Venti sigarette e un premio per Vinicio Marchioni

A pochi giorni dal premio vinto a Venezia, nella sezione Controcampo Italiano, per l'interpretazione in '20 sigarette', abbiamo intervistato l'attore romano, che ha condiviso con noi l'entusiasmo per i riconoscimenti ottenuti dal film di Amadei, e anticipato qualcosa sul personaggio che interpreterà in 'Scialla' di Francesco Bruni.

Prima il successo di Romanzo Criminale - La serie, poi un riconoscimento inaspettato a Venezia, nella sezione Controcampo Italiano. Abbiamo fatto una chiacchierata con Vinicio Marchioni, romano, classe 1975, che in 20 sigarette di Aureliano Amadei ha avuto il difficile compito di interpretare lo stesso regista, unico sopravvissuto della strage di Nassirya. Con lui abbiamo parlato del film, del perchè abbia deciso di dedicare il premio ricevuto a Niccolò Fabi, e dei suoi prossimi progetti, tra cui Scialla, in cui lo vedremo nei panni di un "pusher cinefilo" accanto a Fabrizio Bentivoglio.

20 sigarette ha vinto un premio per il miglior film e miglior attore, che è stato assegnato a te, nella sezione Controcampo Italiano a Venezia. Tra l'altro il tuo riconoscimento, mi è parso di capire, non era "previsto". A cosa si devono secondo te questi riconoscimenti? Vanno intesi come una "risposta" alle polemiche dei giorni scorsi, oppure no? Vinicio Marchioni: La menzione speciale a me non era assolutamente prevista perchè non c'erano premi per gli attori nella sezione Controcampo, per questa ragione è stato un riconoscimento molto importante per me, e mi auguro mi sia stato assegnato per la mia interpretazione. Tra l'altro nessuno di noi si aspettava di vincere Controcampo con il film e la motivazione del premio credo che riassuma bene le ragioni per le quali il film ha vinto in questa sezione. Le polemiche non mi hanno mai interessato e spero che non influenzino mai nessun premio e nessun festival in genere.

Poco dopo aver saputo di essere stato premiato per il tuo ruolo, hai ringraziato Aureliano Amadei per averti "affidato la sua esistenza". Non hai avuto difficoltà nell'interpretare un personaggio che era di fronte a te e ti guidava nel tuo percorso interpretativo? Qual è l'approccio giusto, in situazioni come queste, secondo te?

Vinicio Marchioni: Di difficoltà ce ne sono state tante, interpretare una persona realmente esistita già di per sè obbliga un attore ad un particolare tipo di studio, quando poi quella persona ha vissuto una storia drammatica, tra l'altro ricostruita nel dettaglio, come nel caso di Aureliano, le cose si complicano ancora di più. Se poi ti dirige anche sul set, la cosa si fa estremamente complessa e delicata. Devo dire che Aureliano è stato generosissimo e mi ha aiutato a superare queste difficoltà con la sua guida.

Mi ha colpito particolarmente il fatto che tu abbia voluto dedicare il tuo premio "al grande cuore di Niccolò Fabi", perchè l'ho sentita sincera. Dopotutto avresti potuto fare una dedica più mirata e forse più opportunistica, considerato il tema del film Che tipo di rapporto ti lega a Fabi? Avete qualche progetto insieme? Vinicio Marchioni: Alcune scene del film sono state girate a casa sua e l'ho conosciuto in quell'occasione un anno fa. Ho pensato che per Fabi non sarebbe stato facile rivedere il film e dopo il concerto che è riuscito ad organizzare (Parole per Lulù, dedicato alla figlia recentemente scomparsa n.d.r) ho pensato che ci fosse un legame sottile tra il film e la sua forza incredibile. 20 sigarette è un film di vita, come lo ha definito Aureliano, e quel concerto era il concentrato della vita a tutti gli effetti.
Per adesso io e Fabi non abbiamo progetti insieme, se non giocare nella stessa squadra di calcio per scopi benefici, ma per lui farei qualsiasi cosa.

A Venezia, nella sezione Controcampo Italiano, o anche in quella competitiva, c'è stato qualche film che ti ha colpito in modo particolare? Ne hai visto qualcuno? Vinicio Marchioni: Sinceramente non ho visto nessun film a Venezia per questioni di tempo e impegni, e mi è dispiaciuto molto.

Se si escludono le sezioni parallele, il nostro cinema è rimasto a mani vuote, dopo la cerimonia di premiazione. Gabriele Salvatores sostiene che il cinema italiano dovrebbe affrancarsi da due padri ingombranti come il neorealismo e la commedia all'italiana. Sei d'accordo con queste affermazioni, oppure pensi che le difficoltà siano altrove?

Vinicio Marchioni: Personalmente credo che si debba smettere di lamentarsi in ogni occasione possibile. Il cinema italiano contemporaneo è pieno di talenti registici e attoriali; il problema è che storie come quelle del neorealismo e della commedia all'italiana, oggi nessuno più è in grado di scriverle e soprattutto di produrle. Non ci sono più produttori che rischiano di tasca propria e siamo in mano a logiche di mercato che hanno livellato verso il basso il nostro cinema negli ultimi anni, ma allo stesso tempo credo che qualcosa, faticosamente, stia cambiando in meglio. Non bisogna dimenticare le lezioni dei nostri "padri" ma oggi siamo tutti alla ricerca di un'identità artistica e commerciale.

So che hai iniziato le riprese di Scialla, un altro film d'esordio, dopo 20 sigarette, che è diretto da Francesco Bruni. Che personaggio interpreti in questo film, e cosa ti ha convinto ad accettare il ruolo? Vinicio Marchioni: Francesco è un grandissimo sceneggiatore e la sua commedia Scialla l'ho trovata bellissima. La mia sarà poco più che una partecipazione: sono uno spacciatore ricchissimo con la mania dell'arte e del cinema, che costringe i suoi scagnozzi a vedere i film di Truffaut, un "coatto rifatto" a cui il giovane protagonista della storia ruba della droga. Nel recuperarla incontrerò il personaggio interpretato da Fabrizio Bentivoglio, scoprendo attraverso di lui una piacevole sorpresa.
Ho scelto di fare questo film perchè mi sembrava un modo molto simpatico e ironico di prendere in giro me stesso e il personaggio del Freddo che mi ha reso popolare. Con l'intenzione di smontare "il mito" di questi personaggi negativi agli occhi dei ragazzi.

Il tema centrale del film è l'universo giovanile, o almeno così si intuisce dal titolo. Com'è il tuo rapporto con il pubblico più giovane, è influenzato dal ruolo da te interpretato nella serie di Romanzo Criminale, oppure no?

Vinicio Marchioni: Cerco di non perdere il contatto con i ragazzi, il successo di Romanzo criminale - La serie ha portato me e i miei colleghi di set ad essere molto popolari tra il pubblico giovanile. Credo che questo metta ognuno di noi attori in una condizione di "responsabilità" verso questo target di pubblico. Un attore, famoso o meno, ha la possibilità di essere ascoltato dal pubblico ed è un'opportunità che va sfruttata al meglio.

C'è un autore in particolare, italiano o straniero, con il quale ti piacerebbe lavorare in futuro? Vinicio Marchioni: Ce ne sono molti: Angelini, Sorrentino, Costanzo, Castellitto, Garrone, Crialese, Ozpetek, Celli e Sollima, tra gli italiani. Mi piacciono molto anche gli autori francesi come Ozon, Kassovitz e Leconte e darei un dito per recitare con Vincent Cassel o Sean Penn, per quanto riguarda gli americani. E visto che sognare non costa niente, sarebbe davvero divertente un giorno, essere il nuovo 007!