Una spia tra noi, la recensione: una storia di spie che è una storia d'amicizia

Damian Lewis e Guy Pearce guidano un cast molto british per una miniserie torbida e spionistica basata sul romanzo e sulla storia vera che hanno scioccato l'opinione pubblica. Dal 17 luglio su Sky Atlantic e NOW.

Una spia tra noi, la recensione: una storia di spie che è una storia d'amicizia

Le spy story funzionano moltissimo dall'alba dei tempi e ancora di più oggi che viviamo in un periodo pieno di sospetto. Se la spy story in questione poi si basa su una storia vera, si è fatto l'en plein. Se la storia vera di cui si parla è anche il racconto di una grande amicizia in cui c'è stato un tradimento, allora ci sono tutti gli elementi per qualcosa di imperdibile. Come spiegheremo nella recensione di Una spia tra noi - Un amico leale fedele al nemico, dal 17 luglio su Sky Atlantic e NOW con appuntamento settimanale, la nuova miniserie in sei episodi racchiude tutte caratteristiche. Una narrazione piena di british humour con due mattatori d'eccezione è ciò che è stato scelto per portare sul (piccolo) schermo il romanzo best seller del New York Times di Ben Macintyre A Spy among Friends: Kim Philby and the Great Betrayal che raccontava una storia vera che scioccò l'opinione pubblica inglese e mondiale.

Tradimento

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Una spia tra noi: una scena

La storia vera di Kim Philby colpì perché metteva in discussione gli equilibri internazionali, non solo tra Regno Unito e Russia ma anche con gli Stati Uniti e il resto del globo, in una sorta di effetto farfalla senza soluzione di continuità. Messa in mano a un esperto di storie spionistiche come il produttore e sceneggiatore di Homeland Alex Cary, la miniserie fa ritrovare l'autore con l'ex protagonista del drama di Showtime Damian Lewis, che tornerà anche in Billions per l'ultima stagione e che qui presta volto e corpo a una delle due personalità coinvolte nel caso, Nicholas Elliott. L'uomo, dopo 23 anni di amicizia, scopre che Kim Philby (Guy Pearce, già visto in tv in Mildred Pierce e Omicidio a Easttown) aveva lavorato per tutto il tempo segretamente per il KGB, facendo il doppiogioco, ed ora era pronto a disertare. È proprio il loro rapporto quello messo al centro della scena e sviscerato in tutte le sue sfaccettature, attraverso una sorta di seduta psicanalitica in cui è la parola a farla da padrona. Attraverso la registrazione del suo interrogatorio a Beirut all'amico che misteriosamente ha portato alla fuga di quest'ultimo.

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Amicizia

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Una spia tra noi: una scena

La miniserie Una spia tra noi ci tiene da subito a precisare, tramite un disclaimer iniziale, che il suo racconto prende ispirazione dal romanzo originario non seguendolo pedissequamente ma prendendosi delle libertà creative a partire dalla creazione di interi personaggi. Uno di questi è forse il più riuscito accanto ai due protagonisti, Lily Thomas (interpretata ottimamente da Anna Maxwell Martin), una donna dell'MI5 incaricata di interrogare a propria volta Elliott per capire se e quanto abbia aiutato l'ex amico a scappare da Beirut, dato il coinvolgimento del loro rapporto. È una miniserie di passi a due e di relazioni, messe al microscopio per i membri dell'intelligence in ascolto così come per gli spettatori. Il montaggio dei vari dialoghi e interrogatori a volte risulta un po' faticoso perché continua ad andare avanti ed indietro nel tempo, mettendo a dura prova la concentrazione del pubblico più smaliziato sul susseguirsi degli eventi e soprattutto su cause ed effetti del comportamento dei protagonisti.

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Lealtà

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Una spia tra noi: una scena

I temi al centro della miniserie sono ovviamente quelli della lealtà e della fiducia, speculari del tradimento al centro della storia vera non solo verso un Paese ma verso un'amicizia ventennale, di cui scopriamo man mano tutte le fasi che hanno portato alla rivelazione e a quei fatidici quattro giorni a Beirut che sembrano aver cambiato tutto per l'intelligence non solo britannica ma addirittura mondiale. Rapporti delicatissimi e pieni di colpi di scena che però non usano l'azione e gli inseguimenti, bensì prediligono le registrazioni, le testimonianze, le conversazioni. Un'interessante variazione sul tema che funziona grazie al carisma dei propri protagonisti, Guy Pierce e Damian Lewis (quest'ultimo ricorda l'incertezza continua che mostrava il suo Nicholas Brody), e vuole riflettere su quanto un'amicizia possa condizionare una vita intera.

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Una spia tra noi: una scena

La fotografia scura e acre utilizzata rende tutto il racconto non tanto e non solo un omaggio al noir ma soprattutto un continuo giocare con le certezze dello spettatore su quanto sta vedendo e soprattutto ascoltando: da che parte stanno i protagonisti e quanto il loro rapporto ha pesato sul loro lavoro? Di chi possiamo davvero fidarci? Da Billions Lewis ritrova Stephen Kunken che qui interpreta il paranoico agente della CIA James Jesus Angleton. Contraltare perfetto per i personaggi maschili è la signora Thomas di Anna Maxwell Martin, che dipinge non le solite mogli ignare e innocue delle spie di quel tempo ma un'agente che è anche una moglie e vorrebbe far convivere i due aspetti principali della sua vita. Perché privato e professionale faticano a coesistere, soprattutto nel mondo spionistico. E questa miniserie centra proprio questa dicotomia.

Conclusioni

Alla fine della recensione di Una spia tra noi - Un amico leale fedele al nemico lodiamo l’aver proposto una variazione sul tema della spy story basando tutto sui dialoghi piuttosto che sull’azione, nonostante il ritmo compassato non sia per tutti i palati spionistici. Damian Lewis e Guy Pierce sono perfetti insieme come amici traditi e fidati allo stesso tempo, Anna Maxwell Martin funziona come controparte femminile e ben emerge il discorso generale delle conseguenze sull'intelligence mondiale a partire da un unico tradimento.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Una spy story tutta improntata sulla parola come una seduta psicanalitica.
  • Il carisma dei due protagonisti.
  • Il personaggio della signora Thomas.
  • La fotografia che testimonia il costante carattere incerto dei personaggi.

Cosa non va

  • Il ritmo compassato e il montaggio che propongono una cronologia non sempre facile da seguire degli eventi.