Wedding Season, la recensione: quattro matrimoni e un mistero

La recensione di Wedding Season, la commedia romantica d'azione che arriva in Italia in occasione del Disney+ Day, interamente disponibile sulla piattaforma dall'8 settembre.

Wedding Season Gavin Drea
Wedding Season: una scena della serie

È davvero uno strano e insolito mix quello presente in Wedding Season, la commedia romantica d'azione che arriva in Italia in occasione del Disney+ Day, interamente disponibile sulla piattaforma dall'8 settembre. La celebrazione annuale, nata nel 2021, della comunità mondiale di Disney+ prevede il debutto di nuovi contenuti dei brand principali del servizio (Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic e Star), e quest'anno si inserisce nel D23 Expo: The Ultimate Disney Fan Event presentato da Visa ad Anaheim (California), che si terrà dal 9 all'11 settembre. Come spiegheremo nella recensione di Wedding Season, in questa serie nulla è come sembra. Nemmeno gli abiti da sposa.

La stagione dei matrimoni

Wedding Season Gavin Drea Rosa Salazar
Wedding Season: una scena della serie

Già dalla definizione "commedia romantica d'azione" capiamo di trovarci di fronte a un prodotto insolito. Il titolo della prima serie originale Disney+ Star di stampo british, Wedding Season, si rifà a quel periodo dell'anno (di solito tra primavera ed estate) particolarmente florido per i matrimoni, in cui spesso ci si lamenta di essere invitati a troppe cerimonie, avendo magari anche l'onere di fare da testimone. Con una struttura narrativa che strizza l'occhio a Quattro matrimoni e un funerale, il cult di Mike Newell con Hugh Grant e Andie MacDowell, i protagonisti Katie (Rosa Salazar, vista in Undone e Alita) e Stefan (Gavin Drea) continuano ad incontrarsi a una serie di matrimoni e a diventare più che amici... solo che all'ultima cerimonia la situazione sfugge di mano e qualcuno ci lascia le penne. La polizia pensa che sia stato Stefan. Stefan crede che sia stata Katie. E nessuno sa con certezza quale sia la verità. Lo sceneggiatore emergente Oliver Lyttelton (Cheaters - Tradimenti) mescola in modo inedito tutti gli stilemi delle commedie romantiche - dal "qualcuno parli adesso o taccia per sempre" all'altare, alle improbabili proposte di matrimonio, allo stress per i preparativi, fino alla fuga a Las Vegas e così via - a quelli dell'action thriller, omicidi, misteri, segreti, malavita e così via. Quello che ne esce fuori è un esperimento non sempre riuscito ma indubbiamente interessante di un racconto che voglia rinverdire due generi al prezzo di uno. Complice anche l'efficace breve durata degli episodi - dai 30 ai 40 minuti - che rende il serial una dramedy che salta continuamente tra i due macrogeneri, non sempre in modo fluido e adeguato.

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Romcom vs action thriller

Wedding Season Rosa Salazar Gavin Drea Las Vegas
Wedding Season: una scena della serie

Altro elemento inedito per una romcom sui generis (ma non troppo oggigiorno per fortuna) è il rendere protagonista l'elemento maschile della coppia, romantico fino all'inverosimile, che rincorre l'inafferrabile Katie e i suoi tanti scheletri nell'armadio. La fuga di Stefan e Katie, ricercati dalla polizia, attraverso il Regno Unito e gli Stati Uniti, risulta un rocambolesco viaggio on the road pieno di plot twist, in stile spy story, che in parallelo racconta gli incontri passati dei due protagonisti ai vari matrimoni e come siano arrivati al punto dov'è ora la narrazione. Ciliegina sulla torta nuziale del racconto sono gli amici di Stefan, perfette e bizzarre spalle dei protagonisti da romcom, interpretati da Callie Cooke, Bhav Joshi, Ioanna Kimbrook, Omar Baroud. Loro hanno le proprie gatte da pelare per l'istituzione matrimoniale: chi deve ossessivamente organizzare il proprio, chi pensa non troverà l'anima gemella perché dà fiducia troppo facilmente e chi continua a dire di non voler omologarsi ma forse sotto sotto vorrebbe una storia da favola. Completano il quadro il guardingo e forse un po' sciocco marito di Katie (George Webster) e i due poliziotti alle calcagna dei protagonisti, che guarda un po' hanno la propria relazione complicata da affrontare (Jade Harrison e Jamie Michie). Tutti in questa serie insomma mettono in discussione la propria situazione sentimentale e nel mentre Katie e Stefan cercano di scoprire la verità su quanto accaduto.

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Matrimonio altalenante

Wedding Season Rosa Salazar Gavin Drea
Wedding Season: una scena della serie

Come dicevamo, quello però che risulta alla fine di Wedding Season è un esperimento altalenante, che non riesce sempre a bilanciare tutte le proprie anime, i propri personaggi e le proprie storyline messe sul piatto da portata, ma che ha sicuramente dalla propria l' "effetto novità". Anche la regia che strizza l'occhio agli stilemi della spy story, come lo split screen, o ai primi piani in campo e controcampo tipici della commedia romantica, rischia certe volte di deragliare, proprio come l'amore raccontato nello show, in varie forme o sotto vari punti di vista. Wedding Season vuole insomma riflettere sul rapporto fra casualità e destino, tra libero arbitrio e fato in ambito romantico, cercando un equilibrio tra Serendipity - Quando l'amore è magia e Alias. Forse vuole ricordarci che l'aspetto più importante in un matrimonio è il lavoro di squadra, perché non si è più da soli ma in due e si dovrebbe poter contare sull'altro per superare gli ostacoli quotidiani.

Conclusioni

Quello che risulta alla fine della recensione di Wedding Season è un esperimento altalenante, un mix non sempre riuscito di commedia romantica e thriller d’azione a episodi, che si fa forza della loro breve durata e nel ritmo frenetico ma non trova sempre sospensione dell’incredulità nella caratterizzazione dei personaggi e nelle vicende in cui si ritrovano invischiati.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
5.0/5

Perché ci piace

  • La chimica tra i due protagonisti.
  • L’idea di mescolare romcom e action thriller.

Cosa non va

  • La caratterizzazione dei personaggi e gli eventi in cui si trovano coinvolti non sono sempre credibili.
  • C’è disequilibrio tra i generi.
  • Il cambio di registro in alcune parti del racconto è brusco e altalenante.