Cinema Cafè

Incontro con Luca (Bizzarri) e Paolo (Kesissoglu), mattatori del piccolo schermo che sbarcano, per la terza volta, nelle sale, con una commedia thriller tratta da una storia vera.

Incontriamo in una calda primavera romana Giovanni La Pàrola, regista del film E se domani, Beppe Baschetto, il produttore, e gli interpreti Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu. Mentre con i primi due si discute di cinema e affini, per Luca e Paolo è un continuo di battute e di gag, molte delle quali impossibili a trascriversi.

Come si fa ad ottenere i diritti di una canzone di Mina ("E se domani" ndr)? E' pensabile vedere Luca e Paolo "scoppiati"? Beppe Baschetto: Per le musiche è stato molto più facile di quanto credessimo. Sono stati disponibilissimi. Io sono l'agente di Luca e di Paolo, e ho ricevuto molte proposte sia per l'uno che per l'altro da solisti. Devono decidere loro, di volta in volta, ma io personalmente sono contrarissimo a un'ipotesi del genere, sono una coppia solidissima.

Luca: Se trovo uno più bravo di Paolo faccio un film con lui!

Il film è tratto da un fatto reale. Quali sono le differenze tra la cronaca e il film? Giovanni La Pàrola: Noi abbiamo puntato decisamente sul lato sentimentale della vicenda. Il personaggio vero voleva realmente tornare in carcere dai domiciliari perché la donna per la quale aveva compiuto la rapina lo cornificava continuamente, non ne poteva più. Il film punta tutto su questa storia d'amore, sul lato passionale.

Come mai questa scelta musicale molto anni '60? Giovanni La Pàrola: Volevamo creare una certa suggestione che facesse concentrare lo spettatore solamente sui personaggi, senza dare particolari riferimenti o appigli spazio-temporali. Abbiamo preferito, anche attraverso un certo uso delle musiche, una forte stilizzazione del tutto.

Come avete lavorato sui personaggi? Paolo: Io penso che si possa interpretare benissimo un personaggio senza far affezionare particolarmente il pubblico. Il mio è un personaggio tirchio nell'animo, nei sentimenti, oltre che per quanto riguarda i soldi. E' incapace di vivere ciò che ha. Non saprei proprio dire che tecnica o che approccio abbia usato. Posso dire che gli ho costruito tutta una serie di piccoli tic che nel film si notano bene.

Luca: A me piace moltissimo che alla fine del film io non paghi l'avvocato, mentre nella vita non capita mai. E il bello è che in più l'avvocato è Paolo! Nemmeno in "E allora mambo!" lo pagavo, e anche lì era sempre Paolo...

Che momento è questo per la produzione di film italiani? Beppe Caschetto: Sono convinto che il cinema in Italia non debba essere solo una questione romana. A Bologna abbiamo un grandissimo materiale umano e culturale per fare film, basti pensare all'Università o alla Cineteca. Noi abbiamo chiesto un aiuto a Mediaset che ha sposato appieno il progetto, senza nessuna intrusione, e ha coinvolto Medusa. Avevo voglia poi di fare un film con una coppia come Luca e Paolo. Il problema oggi non è tanto produttivo, ma di distribuzione, di collocazione distributiva. I distributori oggi hanno moltissima diffidenza verso il cinema italiano.

Se foste stati presenta al faccia a faccia tra i due leader, che domanda avreste fatto? Luca: Beh ma questa è la campagna elettorale in cui nessuno ha fatto domande. La prima domanda sarebbe stata se potevo fare una domanda...

Paolo: Io giusto l'altro giorno stavo vedendo Porta a Porta. In effetti non si capisce bene che cosa dicano, si parlano un po' addosso. La loro preoccupazione è solo quella di convicere gli elettori a votare, non si pongono all'interno di un dialogo. Per cui, almeno noi, non capiamo bene cosa dicano.

Luca: Ma che eravamo dei "coglioni" lo sapevamo già...