We Own This City – Potere e corruzione, la recensione: Per chi ha amato The Wire, si torna a Baltimora

La recensione di We Own This City - Potere e corruzione: la miniserie, dal 28 giugno in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW, è tratta da una storia vera, raccontata dal libro di Justin Fenton, ed è creata da David Simon, la mente di The Wire.

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We Own This City: una scena della serie

C'era una volta The Wire. Vent'anni dopo quella storica serie, David Simon torna a raccontare il mondo criminale di Baltimora, andando a scrutare però negli anfratti della criminalità interna allo stesso Dipartimento di Polizia attraverso il tracollo della Gun Trace Task Force, un'unità speciale del Dipartimento di Polizia di Baltimora coinvolta in quello che il New York Times definì "uno dei più scioccanti scandali di corruzione della polizia in una generazione". È la storia che vi raccontiamo nella recensione di We Own This City - Potere e corruzione, disponibile dal 28 giugno in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW. È tratta da una storia vera, raccontata dal libro di Justin Fenton, un giornalista del Baltimore Sun, proprio il giornale dove Simon aveva lavorato ai tempi di The Wire. Come potete immaginare, vi aspetta una di quelle serie tese, dure, senza sconti, uno di quei racconti dove la polizia viene mostrata in tutte le sue falle, con un tono realistico e violento.

Lo scandalo di corruzione più scioccante nella storia di Baltimora

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We Own This City: un'immagine della serie

La storia di We Own This City avviene tra il 2017 e il 2018. In quel periodo otto membri della Gun Trace Task Force (GTTF) della Polizia di Baltimora si trovano invischiati nello scandalo di corruzione più scioccante nella storia della città. Questo fa sì che il rapporto tra la polizia di Baltimora e gli abitanti della città arrivi a un punto di rottura. Come spesso accada, è soprattutto la comunità nera ad avere la peggio.

Dalle parti di The Wire

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We Own This City: una foto di scena della serie

Un sequel di The Wire? Potremmo considerarlo così, anche se in fondo non lo è. C'è la voglia di ritornare nello stesso mondo, con le stesse atmosfere, gli stessi toni di narrazione, ma d'altra parte è in realtà il racconto di un fatto ben preciso, di uno scandalo di corruzione nella polizia, ambientato nella stessa città e nello stesso scenario. Stavolta si tratta di una storia vera, avvenuta in un tempo preciso: è una storia delimitata, circoscritta, che è raccontata in sei puntate, in quella che è una classica miniserie. È un'idea interessante, in un mondo, come quello della serialità di oggi, che non riesce mai a chiudere le proprie storie, e si sente costretta per forza a nuove stagioni, e sequel, prequel o spin-off, per non parlare delle reunion a distanza di anni. Questa di We Own This City è una via molto interessante. Stesso mondo, stesso stile, ma storia nuova.

Come Hill Street giorno e notte, Training Day e Brooklyn's Finest

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We Own This City: un'immagine di scena

Ma è soprattutto lo stesso mondo che qui conta, soprattutto per chi ha amato The Wire. Quello che amerà il pubblico di quella storica serie sarà ritornare a guardare quelle storie dove la polizia non è fatta da eroi senza macchia, raccontate in uno stile duro, rude, senza fronzoli e senza omissioni. Una di quelle storie scomode. We Own This City - Potere e corruzione è la serie giusta per chi ha amato The Wire, ma anche serie storiche che l'hanno preceduta, come Hill Street - Giorno e notte, o film come Training Day e Brooklyn's Finest.

Tanti schermi per una storia

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We Own This City: un momento della serie

È una storia che viviamo attraverso gli schermi televisivi. Ma, una volta all'interno, ci troveremo ad avere a che fare con più schermi, quelli dei cellulari, che ormai le persone vicino alla scena dell'arresto usano per filmare i soprusi della polizia, e che spesso fungono da deterrente a fermi e arresti. E poi ci sono quelli delle telecamere di sorveglianza che vengono scrutate e scrutate, per cogliere degli indizi.

Josh Charles, che sorpresa!

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We Own This City: una foto di scena

Il cast della serie è molto centrato. Jon Bernthal (The Walking Dead, Show Me A Hero) è il sergente Wayne Jenkins, figura centrale del dipartimento di polizia di Baltimora; Jamie Hector (BOSCH, The Wire) è Sean M. Suiter, un detective della omicidi coinvolto nel caso GTTF e chiamato a testimoniare; Wunmi Mosaku (Lovecraft Country) è Nicole Steele, avvocato della divisione Diritti Civili del Dipartimento di Giustizia, che indaga sulla corruzione del corpo di polizia. Ma la vera sorpresa è Josh Charles. Quel ragazzo dal volto pulito che era uno degli studenti appassionati de L'attimo fuggente, è cresciuto: dopo averlo visto in The Good Wife e, di recente, in Away, in cui era un amorevole padre e marito, qui, con un taglio di capelli da duro, qualche chilo in più e una buona dose di stanchezza sul volto, diventa un altro. È Daniel Hersl, un poliziotto violento e brutale.

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Quello che accade quotidianamente negli States

C'è lui al centro di una scena, alla fine del primo episodio, che è paradigmatica di quello che accade quotidianamente negli Stati Uniti. Un poliziotto bianco ferma un ragazzo di colore. Se questi ha da ridire, è il poliziotto che fa in modo di andare verso di lui, di toccarlo e di dire che è stato l'altro a spingerlo. E così nasce l'occasione per picchiarlo. È una scena semplice, chiara. Una scena che accade, per chissà quante volte, ogni giorno negli USA.

Conclusioni

Come vi abbiamo raccontato nella recensione di We Own This City - Potere e corruzione, vi aspetta una di quelle serie tese, dure, senza sconti, uno di quei racconti dove la polizia viene mostrata in tutte le sue falle, con un tono realistico e violento.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • La storia raccontata, una storia vera.
  • La mano di David Simon, già al timone di The Wire e The Deuce.
  • Josh Charles, sorprendente in un ruolo lontano dalle sue corde.

Cosa non va

  • Non è una serie per tutti: potrebbe non piacere a chi non ama storie di polizia senza sconti.