Ethan Hawke, Julie Delpy, Richard Linklater: Before Midnight a Berlino

Ecco il trio più atteso dal pubblico della Berlinale. Il regista e gli interpreti di Before Midnight ci raccontano perché hanno deciso di tornare a raccontare la storia d'amore di Jesse e Celine.

Quale miglior finale di Before Midnight per la trilogia sentimentale firmata da Richard Linklater? Ogni nove anni il regista indie torna a far visita ai suoi innamorati irrequieti Jesse e Celine e ne esce fuori un capolavoro. Questa potrebbe essere l'ultima volta. Ethan Hawke ha scherzosamente affermato che era necessario realizzare il terzo capitolo della trilogia prima che lui e Julie Delpy diventassero troppo vecchi per fare sesso. Detto fatto. Per il momento Jesse e Celine sono ancora nel fiore degli anni. Stavolta li ritroviamo alla fine di una lunga vacanza in Grecia, professionalmente affermati, con due gemelle e un terzo figlio più grande, frutto del primo matrimonio di Jesse, di cui occuparsi. Come i loro personaggi, anche gli interpreti del film, Ethan Hawke e Julie Delpy, ci appaiono in ottima forma riuniti a Linklater per presentare il loro incredibile romance, evento di punta del festival presentato fuori concorso, alla Berlinale.

Siete tornati sul luogo del delitto. Come è stato ritrovare ancora una volta Jesse e Celine?
Ethan Hawke: Fare l'attore ti offre la possibilità di tornare a interpretare gli stessi personaggi, vedere cosa è accaduto loro negli anni in cui li abbiamo persi di vista. Per me un privilegio. Mi piacere vedere come Jesse e Celine, al di là dei cambiamenti e della crescita inevitabile, sono sempre se stessi. Richard ci ha chiesto di non nasconderci dietro i personaggi, ma di metterci al loro servizio. E' un tipo di recitazione molto complessa.

Richard Linklater: Anche se per noi non è esattamente così, Jesse e Celine hanno una relazione a lungo termine. In questi diciotto anni li abbiamo conosciuti, li abbiamo visti crescere e ora volevamo sapere che cosa stessero combinando.

Julie Delpy: Ognuno di questi tre film rappresenta un momento preciso nel corso di questi diciotto anni. Sono delle fotografie dello sviluppo dei personaggi in un momento significativo delle loro vite.

Cosa succederà in futuro? Dopo aver visto per tre volte la parola 'prima' nel titolo ci sarà la possibilità di vedere anche un 'dopo'?
Richard Linklater: Non so perché abbiamo deciso di girare due sequel di Prima dell'alba. Le pellicole sono nate in maniera spontanea dalla nostra collaborazione reciproca, e ora non sappiamo cosa accadrà a Jesse e Celine in futuro. Per il momento non credo che ci sarà un altro seguito, ma nella vita mai dire mai.

Ethan Hawke: In realtà io sto pressando Julie per portare la storia su un nuovo livello, girando un sequel pornografico, ma lei oppone resistenza.

Julie Delpy: Forse lo faremo nella settima parte della saga, quando avremo ottant'anni.

Ormai vi conoscete molto bene. Come è stato ritrovarvi sul set per la terza volta?
Julie Delpy: E' stata un'esperienza terribile.

Ethan Hawke: Quando ho incontrato Julie la prima volta sono stato colpito dalla sua intelligenza e dalla sua consapevolezza. A 23 anni non avevo conosciuto nessuna persona della mia età così colto, appassionato e talentuoso. All'epoca lei era una persona molto più profonda di me e lo è ancora.

Com'è stata l'esperienza in Grecia?
Julie Delpy: La Grecia è una location meravigliosa.

Richard Linklater: Ho valutato la possibilità di girare in vari paesi, ma dopo aver visitato la Grecia ne sono rimasto talmente affascinato che ho inviato una mail a Ethan e Julie proponendo di ambientare lì la storia. Nel frattempo ho colto l'occasione per documentarmi e ho approfondito la conoscenza del cinema greco.

I dialoghi di Before Midnight sembrano ancora più elaborati di quelli delle due precedenti pellicole, in particolare quelli di Julie Delpy. Come avete lavorato per rendere così realistica l'interazione tra i due protagonisti? Richard, sei riuscito in sintonia con la tua parte femminile?
Richard Linklater: Non è necessario. Noi non ci dividiamo i dialoghi secondo il sesso, ma scriviamo tutto insieme, senza porci il problema di un punto di vista maschile o femminile.E' una negoziazione costante, una collaborazione tra noi tre.

Julie Delpy: Non è necessario che io scriva solo le battute di Celine. Non c'è per forza una contrapposizione, ma ci piace scambiarci opinioni e discutere su cosa possa funzionare o meno. Anche se alla fine vinco sempre io.

Come mai avete scelto di chiudere con un finale positivo?
Richard Linklater: Ma è veramente positivo il finale? Io non ne sono certo.

Ethan Hawke: In questi nove anni tutte le persone che ho incontrato mi hanno parlato del finale di Prima del tramonto e di come avrebbe dovuto finire, secondo loro, la storia di Jesse e Celine. Nessuno però sapeva cosa sarebbe successo. I due precedenti film erano molto personali per noi tre perché esprimono il nostro modo di pensare e di essere. Stavolta neppure noi eravamo d'accordo su cosa avrebbe dovuto succedere perciò abbiamo valutato tutte le possibili opzioni e abbiamo rifiutato le idee che non ci convincevano. In questo siamo molto rigorosi.

Le location, Vienna, Parigi e la Grecia, rappresentano il terzo protagonista della trilogia.
Richard Linklater: E' vero. Le città hanno una parte fondamentale nella storia. In questo caso devo dire che ho amato molto la regione greca in cui abbiamo girato perché era diversa dalla solita Grecia da cartolina che si vede in film come Mamma Mia!. E' una Grecia moderna, ma anche caratteristica.

Quanto di voi è nei vostri personaggi?
Ethan Hawke: Si vede che non mi conoscete bene se pensate che assomigli a Jesse. La principale gioia di lavorare con Ric è che ti permette una grande libertà e ti incoraggia a usare parti di te, ma non solo in senso emotivo. Nel costruire il personaggio di jesse, inevitabilmente lo arricchisco con qualcosa di personale, e poi verifico ciò che funziona con Ric e Julie. Loro sono il "termometro" per valutare quali parti di me possano o non possano convivere in Jesse.

Julie Delpy: E' interessante vedere dei frammenti di verità. Mentre preparavamo Prima dell'alba mi sono stupita di come cose che erano scritte nel mio diario di quando ero adolescente finissero nel film. Questi sono piccoli frammenti di noi che utilizziamo nella costruzione dei personaggi.

Il contatto che si sviluppa tra Jesse e Celine è molto intimo perchè ormai sono una vera coppia. Avete avuto difficoltà a girare le scene più private?
Julie Delpy: Ethan non smetteva di toccarmi. No, in realtà abbiamo cercato di trovare il giusto equilibrio per non sembrare troppo ridicoli tenendoci la mano tutto il tempo, ma per esprimere la confidenza di due persone che stanno insieme da nove anni.

La forza della trilogia, e di quest'ultimo film in particolare, è proprio la naturalezza e l'efficacia dell'interiorità di Jesse e Celine.
Julie Delpy: Descrivere la complessità dell'essere umano è molto complicato, ma personalmente non amo i personaggi monodimensionali. Quando guardo un film con personaggi poco realistici non mi immedesimo e ho difficoltà a relazionarmi con loro.

Ethan Hawke: Ciò che mi piace del progetto è che parla di due persone, un uomo e una donna, che si incontrano per caso in treno e sviluppano un legame. Il tutto passando dall'adolescenza all'età adulta. Nella scena ambientata nella camera d'albergo in Grecia abbiamo la possibilità di vedere due persone vere che si arrabbiano, dicono la cosa sbagliata, si pentono. Sono imperfetti proprio perché sono umani.

Richard, come nel caso delle due precedenti pellicole hai usato numerosi long shot. Come mai privilegi questo stile?
Richard Linklater: Alla base del nostro progetto vi sono i dialoghi, perciò la mia regia è al servizio dei personaggi. Rispetto a Ethan e Julie io ho ben presente anche la parte produttiva. Noi scriviamo il dialogo insieme, poi c'è un momento in cui Julie e Ethan realizzano che quella scena va recitata e iniziano a tagliare battute su battute. Anche dietro alle scene che sembrano improvvisate c'è un grandissimo lavoro. I momenti spontanei, in realtà, sono estremamente costruiti. Non potremmo semplicemente girare lasciando tutto al caso. La storia non funzionerebbe. Dietro c'è un'enorme preparazione e tantissime prove.

Julie Delpy: La fiction è la fiction. Il film è estremamente scritto. Abbiamo passato settimane e settimane a scrivere i dialoghi. Magari avessi la stessa capacità di argomentare di Celine nella vita reale.

Come è stato vedervi crescere sul grande schermo in questi diciotto anni?
Julie Delpy: Siamo cresciuti tanto, anche troppo. Nell'ultimo capitolo ci troveremo a girare il remake di Amour.