Remake serie TV: La televisione guarda sè stessa

Da Beverly Hills a 90210, da Visitors a V, da Supercar a Knight Rider: la televisione attinge a sè stessa e si riproduce all'infinito.

Che si tratti di cinema o TV, il rifacimento è una tecnica ormai collaudata della macchina produttiva americana; che siano veri e propri remake o spin-off e rip-off, la televisione si è resa da sempre protagonista di questa interconnessione tra produzioni che le ha permesso di attingere a sè stessa in modo più o meno diretto, più o meno creativo e più o meno efficace: se da una parte si tirava fuori Robin Williams ed il personaggio di Mork da Happy Days per dargli una propria dignità autonoma e totalmente diversa dalla serie di partenza in Mork & Mindy, dall'altra Charlotte Rae portava la sua governante Edna Garret dalla prima stagione de Arnold nella nuova L'albero delle mele; allo stesso modo l'ultimo decennio è stato un fiorire di spin-off investigativi, dai vari CSI ai Law & Order, che possiamo considerare alla stregua di veri e propri rifacimenti con nuova ambientazione e nuovi personaggi ed un'attenzione relativamente ai casi trattati e un'atmosfera leggermente diverse dalla serie d'origine.
La televisione ha quindi iniziato a fagocitare sè stessa, attingendo a temi già trattati, rielaborandoli, riadattandoli, attualizzandoli e ridefinendoli, creando veri e propri filoni che hanno nel rifacimenti diretto soltanto la punta dell'iceberg.
Le modalità produttive e narrative della televisione, le maggiori e più ampie possibilità dal punto di vista narrativo che la realizzazione di una serie TV offre rispetto ad un film one shot, rendono il concetto di remake molto elastico, i cui confini si estendono sovente nel regno degli spin-off e che assumono a volte la forma del seguito, piuttosto che del mero rifacimento.

E' per esempio il caso di 90210, versione in chiave moderna dell'ormai storico Beverly Hills, 90210 di Darren Star. La nuova serie, sviluppata inizialmente da Rob Thomas, poi affiancato da Gabe Sachs e Jeff Judah che hanno portato avanti il progetto fino all'arrivo nello staff creativo di Rebecca Rand Sinclair, riprende i temi dell'originale, portando una nuova famiglia nel glamour della città californiana, ma con effetti ed intenti molto diversi dall'originale: se i Walsh venivano dal Minnesota e dovevano affrontare le difficoltà di adattarsi ad un ambiente e soprattutto uno stile di vita completamente diverso da quello a cui erano abituati, i Wilson, provenienti dal Kansas, non erano del tutto nuovi alla vita di Beverly Hills e la loro integrazione procede con tempi molto diversi. Da questo punto di vista, la serie perde uno dei punti di forza e motivi di interesse principali dell'originale, ovvero la sua capacità di mostrarci la vita di Beverly Hills filtrata attraverso gli occhi normali dei Walsh. Il nuovo 90210, però, è ambientato nella stessa Beverly Hills dell'originale, nello stesso universo narrativo, ma nel presente, e questo permette agli autori di riprendere alcuni dei personaggi storici, da Kelly Taylor (Jennie Garth) a Brenda Walsh (Shannen Doherty), passando per Donna Martin (Tori Spelling), dando continuità alle due serie separate da quasi venti anni di distanza e permettendoci di usare la definizione di sequel a cui abbiamo accennato.
Perso l'iniziale motivo di interesse di guardare il mondo di Beverly Hills dall'esterno, il nuovo 90210 finisce per essere un teen drama eccessivo e ben confezionato, ma che, almeno fino al termine della prima stagione, poco aggiunge a quanto già detto nel genere da suoi predecessori, non per ultimo The O.C.. Alcuni segnali negli ultimi episodi, dovuti probabilmente all'esperienza della Sinclair nello sviluppo dei personaggi, ci fanno ben sperare per la prossima stagione, anche in vista dell'arrivo sullo stesso network, la CW, di un altro remake storico di cui si parla da diversi mesi: Melrose Place.
Anch'essa creata da Darren Star, la serie originale debuttò sulla Fox nel 1992 e continuò ad andare in onda per sette stagioni fino al 1999; nacque come spin-off del Beverly Hills originale, introducendo il personaggio di Jake Hanson nel finale della seconda stagione come interesse sentimentale per Kelly ed usando alcuni personaggi della serie di partenza, ormai rodata ed amata dal pubblico, per presentare i nuovi personaggi e la nuova serie. La storyline comune, e quindi i cross-over tra le due serie, durarono solo alcuni episodi, necessari soltanto al lancio della nuova creatura, ma è un chiaro esempio di una tecnica usata non di rado nell'ambiente, sia in USA con i vari CSI, sia anche in Europa per l'accoppiata Doctor Who/Torchwood, con il personaggio di Capitan Jack Harkness presentato al pubblico nel corso delle avventure del celebre Dottore.
Una tecnica che, però, non sembra sarà sfruttata nel caso del nuovo Melrose Place, perchè al momento nessuno dei personaggi è stato esplicitamente mostrato nel corso degli episodi di 90210, ma non ci sentiamo di escludere cross-over per il futuro, soprattutto che coinvolgano i personaggi più maturi della serie, dal professor Matthews interpretato da Ryan Eggold fino alla stessa Kelly che ancora una volta potrebbe essere sfruttata a questo scopo.

La stagione appena conclusa, però, ha visto anche due nuovi esponenti di un altro filone consolidato del mondo dei remake: quello dei rifacimenti di serie inglesi. Si tratta di una lista lunga, popolata soprattutto da sit-com e da serie la cui fortuna è stata alterna: se da una parte troviamo show popolari come Queer as Folk o The Office, la seconda giunta addirittura alla sesta stagione in onda il prossimo anno e premiata con diversi riconoscimenti prestigiosi, numerosi sono anche i tentativi totalmente falliti o andati avanti per poco tempo con ascolti non esaltanti, come Life is Wild, Viva Laghlin!, The IT Crowd, fino ai recenti Eleventh Hour e Life on Mars, messi in onda, come accennato, per tutta la stagione appena conclusa senza riuscire a conquistare una fetta ragguardevole di spettatori.

Un peccato soprattutto per Life on Mars, straordinaria nella sua versione originale creata da Matthew Graham, Tony Jordan ed Ashley Pharoah (del quale vi segnaliamo una interessante intervista), ma discreta anche nel suo remake USA, di buon livello nella ricostruzione storica degli anni '70 in cui il protagonista Sam Tyler resta intrappolato, ma con il sensibile difetto di non riuscire a focalizzare la trama principale dello show, a differenza della controparte inglese, più compatta (due stagioni da otto episodi l'una, al contrario dei 17 della prima annata americana) e diretta.
Diverso il caso di Eleventh Hour che ad una qualità non esaltante ha dovuto aggiungere la rivalità di una serie tematicamente non dissimile come Fringe, andata in onda in parallelo su Fox.
Il fruttuoso legame tra USA ed UK, però, ha di recente visto anche una serie fare il percorso inverso ed approdare in una produzione inglese da un originale americano: Law & Order UK, in onda dallo scorso febbraio e con protagonista Jamie Bamber.
Ma i remake da produzioni estere non si limitano ad attingere solo alla Gran Bretagna e ne è riprova una serie che da alcune stagioni conferma il suo successo sulla ABC ed anche nel nostro paese: Ugly Betty. La serie con America Ferrera, che ha ottenuto anche importanti riconoscimenti ai Golden Globes ed agli Emmy, deriva infatti dalla colombiana Yo soy Betta, la fea, andata in onda dal 1999 al 2001.

Inoltre, gli ultimi anni ci hanno dimostrato che si può attingere al passato rinnovandosi e migliorandosi. La riprova di ciò è stata Battlestar Galactica, nata nel 2003 come mini-serie tratta dall'originale del 1978 e poi andata avanti con una profondità, complessità e maturità che ci dimostra come lo stesso spunto, nella mani giuste e competenti, e quelle di Ronald D. Moore lo sono state, possa condurre a risultati molto diversi. Battlestar Galactica ci ha lasciati dopo quattro intensi anni di ricchezza narrativa e visiva, ma ci offre un ulteriore spunto da aggiungere a questa nostra riflessione: il prequel Caprica che, dopo un buon pilot pubblicato in homevideo ad aprile, vedrà la luce ad inizio 2010 su Sci-Fi Channel.
Purtroppo le scorse stagioni hanno visto anche altri esempi di remake dal passato dal risultato diametralmente opposto: Bionic Woman, nuova versione della serie classica La donnia bionica, chiusa dopo soli 8 episodi dalla NBC, e Knight Rider, rifacimento in chiave moderna di Supercar e chiuso dalla stessa NBC dopo soli 17 episodi.
E' evidente che il network del gruppo Universal ha avuto di recente i suoi punti di forza in altri tipi di produzioni.
Lasciateci sperare, invece, che la ABC dopo il mezzo passo falso fatto con Life on Mars abbia maggior fortuna il prossimo anno con un altro, ennesimo rifacimento, questa volta di una serie a cui chi scrive è molto legato: V-Visitors. V - The Series vedrà la luce ad inizio 2010 e dalle prime immagini, che riportiamo a chiusura di questo articolo, sembra promettere bene anche grazie ad un cast che appare ben assortito e che comprende Elizabeth Mitchell, Joel Gretsch e Scott Wolf, volti noti agli spettatori dei telefilm per essere stati rispettivamente in Lost, 4400 ed Everwood.
V e Melrose Place sono quindi solo i prossimi esponenti di un settore che si conferma molto attivo e che nei prossimi anni ci riserverà sicuramente tantissime altre sorprese.