Them: The Scare, la recensione: l’horror diventa crime ma non tradisce le proprie origini

La recensione di Them: The Scare (Loro: La Paura), la seconda stagione della serie horror che aveva inquietato e sorpreso tutti nel 2021 e torna dal 25 aprile su Prime Video pronta a catturare le vostre paure più recondite ancora una volta.

Them: The Scare, la recensione: l’horror diventa crime ma non tradisce le proprie origini

La paura è il dolore che sorge dall'anticipazione del Male.

Prima c'è stato Jordan Peele con la sua trilogia Get Out - Us - Nope, tra l'orrore del razzismo e l'attualità. Poi è arrivata Misha Green e la sua serialità di Lovecraft Country. In seguito Donald Glover con Atlanta (le ultime stagioni hanno degli episodi davvero horror) e la disturbante Sciame. Nel 2021, in mezzo al caos della pandemia, è approdata come un fulmine a ciel sereno su Prime Video Them (in italiano successivamente ribattezzata Loro), la serie creata da Little Marvin che voleva parlare di razzismo negli Stati Uniti in modo ancora diverso e nuovo: una storia di ieri che fosse un monito per il domani. Tre anni dopo arriviamo alla recensione di Them: The Scare, la seconda stagione della serie annunciata altrettanto a sorpresa dal 25 aprile interamente su Prime Video, che si conferma un gioiellino di genere nella serialità contemporanea.

La Paura

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Them: una scena con Deborah Ayorinde

Il titolo originale di questa seconda stagione, è Them: The Scare, quindi la traduzione letterale sarebbe "lo spavento" piuttosto che "la paura" e questo ovviamente si adatta perfettamente alla trama dei nuovi otto episodi. Dal 1952 e dal quartiere residenziale di Compton rimaniamo a Los Angeles ma ci spostiamo più avanti, nel 1991, quando la detective Dawn Reeve (ancora Deborah Ayorinde ma in un ruolo diverso dal ciclo inaugurale) viene chiamata su una scena del crimine particolarmente violenta, tanto che i poliziotti presenti sono alquanto scossi. Il caso è quello di una madre affidataria in una casa famiglia, uccisa in modo davvero disturbante e contorto, senza apparenti spiegazioni logiche. La donna diventerà ossessionata da quel caso, a cui se ne aggiungeranno altri millantando un possibile serial killer nella Città degli Angeli di quegli anni, già scossa dai tumulti tra bianchi e neri, polizia e criminalità, mentre parallelamente viene raccontata la storia di Edmond (un inquietante e talentuoso Luke James), un commesso con evidenti problemi mentali. La verità, però, sarà molto più imprevedibile e indicibile di quanto chiunque potesse immaginare.

Them, la recensione: la serie Prime Video che porta l'orrore nei vicinati perfetti dell'America anni Cinquanta

Loro

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Them: Luke James inquietante nella stagione 2

Co-prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios e creata da Little Marvin, Them: The Scare aggiunge un tassello importante nella serialità horror che vuole parlare di razzismo e discriminazione sotto svariate forme e a diversi livelli, psicologici oltre che fisici dopo quanto fatto dalla prima stagione, ribattezzata col sottotitolo Covenant. Le nuove puntate si confermano altrettanto inquietanti e disturbanti: nessuna pornografia del dolore, ma sequenze che tramite stralci, sguardi, illuminazioni particolari riescono a restituire le paure, anzi i terrori più reconditi dell'animo umano. Proprio come Baby Reindeer, sulla bocca di tutti in queste settimane, la serie Prime Video ci ricorda le conseguenze possibili dei traumi subiti. Siamo ciò che siamo in seguito al nostro vissuto, positivo o negativo, sereno o traumatico che sia, e le scelte dei nostri genitori plasmano ciò che diventiamo da adulti, nel bene e soprattutto nel Male.

Una stagione più terrena?

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Them 2: un'inquietante una scena della seconda stagione

Dalle premesse di Loro: La Paura, sembra che la serie sia diventata più terrena nella seconda stagione, utilizzando (true) crime e serial killer tanto di moda in questi anni per parlare dell'orrore più puro, che spesso nasce da qualcosa di estremamente umano. Eppure, nonostante questa svolta che si rivela una diretta conseguenza del primo racconto, non tradisce le proprie origini e rimane a muoversi tra i meandri del soprannaturale, soprattutto quello della comunità black cristiana, estremamente potente e sentito, giocando diabolicamente con lo spettatore tra i due mondi, come fatto anche di recente in True Detective: Night Country (guarda caso un'altra nuova stagione di una serie con un sottotitolo).

Jordan Peele e Donald Glover: orrore e commedia per raccontare l'America black oggi

Una regia sopraffina

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Them: The Scare: Joshua J. Williams in una sequenza horror

Tutta la messa in scena di Them: The Scare è capace di creare un nuovo ulteriore immaginario horror dopo la prima stagione. Regia, fotografia, montaggio, colonna sonora, utilizzo delle luci e delle inquadrature: tutto è volto a smuovere il pubblico a casa ben oltre i canonici jump scare; si tratta piuttosto di un terrore che proviene da dentro e viene fatto uscire a forza. Il ritmo è incalzante, complice la durata breve degli episodi (una quarantina di minuti l'uno, anche a dispetto della prima stagione), confermando il cambio di tono e di genere (dall'horror puro e familiare al crime, dalla casa infestata al caso poliziesco) senza però tradirne le basi. Basti pensare che l'ultimo emozionante episodio della stagione è diretto da Ti West, altro nome che si è fatto notare negli ultimi anni al cinema grazie alla trilogia X: A Sexy Horror Story - Pearl - MaXXXine. Se non è un ottimo biglietto da visita questo, che altro serve per convincervi a precipitarvi a vedere la serie?

Conclusioni

A conclusione della recensione di Them: The Scare (Loro: La Paura) confermiamo l’ottimo lavoro fatto da Little Marvin nel decidere di continuare e portare avanti il proprio progetto horror sul razzismo con uno stile unico e originale su Prime Video. I nuovi episodi, complice la durata, il ritmo sostenuto e la cura alla sceneggiatura e alla regia non lasciano scampo allo spettatore, andando ad indagare gli angoli più bui della psicologia umana, e di come la nostra infanzia ci segni indelebilmente, spesso senza che ce ne rendiamo conto, nella nostra vita da adulti. Un cast incredibilmente in parte per una storia dell’orrore disturbante ed inquietante da aggiungere agli annali della serialità.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Il cast, a partire dalla conferma Deborah Ayorinde e dalla novità Luke James.
  • Regia, fotografia, montaggio e colonna sonora, nulla della messa in scena è lasciato al caso.
  • La tematica dei traumi infantili.
  • La durata degli episodi che contribuisce a mantenere una tensione costante.

Cosa non va

  • La svolta crime potrebbe fermare chi cerca l’horror puro della prima stagione, ma non lasciatevi ingannare.