Recensione Asterix e i Vichinghi (2006)

Il film rappresenta un'efficace operazione di restyling delle avventure di Asterix e Obelix, che ne attualizza temi e contenuti nel rispetto della storica fisionomia dei personaggi e dello spirito originario del fumetto.

Asterix e la paura che fa novanta

Dopo aver riscosso un grande successo di pubblico in Francia esce anche sui nostri schermi Asterix e i Vichinghi, presentato già in anteprima a molti festival d'animazione e non, tra cui anche il Future Film Festival 2007 di Bologna.

Ottavo episodio cinematografico delle avventure di Asterix e Obelix, il film diretto da Stefan Fjeldmark (già co-regista di Terkel, proiettato sempre alla vetrina bolognese dell'animazione e degli effetti speciale del FFF) e Jesper Møller, è una coproduzione tra l'emittente privata francese M6 e la danese A-Film (importante studio d'animazione scandinavo) ispirata all'album di fumetti Asterix e i Normanni creato da René Goscinnye Albert Uderzo.
In questa nuova avventura, il piccolo ma arguto Asterix e il goloso e simpatico Obelix sono impegnati nell'ardua missione di addestrare e vegliare su Spaccaossix, nipote del capo del villaggio Abraracourcix venuto da Parigi. Magrissimo e debole, vegetariano e amante della musica e del ballo, il giovane non sembra decisamente portato a intraprendere una carriera militare e di comando, ma non può sottrarsi ai duri allenamenti a cui lo sottopongono i due protagonisti, che temono l'ira del padre di Spaccaossix nell'eventualità di un loro fallimento con il figlio. A inguaiare ancora di più Asterix e Obelix, ci pensa la tribù vichinga guidata da Olaf Grandibaf che, sulla base delle fantomatiche predizioni del viscido Criptograf, è convinto di dover trovare il più pauroso tra i Galli per poter imparare l'arte del volo, sulla base del detto che La paura mette le ali. L'assunto comico del film risiede proprio in questa espressione che viene presa alla lettera dai Vichinghi, i quali credono che il giorno in cui scopriranno la paura potranno sfruttarla per conquistare il dominio del cielo. Grandibaf, che ignora il piano machiavellico di Criptograf, deciso a succedergli al potere architettando le nozze di suo figlio - il tonto Mazzaf - con la figlia del capo - Abba - una volta sbarcato in Gallia fa rapire Spaccaossix per condurlo nelle sue terre al Nord.
Così, mentre Asterix e Obelix dovranno inseguire i Vichinghi per liberare il loro protetto, Spaccaossix avrà modo di conoscere e di innamorarsi di Abba, l'indipendente ed emancipata figlia di Olaf Grandibaf che si ribella al volere del padre che la vuole rinchiusa in casa.

Il film rappresenta un'efficace operazione di restyling delle avventure di Asterix e Obelix, che ne attualizza temi e contenuti attraverso l'introduzione del personaggio del giovane Spaccaossix, tramite di identificazione per gli adolescenti e gli adulti, e l'impiego del computer per gli effetti visivi (che va a integrare le tecniche di animazione tradizionale), pur nel rispetto della storica fisionomia dei personaggi, realistica e improntata alla semplificazione, e dello spirito originario del fumetto. Il tutto con strizzate d'occhio continue alla realtà contemporanea (la colomba di Spaccaossix di nome SMS che invia messaggi digitandoli con il becco, la figlia del capo vichingo che si chiama Abba come il gruppo svedese). Con quattro anni di lavorazione alle spalle, un budget di 22 milioni di euro, 1300 diverse inquadrature e oltre 100.000 disegni, Asterix e i Vichinghi è un prodotto d'animazione che mira a conquistare il mercato non solo europeo ma anche internazionale, utilizzando anche come viatico la canzone finale del lungometraggio Tous les secrets cantata da un'artista conosciuta in tutto il mondo come Céline Dion.