A diciassette anni volevo essere David Lynch. Anno di grazia 1991, quarta liceo scientifico (sono del 1973), in tivù arrivava Twin Peaks e al cinema Cuore selvaggio. Allora provo a scrivere un soggetto coinvolgendo i compagni di liceo, ma mi accorgo che sembra Sotto il vestito niente. Qualche anno dopo, al Teatro Comunale di Monfalcone, vedo Pulp Fiction di Quentin Tarantino. Pian piano capisco che il cinema va lasciato fare ai grandi autori, ma magari di questi grandi si può scrivere. Poi, se dopo che anche una tesi in scienze politiche riesci a incentrarla sul cinema, ti capita di conoscere persone come Maurizio Porro, Gianni Canova ed Ezio Alberione, e di ascoltare i loro consigli, capisci che scrivere di cinema diventa ancora più appassionante. In questi anni ho scritto anche di comunicazione e marketing, di sociale, di musica rock, su periodici e on line, mi sono occupato di comunicazione e di social media. E poi, finalmente, Movieplayer.it.

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