Brit Marling: "Non voglio interpretare Donne Forti, smettiamola di annientare la femminilità"

L'attrice e sceneggiatrice Brit Marling ha spiegato perché è stanca di recitare la parte della 'donna forte' e spera in una rappresentazione migliore delle donne.

Brit Marling è intervenuta tra le pagine del New York Times per dichiarare di essere stanca che vengano offerte alle attrici come lei i ruoli da Donna Forte Protagonista, chiedendo che vengano create delle parti più ricche di sfumature.

L'intervento della creatrice di The OA inizia ricordando che si era trasferita a Los Angeles all'età di 24 anni e che le venivano offerte delle parti poco interessanti: "Dopo un po' è diventato difficile capire se la fonte più grande della mia depressione fosse che non potessi ottenere una parte in un film horror in cui avevo tre battute e morivo nella quarta pagina dello script o il fatto che stessi facendo audizioni per quei ruoli". Brit Marling ha quindi svelato che la madre le aveva persino suggerito di rifarsi il seno per andare incontro ai canoni estetici richiesti a Hollywood: "Ma il mondo della recitazione non mi aveva attirata perché volevo essere desiderata. Volevo recitare perché sentivo che mi permetteva di essere la persona completa e soddisfatta che ricordavo di essere stata nella mia infanzia: una persona che poteva immaginare liberamente, ascoltare profondamente e provare emozioni con tutto il cuore. Ho continuato a fare audizioni e ho continuato a fallire. La mia depressione è diventata più profonda. La mia autostima è crollata". La situazione era inoltre complicata da un fidanzato che si ubriacava, aveva atteggiamenti violenti e problemi legati al suo passato: "Dopo un giorno in cui ero fuggita da uomini con le motoseghe nelle stanze delle audizioni e una notte in cui ero fuggita dall'uomo con cui condividevo un letto, ho deciso che avrei smesso di fare provini. Sentivo che dovevo scrivere la mia via di uscita da questi ruoli o non avrei mai trovato il mio posto nemmeno nel mondo reale. Non potevo essere ciò che non vedevo sullo schermo. Sono andata in biblioteca e ho iniziato a leggere libri e vedere film su come scrivere film drammatici".

Arbitrage: la bellissima Brit Marling in una scena del film
Arbitrage: la bellissima Brit Marling in una scena del film

La giovane ha apprezzato parti come quelle di Jodie Foster in Il silenzio degli innocenti o di Holly Hunter nel film di Jane Campion, ma si è ben presto resa conto che il numero di storie in cui le donne venivano uccise era molto alto, quasi come fosse difficile immaginare un mondo in cui delle donne libere potessero esistere senza delle conseguenze brutali.
Brit ha quindi ricordato: "Viviamo in un mondo che è un riflesso diretto di quelle storie che stiamo raccontando. Quasi quattro donne ogni giorno vengono uccise in America per mano dei loro partner o dei loro ex. Una donna su quattro in America è stata vittima di stupro. Io sono una di quelle donne su quattro. Ciò che raccontiamo ci dice che le donne sono oggetti e sono oggetti sacrificabili, quindi diventiamo spesso degli oggetti e spesso ci si libera di noi". L'attrice ha quindi ricordato che si è sentita attirata dal mondo della fantascienza e delle storie con elementi fantasy perché le davano maggiore libertà creando così film come Another Earth e Sound of My Voice: "Entrambe le storie lasciavano abbastanza da parte la realtà per potermi dare la libertà mentale di immaginare dei personaggi femminili che si comportavano in modo diverso rispetto a quello che spesso vediamo sugli schermi. Sono uscita dal Sundance Film Festival con offerte per recitare in progetti di cui non avrei mai avuto il permesso di leggere i copioni una settimana prima. La maggior parte di quei ruoli erano ancora di fidanzata, amante, madre. Ma c'era un nuovo personaggio che mi veniva offerto, uno che sopravviveva nella storia. Ecco che entra in scena la Protagonista Femminile Forte".

Una scena di Another Heart
Una scena di Another Heart

L'attrice, nel suo editoriale, ha sottolineato di aver perso o rifiutato molti personaggi che rientrano in schemi precisi come "un'assassina, una spia, un membro dell'esercito, un CEO. Può fermare un'emorraggia mentre è in fuga. Ha l'intraprendenza di MacGyver, ma ha un aspetto migliore se indossa una canottiera".
Brit ha proseguito dichiarando: "Recitare la parte della Donna Protagonista Forte ha cambiato chi ero e ciò che pensavo di essere in grado di fare. Allenarmi per realizzare senza controfigure le mie scene mi ha fatto sentire formidabile e rispettata sul set. Interpretare scene in cui ero il capo che licenziava gli uomini sembrava darmi potere. E sarà sempre meglio essere quella che impugna un'arma nella scena piuttosto che dover implorare per la propria vita dall'altra parte della canna della pistola".
La creatrice e protagonista di The OA ha ammesso che interpretare quel tipo di ruoli comunque permette alle donne di essere rappresentate e di avere una voce in un mondo in cui spesso non hanno nessuna di queste possibilità: "Ma più interpretavo la Protagonista Femminile Forte più mi sono resa conto di quanto sia limitata la specificità dei punti di forza dei personaggi: prestanza fisica, ambizione lineare, razionalità focalizzata. Sono modalità maschili di potere. ".

The OA 2: la serie Netflix e le origini successo di Brit Marling e Zal Batmanglij

The OA: una foto di Brit Marling
The OA: una foto di Brit Marling

La star ha ribadito il problema: "Ho iniziato a vedere qualcosa di più profondo e insidioso dietro tutte quelle immagini di donne morte o che stanno per farlo. Quando uccidiamo le donne nelle storie non stiamo annientando solo i corpi femminili. Stiamo annientando la femminilità come forza, ovunque si trovi: nelle donne, negli uomini e nel mondo naturale. Perché ciò che vogliamo realmente dire quando vogliamo delle protagoniste femminili forti è 'Datemi un uomo, ma nel corpo di una donna che voglio comunque vedere nuda'. Per noi è difficile immaginare la femminilità stessa - l'empatia, la vulnerabilità, la capacità di ascoltare - come forza. Quando osservo il mondo il mondo che le nostre storie hanno contribuito a immaginare e costruire sono queste le qualità che sono scomparse a favore della mascolinità". Uno dei problemi che l'artista ha riscontrato, anche in altre professioni, è che esiste la tendenza a voler annullare la propria femminilità per assumere tratti abitualmente associati agli uomini in modo esagerato, pur di essere rispettate. La lettura di romanzi come quelli di Octavia Butler, Ursula K. Le Guin, Toni Morrison e Margaret Atwood le hanno fatto poi apprezzare la creazione di mondi distopici e sci-fi che permettono di creare personaggi femminili diversi e rivelare le ingiustizie del presente, provando a immaginare il proprio futuro. Ispirandosi a quelle opere Brit Marling e Zal Batmanglij hanno creato la serie The OA: "Con lo scorrere del tempo ho capito che profonda influenza in grado di darci forma possiede una narrazione. Le storie ispirano le nostre azioni. Creano esistenze che sono o non sono possibili, delineano dei percorsi. Scelgono per chi possiamo provare empatia e per chi no. Ciò per cui proviamo delle emozioni e proteggiamo. Ciò che rendiamo un oggetto e riteniamo sacrificabile, ritrovandoci in caso a distruggere. Non voglio essere la ragazza morta, o 'la moglie di Dave'. Ma non voglio nemmeno essere una protagonista femminile forte, se il mio potere viene definito in gran parte dalla violenza e dal dominio, dalla conquista e dalla colonizzazione".

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The OA: Parte II, Brit Marling in una foto della serie

L'attrice ha quindi ricordato come attualmente i racconti sono plasmati da un punto di vista in cui gli uomini hanno il potere e continua invece a immaginare nuove strutture e mitologie in cui ci sia spazio per la diversità. Brit ha poi spiegato: "Immagino di attingere ai miei desideri, a ciò che voglio e di cui ho bisogno, elementi che ho sotterrato così profondamente per andare incontro ai desideri, al volere e ai bisogni degli uomini intorno me al punto che non sono certa di come i miei desideri potrebbero dare potere alla protagonista di una narrazione. Queste non sono ancora soluzioni, ma sono realtà a cui attingere. Scavando, insegnando e celebrando la femminilità attraverso le storie è, all'interno della situazione attuale, una questione di sopravvivenza umana. Il momento in cui iniziamo a immaginare un mondo nuovo e a condividerlo con gli altri attraverso le storie è quello in cui quel mondo nuovo può iniziare a diventare reale".