Lars von Trier a Cannes: Melancholia... e follia

Cast di Melancholia quasi al completo, capitanato dalle angeliche Kirsten Dunst e Charlotte Gainsbourg, per scortare a Cannes l'eccentrico Lars von Trier, protagonista di un incontro con la stampa divertente e a tratti delirante.

Sarà anche depresso, ma quest'anno Lars von Trier si presenta sulla Croisette in forma smagliante, accompagnato dalle protagoniste del suo cupissimo Melancholia, la bionda Kirsten Dunst, un raggio di sole sul tappeto rosso, e la sorridente Charlotte Gainsbourg che, dopo la traumatica esperienza di Antichrist, ha coraggiosamente deciso di rimettersi nelle mani dell'eccentrico regista danese recitando nel suo nuovo 'disaster movie esistenziale', presentato in concorso a Cannes. Presenti alla kermesse francese anche gli interpreti maschili del film, i padri degli sposi John Hurt e Stellan Skarsgard, Udo Kier e Brady Corbet. In questo momento von Trier ha davvero poche ragioni per abbattersi. Mentre cominciano a diffondersi i primi giudizi entusiastici della critica,Melancholia spopola sul mercato ed è già stato venduto in più di trenta paesi. In Italia il film sarà distribuito da Bim Distribuzione. Ad attirare l'attenzione della stampa è però soprattutto il tatuaggio sulla mano destra che contiene un messaggio difficile da fraintendere, la scritta Fuck. Inevitabile chiedere spiegazioni al regista.

Lars von Trier: Quando ho deciso di farlo mia moglie, che è una persona molto gentile, mi ha dato il permesso. E' un tatuaggio molto economico. Avevo anche pensato di tatuarmi una svastica sulla fronte, ma lei me lo ha vietato. I compromessi del matrimonio.

Lars, perché hai scelto di fare un film sulla fine del mondo?
Lars von Trier: Il mio non è proprio un film sulla fine del mondo, ma è un film su uno stato della mente. E' legato a un momento malinconico della mia esistenza. Non ho molto altro da dire. Sono contento di essere a Cannes e spero che la malinconia non torni ad affliggermi prima del mese prossimo, quando il film sarà nei cinema.

Kirsten, molte attrici che hanno lavorato con von Trier ne parlano come di un'esperienza traumatica. Tu come ti sei trovata?
Kirsten Dunst: Io credo che Lars sia l'unico regista capace di fare film che parlino di donne in un modo così diretto, sconvolgente, passionale. Appena ho avuto l'opportunità di lavorare con lui l'ho colta al volo. Per un film del genere è richiesta una certa vulnerabilità e io mi sono fidata delle indicazioni di Lars.

Charlotte, per te è la seconda volta. E' cambiato qualcosa rispetto ad Antichrist?
Charlotte Gainsbourg: Non saprei dire perché sul set di Antichrist non conoscevo bene Lars. Ora sento di conoscerlo un po' di più.
Lars von Trier: Ah, io ti conosco molto di più. Sotto ogni punto di vista.
Stellan Skarsgard: Adesso Lars lavora in modo più veloce rispetto al passato, il che è molto positivo. Sul set di Le onde del destino cercava di avere il controllo totale su tutto. Ora lascia molta più libertà e creatività agli attori, ma questa caratteristica non è cambiata. Si è solo sviluppata.
Udo Kier: Io ho lavorato con Lars in televisione e poi in The Kingdom. Non ho trovato cambiamenti nel suo lavoro. A volte mi sono stati offerti ruoli molto piccoli, ma ho sempre accettato perché sono importanti nell'economia generale del film e poi mi sono sempre divertito. Spero di recitare ancora a lungo con lui.

Il film non sarà sulla fine del mondo, ma è un focus accurato sulla psicologia della paura e sul tormento interiore di due donne. Anche il pubblico si deprime vedendo la torturata relazione tra le due.

Kirsten Dunst: La depressione è qualcosa che avvolge il mio personaggio mentre si prepara al matrimonio. La catastrofe che si sta avvicinando, però, la aiuterà a tirar fuori la sua forza interiore. Lars mi ha aiutato a esprimere tutti questi sentimenti, la forza, la follia, la vulnerabilità del personaggilo. Tutta questa libertà fa paura, ma mi aiuterà anche nei prossimi progetti in cui reciterò.
Charlotte Gainsbourg: Io non vedo la separazione tra uomini e donne perché in Antichrist interpretavo un personaggio che rispecchia la mente di Lars e stavolta lo interpreta Kirsten. Perciò non credo si tratti di maschile o femminile.

Potete spiegarci in qualche modo lo strano comportamento di Justine nel film?
Lars von Trier: Justine è una persona che soffre di depressione e di cattivo umore. Pensa di risolvere tutto con un cambiamento importante e si butta a capofitto in un matrimonio tradizionale. La sua speranza è quella di guarire, di cambiare la sua vita grazie al matrimonio, ma le cose andranno in modo diverso.

Nei film di Lars von Trier vi sono due modi diversi di comprendere il plot perché ogni scena nasconde significati profondi. Sul set avete discusso con Lars per capire esattamente la funzione dei vostri personaggi? Il film è stato girato in modo cronologico?

Charlotte Gainsbourg: Si, ovviamente abbiamo parlato con Lars prima di girare. Non ho mai avuto risposta alle domande che avevo posto sulla sceneggiatura, ma mi è piaciuto. La scena del matrimonio è stata la prima a essere girata, mentre in seguito abbiamo girato le scene più intime.

Lars, sei soddisfatto del tuo film? Pensi che sia un contendente per la Palma d'Oro?
Lars von Trier: Certo che sì! Girare Melancholia è stato un piacere, anche se quando giravo mi sono reso conto che era diventato tutto un po' troppo romantico. E' stata una cosa carina, ma poi quando ho visto le foto di scena mi sono un po' preoccupato. Mi sono detto... forse è brutto. Spero di no, ma era anche questa è possibilità.

Kirsten, quale era il tuo stato mentale quando hai interpretato Justine? Come hai fatto a rendere così bene uno stato di prostrazione mentale?
Kirsten Dunst: Lars era riuscito a creare sul set un'atmosfera di intimità che automaticamente mi ha fatto capire il mood del film. Abbiamo girato scene molto lunghe senza che lui desse lo stop, abbiamo provato cose diverse. Spero che lui sia soddisfatto.
Lars von Trier: Grazie a Dio devo dire che Kirsten ha una certa conoscenza della depressione. Kirsten, posso dirlo? Se non posso dirlo, dimenticatelo. Abbiamo parlato a lungo di ciò che doveva fare e l'ha fatto incredibilmente bene. Il suo sguardo nel film è perfetto. Ma ora non dovrei dire qualcosa di Spider-Man?

Hai utilizzato dei riferimenti visivi specifici per le belle immagini presenti nel film?
Lars von Trier: Non avevo in mente niente di specifico. Mi sono ispirato a tanta pittura, artisti tedeschi, preraffaelliti, ma anche a grandi registi come Antonioni, Tarkovskji e Bergman.

La tua trilogia avrà mai una conclusione?
Lars von Trier: Ma parliamo piuttosto del mio prossimo film. Un porno con Kirsten Dunst. Sul set Kirsten mi ha chiesto di comparire nuda. Io le ho chiesto: "Ma non sarà troppo eccessivo?" ma siccome insisteva gliel'ho permesso e ora vuole di più. Con le donne è sempre così. Vogliono l'hardcore spinto e io cerco di fare del mio meglio. Ho suggerito di aggiungere dei dialoghi, ma a loro non importa niente dei dialoghi. Vogliono il sesso, perciò ora sto scrivendo la sceneggiatura. Durerà tre o quattro ore.

Nel film sentiamo dire spesso che la vita è senza senso. Hai messo in bocca ai personaggi una tua convinzione?
Lars von Trier: Sì.

Lars, le tue opere sono tristi e disturbanti, ma tu sei una persona molto divertente. Perché non giri delle commedie?
Lars von Trier: Perché quando giro delle commedie mi vengono malinconiche. Anche Melancholia è una commedia.

Alla fine l'unica via per sfuggire alla fine del mondo è la cabina magica. Il cinema è la salvezza?

Lars von Trier: Sto pensando al conflitto tra la Chiesa Cattolica Occidentale e quella Ortodossa Orientale. Dal momento che sto preparando il mio porno, uno dei capitoli è intitolato 'East and West Church'. Un altro è intitolato 'Little Organ's School'. Ciò che ho capito della Chiesa orientale è che è maggiormente concentrata sul piacere di quella Occidentale dove si parla sempre di sofferenza, sacrificio, crocifissione. La Chiesa Orientale crede nella luce divina e nel modo in cui questa viene trasformata. Per me la luce è cinema. Mi basta guardare i film di Tarkovskji per piangere perché lui è capace di usare la luce per parlare di spiritualità.

Tu sei riuscito a superare lo stato di malinconia e la depressione che ti ha colpito in passato? Fare questo film ti ha aiutato?
Lars von Trier: Sì, ormai penso di aver superato la fase di malattia. Ho smesso di bere e ho ricominciato a leggere libri. Mi annoio come tutti, ma ora mi sento bene. Smettere di bere è importante.
Stellan Skarsgard: Stai guardando me?
Lars von Trier: Sì, sto guardando te. Se ci fosse Kiefer Sutherland guarderei lui, ma dal momento che non c'è tu sei il prossimo nella fila. E un po' anche Udo Kier.

Lars, puoi parlarci delle tue radici tedesche? Ti hanno influenzato in qualche modo negli aspetti romantici e gotici di Melancholia?
Lars von Trier: Posso solo dire che per molto tempo ho pensato di essere ebreo ed ero molto contento di ciò. Poi è arrivata Susanne Bier e improvvisamente sono stato un po' meno contento di essere ebreo. Anche avere scoperto di avere radici tedesche è stata una cosa positiva. Posso dire che capisco Hitler. Non che mi piaccia, intendiamoci, ma immagino di vederlo seduto nel suo bunker. Ovviamente non sono favorevole alla Seconda Guerra Mondiale e non sono contro gli ebrei, neppure contro Susanne Bier. Ecco, ora non so più come uscire da questo discorso. Ok, sono un nazista.

Pensi che Melancholia sia un film capace di attirare una vasta quantità di pubblico?
Lars von Trier: Non saprei... noi nazisti abbiamo la tendenza a provare a fare le cose in grande.

(in collaborazione con Valentina D'Amico)