Drew Goddard ci accoglie in 'Quella casa nel bosco'

Una conversazione con lo sceneggiatore di Buffy, Angel, Alias e Lost che esordisce alla regia con l'horror 'Quella casa nel bosco' (in sala dal 20 aprile) scritto con Joss Whedon.

Drew Goddard, classe 1975, sceneggiatore, regista e produttore, è uno spilungone di quasi due metri ben noto ai fan dell'horror e della fantascienza. Proveniente dalle remunerative scuderie di Joss Whedon (ha scritto episodi sia di Buffy - l'ammazzavampiri che di Angel), ha dato il suo contributo anche a Lost e Alias. Al di fuori della serialità ce lo ricordiamo (per alcuni è un ricordo piacevole, per altri meno) per il "mostruoso" Cloverfield prodotto dall'onnipresente J.J. Abrams. Con Quella casa nel bosco torna a scrivere (e questa volta, anche dirigere) per il grande schermo, e si riunisce a Whedon, con cui si scatena a costruire un horror dalle implicazioni inusuali. Il solito gruppetto di ragazzi si accinge a trascorrere il weekend in un'isolata casa sperduta in una foresta, tra qualche piccolo eccesso e un pizzico di seduzione, finendo inevitabilmente preda di un destino terrificante. A fare la differenza, la presenza inquietante, fin dalla primissime scene, di una oscura agenzia dalle intenzioni imperscrutabili ma poco rassicuranti. Nel cast il Chris Hemsworth di Thor e The Avengers (in uscita il 25 aprile e guarda caso diretto da Whedon) e una selva di attori della TV come Anna Hutchison (Underbelly), Jesse Williams (Grey's Anatomy), Richard Jenkins (Six Feet Under), Bradley Whitford (La strana coppia), Brian White (The Shield), Jodelle Ferland (Kingdom Hospital), Tim De Zarn (Deadwood), e tra cui si distinguono alcuni volti noti dell'universo whedoniano come Fran Kranz (Dollhouse, era il geniale nerd Topher), Amy Acker (Angel, era la timida e sfortunata Fred) e Tom Lenk (Buffy, era l'imbranato cattivo riformato Andrew). Drew Goddard, entusiasta regista e sceneggiatore di Quella casa nel bosco, ci parla in questo dialogo telefonico della genesi del film e dell'immortale passione per l'horror e la fantascienza che unisce lui e Whedon.

Tu e Joss Whedon collaborate da tempo. Com'è stata questa esperienza?
Sì, mi sembra di conoscerlo da una vita, e dai tempi di Buffy ne abbiamo fatta di strada. In occasione di Quella casa nel bosco ci siamo divertiti moltissimo assieme, anzi devo dire che ce la siamo spassata tanto a scrivere questa storia, e sul set non mi sembrava neanche di lavorare. E questo perché per la trama del film abbiamo attinto ad alcuni dei temi che preferiamo in assoluto.

Quella casa nel bosco pullula di volti noti ai fan delle serie whedoniane...
Vero, c'è Fran Kranz da Dollhouse in un ruolo di rilievo, e Amy Acker che conosciamo dai tempi di Angel e poi di Dollhouse e compare anche Tom Lenk da Buffy l'ammazzavampiri... Che dire, siamo una grande famiglia e siamo molto fortunati.

C'è qualcuno che è mancato all'appello e che avresti voluto partecipasse al film?
C'è sempre qualcuno che aveva altri impegni, ma da parte mia ho apprezzato la presenza di Richard Jenkins da Six Feet Under, una serie che per me ha significato molto.

Cosa ci puoi dire del discorso sulla cospirazione che sottende al film?
Volevamo che fosse lampante fin dalla prima scena che Quella casa nel bosco non è un horror come gli altri, ma che la storia comprende una sinistra cospirazione. Lo spettatore deve capire subito che quello che accade ai ragazzi nella casa è legato a questi individui. Ci sono due mondi, uno è quello dell'abitazione nel cuore della foresta, l'altro è quello di questi impiegati in apparenza normali. Non capita spesso di vedere una cosa del genere in un film dell'orrore, per cui abbiamo fatto in modo che il pubblico entrasse subito nell'ottica di stare assistendo a qualcosa di più.

Quanto vi siete divertiti con i mostri che infestano il film?
Non ne hai idea, abbiamo attinto a tutto quello che abbiamo letto e visto nella nostra vita e ci siamo sbizzarriti: le creature che intravedete sono il frutto della nostra fantasia e delle nostre letture e visioni passate, un vero delirio orrorifico che farà impazzire i cultori del genere come lo siamo noi.

In un breve cameo compare anche Sigourney Weaver, com'è stato averla sul set?
Sigourney compare in una parte supersegreta di cui non vogliamo rivelare niente, quello che posso dire è che il suo personaggio è eccezionale e lei lo è ancora di più. Quando abbiamo chiesto di poterla avere nel film non ci aspettavamo che accettasse e invece si è mostrata entusiasta. Per me è stato eccitante perché è la protagonista di uno dei miei film preferiti, Alien, e la sua presenza mette decisamente in soggezione, ma è una persona disponibile, e adorabile nel vero senso della parola.

Quali sono i tuoi horror preferiti?
Sono cresciuto a pane e John Carpenter e naturalmente adoro gli horror della mia generazione, gli anni '80, che senza dubbio mi hanno molto influenzato. E poi ho un debole per i film di Dario Argento, il mio preferito è certamente Suspiria.

E quali sono i film e le serie di genere migliori del panorama recente secondo te?
Forse non sono proprio recenti ma la saga di Alien è una meraviglia, e in generale prediligo quei film o quelle serie che contemplano sia elementi horror che fantascientifici. L'avete vista in Italia la serie X-Files? Quella è assolutamente fondamentale, rivoluzionaria e imperdibile.

Cosa ne pensi del finale di Lost?
Quando è stata scritta l'ultima puntata di Lost avevo già lasciato il ruolo di sceneggiatore della serie per dedicarmi al progetto di Quella casa nel bosco, per cui ho vissuto la fine dello show da esterno, come un qualsiasi spettatore, vedendomela in televisione. Per quello che mi riguarda l'ho trovato un bel finale, molto emozionante, mi schiero dalla parte dei sostenitori senza riserve.

Cos'è Robopocalypse?
Per ora siamo ancora in alto mare, non ho ancora iniziato a lavorarci veramente, ma lo spunto è senz'altro terrificante: cosa succederebbe all'umanità se le macchine si ribellassero? Robopocalypse parla delle conseguenze e di come sarebbe l'esistenza dopo un evento di queste proporzioni. Cosa c'è di più affascinante della fantascienza apocalittica?

Qual è la sceneggiatura che hai scritto a cui sei più affezionato?
La prima, per Buffy, intitolata Selfless (Altruismo, stagione 7, episodio 5, ndr) e scritta con Joss. Narra il passato di uno dei miei personaggi preferiti del serial, Anya, un demone della vendetta che quando esagera nel portare giustizia alle donne tradite si sente in colpa. Ci sono enormemente affezionato.

L'ultima domanda rientra nella temuta categoria dello spoiler (almeno per i whedoniani). Leggetela a vostro rischio e pericolo.

Ti sembra che il finale di Quella casa nel bosco ricordi quello di Angel?
Ci sono dei parallelismi interessanti, in effetti, mi colpisce che tu abbia fatto il collegamento. Senz'altro lo spirito è quello. Vedremo cosa dirà il pubblico, è sempre agli spettatori, o almeno quelli già fan di Angel, che spetterà decidere.