, ma incapace di essere sincera fino in fondo, una donna grintosa e sopra le righe cui Bette Midler riesce a conferire le giuste tinte forti senza lesinare tenerezza e calore umano. I maschietti se la cavano decisamente peggio, non tanto l'affascinante e nevrotico papà a tempo pieno (un adorabile Colin Firth), quanto il babbeo Ben, che ha il volto bambinesco e spaesato di Matthew Broderick, un irritante marito mammone troppo figlio per poter diventare marito e padre.

Nonostante ci fossero le premesse e il cast giusto per un dramma sentimental-familiare di grande spessore, Quando tutto cambia rimane troppo in bilico tra due generi senza mai pendere dall'una o dall'altra parte e indissolubilmente legato alle sorti del personaggio protagonista senza riuscire a collegare in maniera corale alla sua storia quelle di tutti gli altri personaggi, tenuti ingiustamente in disparte o solo accennati. Seppur interessante dal punto di vista introspettivo il film appare più come il pilot di un serial-tv che un film vero e proprio, forse per l'eccessiva quantità di carne messa al fuoco o forse per via di una sceneggiatura a tratti prevedibile che lascia molti nodi irrisolti. Brava Helen Hunt, ma più dietro la macchina da presa che davanti. Tanti i buoni momenti di comicità disseminati qui e là nella storia che contribuiscono a rendere scorrevole la visione in un crescendo di lacrime e risate che culmina nella rassicurante scena finale, immagini straordinarie capaci di intenerire anche il cuore più arido.

Movieplayer.it

2.0/5