Venezia 66, giorno 3: applausi per Il cattivo tenente e Videocracy

Buona accoglienza per Il cattivo tenente di Werner Herzog e l'austriaco Lourdes della regista Jessica Hausner. Applausi scroscianti anche per 'Videocracy', e polemiche per 'Francesca' di Bobby Painescu.

Il primo venerdì di questa 66esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia vede ben tre film in concorso: Il cattivo tenente - Ultima chiamata New Orleans di Werner Herzog, l'austriaco Lourdes di Jessica Hausner ed il cinese Prince of Tears di Yonfan.
Ovviamente il grande atteso era proprio il film di Herzog, una sorta di remake del film di Abel Ferrara (anche se i punti in comune tra le due opere sono veramente minimi). Lo stesso Herzog ha ammesso di non conoscere il film precedente (provocatoriamente ha detto anche di non sapere chi sia "questo Ferrara"), e forse proprio questo ha contribuito maggiormente alla buona riuscita del film che è stato molto applaudito dalla critica dopo la proiezione, soprattutto per lo sguardo volutamente ironico scelto dal regista per raccontare la storia di questo tenente della polizia della New Orleans post-Katrina che fa uso e abuso di droghe di ogni genere. Nel film si fa notare soprattutto un Nicolas Cage sempre molto in parte in ruoli così estremi (si ricordi l'Oscar per Via da Las Vegas) accompagnato qui al Lido da una Eva Mendes sempre molto affascinante.

Molto buona l'accoglienza della stampa anche per il dramma Lourdes, storia di una giovane ragazza completamente paralizzata che va in pellegrinaggio nella cittadina francese e vede cambiare la sua vita, forse per sempre. Bravissima la protagonista Sylvie Testud, sicuramente in lizza per la Coppa Volpi, ma anche la regista Jessica Hausner, al terzo lungometraggio, che ben rende
il senso di attesa e frustrazione dei pellegrini e soprattutto lo squallore di questi pellegrinaggi organizzati.
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Prince of Tears invece è un sospiroso melodramma ispirato a fatti realmente accaduti nella sparuta colonia di militari cinesi rifugiatisi a Taiwan dopo la rivoluzione cinese, e in particolare alla vicende di una famiglia la cui paradisiaca esistenza è spezzata dall'improvviso e incomprensibile arresto dei genitori, accusati di spionaggio e simpatie comuniste. Ambientato nel 1954 in una pittoresca Taiwan, il film di Yonfan ha il suo punto forte nell'estetica: quella dei paesaggi, quella di una messa in scena curata ed elegante, quella dei protagonisti, tutti dotati del fascino malinconico perfetto per incarnare una luttuosa favola di perdita dell'innocenza.

Nelle altre sezioni, due pellicole che hanno suscitato molte polemiche nel nostro paese, Videocracy - Basta apparire e Francesca, entrambe distribuite per l'Italia da Fandango. Videocracy, nelle sale italiane già da oggi e film evento delle Giornate delle Autori e della Settimana della Critica, è un documentario ad opera del regista svedese Erik Gandini che focalizza l'attenzione sugli ultimi decenni di televisione commerciale italiana, e sugli effetti che ha prodotto sulla cultura e società italiana. Già prima della presentazione al Lido, il film era stato al centro di molte polemiche quando è circolata la notizia che alcune emittenti televisive avevano rifiutato il trailer del film perchè considerato un attacco al governo Berlusconi. Ieri sera l'unica proiezione era stata presa d'assalto sia dalla stampa che dal pubblico, ed è stata accolta con un lungo e fragoroso applauso da parte dei presenti.
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Ancora più bollente la questione Francesca, film rumeno diretto da Bobby Paunescu e presentato ieri sera per la sezione Orizzonti. La pellicola che racconta, con tono asciutto e interpretazioni molto intense, la storia di una maestrina di asilo che vorrebbe emigrare in Italia, ha mandato su tutte le furie l'onorevole Alessandra Mussolini, che nel film viene citata in modo diretto (così come il sindaco di Verona) e certamente offensivo per alcune sue dichiarazioni passate su alcuni membri della comunità rumena italiana. La Mussolini ha già detto di aver richiesto non solo un risarcimento danni ma addirittura il sequestro nel film che invece dovrebbe essere distribuito il prossimo ottobre anche nei cinema italiani. Per ora il regista si è limitato a dire che "chi fa dichiarazioni come quelle fatte dalla Mussolini deve aspettarsi anche questo tipo di reazione e assumersi le proprie responsabilità", ma siamo certi che la polemica continuerà anche nei prossimi giorni.
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