T•P Bon, la recensione: a spasso nel tempo nel nuovo anime Netflix

La recensione di T•P Bon, adattamento animato dell'omonimo manga di culto dei creatori di Doraemon, tra i più espliciti dei loro lavori, ricco di stile, coinvolgente e forte di tematiche sempreverdi che ne elevano il contenuto.

T•P Bon, la recensione: a spasso nel tempo nel nuovo anime Netflix

La ricchissima offerta anime di Netflix si arricchisce con un nuovo e atteso progetto, soprattutto dai fan dei classici del manga giapponese e di Doraemon. Insieme al compianto Osamu Tezuka, infatti, tra i più apprezzati mangaka in attività tra gli anni '60 e '80 figura sicuramente il duo Fujiko Fujio, composto da Hiroshi Fujimoto e Motoo Abiko. Il fumetto più conosciuto dei due artisti è sicuramente Doraemon, scritto e illustrato però dal solo Fujimoto, a cui si devono in realtà i migliori lavori dei Fujiko Fujio, compreso appunto il T•P Bon da cui è tratto il nuovo e convincente anime nel catalogo streaming del Colosso di Hastings.

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Bon assiste all'arrivo di Ream Stream

A svilupparlo il talentuoso team di Studio Bones, già dietro alle premiate e amatissime trasposizioni animate di My Hero Academia, _Full Metal Alchemist: Brotherhood, Mob Psycho 100 e Cowboy BeBop: Il Film. Un progetto che arriva nei festeggiamenti del 90° anniversario della nascita di Fujimoto e a lungo richiesto dagli appassionati tout court del lavoro del sensei, scomparso nel 1996. Un titolo voluto e a lungo ricercato (nonostante il film animato del 1989) che è finalmente disponibile su Netflix, bello, dinamico e convincente al netto di un leggero afflato anacronistico di fondo.

Eroi del tempo

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Bon e Ream Stream pronti all'avventura

Namihira Bon è uno studente delle medie con poca voglia di studiare. Non è l'ozioso e scansafatiche Nobita di Doraemon, ma la sua versione mediana. Anzi, Namihira custodisce la mediocrità nel nome, in cui crede sia addirittura nascosto il suo destino: una vita piatta e modesta, senza grandi conquiste né troppe soddisfazioni. Al netto dei suoi arrendevoli pensieri Bon non vuole arrendersi e prova con tutto se stesso ad alzare l'asticella del suo impegno, anche grazie all'interesse dai genitori e degli amici, ma non riesce mai ad eccellere in nulla, tanto meno a fallire. Perfettamente bilanciato ma insoddisfatto, Namihira, finché all'improvviso non piomba nella sua vita la misteriosa e affascinante Ream Stream con la piccola e curiosa medusa inter-dimensionale Buyoyon. Viene dal futuro, dal 2056, e fa parte della Time Patrol Agency, un'organizzazione segreta che si occupa di salvare quelle vite mietute ingiustamente o per errore nel corso di secoli, addirittura millenni.

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Ream Stream, Bon e Buyoyon sulle iconiche moto volanti

La regola più ferrea è la seguente: non è possibile salvare le figure fondamentali della storia, rischiando di cambiarne il corso. Per gli altri, ovviamente meritevoli, l'impegno è invece profuso e concreto. Per uno scherzo del destino, Namihira rischia di essere cancellato dall'esistenza finché non gli viene proposto di entrare nella TPA, con Ream Stream ad affiancarlo. Inizia così l'ascesa di Bon vero un mondo più adulto e maturo di responsabilità e azione, avanti e indietro nel tempo, con il delicato obiettivo di evitare morti e sofferenze che avrebbero potuto evitarsi. È un anime leggero ma intenso, T•P Bon, come si addice al filone tra il pedagogico e il fantascientifico a cui appartiene il manga, che così trasposta si presenta un po' in ritardo come il Doctor Who giapponese e animato degli anni '70, a volte molto esplicito e diretto (si vedono sangue e uccisioni) e altre invece foriero di una toccante sensibilità storica che ne eleva tematiche e riflessioni alla base concettuale.

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Una scena dell'età preistorica

Il problema più evidente riguarda il taglio degli episodi - che si rifanno interamente al materiale originale -, che è un po' fuori tempo massimo e restituisce almeno in parte quella sensazione procedurale che spesso funziona e altre invece no. È sì forte dell'elemento storiografico ed emotivo, a volte straordinariamente inventivo e con intuizioni e spiegazioni stuzzicanti, ma è come se in alcuni passaggi si avvertisse la sua effettiva età anagrafica, al di là di quanto o poco seminale possa essere stato per l'epoca.

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L'anima di F.

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Bon e Ream Stream a spasso nel tempo

Grande valore T・P Bon lo acquista nella traslazione in forma animata, che arriva a distanza di 46 anni dalla prima pubblicazione del manga di Fujimoto. Studio Bones mantiene viva e intatta l'anima stilistica del mangaka, inconfondibile, tonda, morbida e identitaria esattamente com'era nel '78, ammodernandone il tratto e i contorni tra animazione tradizionale e digitale, ibridate in modo funzionale e cosciente. Bello da vedere e capace di appassionare grazie alle tante epoche storiche differenti, ognuna pensata per accrescere e potenziare la conoscenza di Namihira e cavalcare le onde del tempo cercando di migliore il passato senza rovinare il presente, così da preservare il futuro. Una lezione che occupa spazio in tanti diversi lavori di Fujimoto, Doraemon compreso, ma che è qui centrale per l'intera crescita del protagonista e il senso stesso dei tanti racconti che vanno a comporre l'anime nella sua interezza.

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Ream Stream e Bon sorvolano una foresta nel passato

Per l'occasione, inoltre, sono state composte due single - apertura e chiusura - davvero piacevoli: la prima, "Bon, Bon, Bon", trascinante e coinvolgente, la seconda, "Tears From the Sky", suggestiva ed emozionante. Nella musica si nascondono in pratica le stesse qualità di T•P Bon, che è un po' come chiudere il cerchio narrativo delle tante missioni che movimentano la vita di Namihira, che di episodio in episodio acquista sempre più consapevolezza del suo ruolo.

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Ream Stream e Buyoyon si ritrovano di nuovo

Allo spettatore resta soprattutto il piacevole e pregevole sforzo artistico dietro al progetto, ma anche tante emozioni contrastanti che nascono dall'imprevedibilità di alcune situazioni e dal modo di affrontarle dei protagonisti. Straordinario pensare che un lavoro simile risalga di fatto a 50 anni fa e curioso il modo in cui riesca ancora oggi a mantenere vivo il suo spirito educativo e avventuroso in un'estetica vintage e ben ritoccata che invoglia grandi e piccoli alla visione. Un'altra scommessa vinta di Studio Bones.

Conclusioni

n adattamento convincente e ben elaborato, T•P Bon, che tiene fede allo stile e alle tematiche del manga classico di Fujiko F. Fujio pur ammodernandolo in chiave animata senza tradirne carattere e identità. Studio Bones crea un prodotto d'estetica fluida e accattivante nel 90° anniversario della nascita di Fujimoto, rispettando tutto lo spirito educativo dell'opera al netto di un piccolo problema nel taglio degli episodi, che mostrano il fianco alla loro effettiva età anagrafica. In conclusione, comunque, T•P Bon può dirsi un prodotto valido ed efficace rivolto a tutti gli appassionati del genere.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • Il lavoro di Studio Bones nelle animazioni.
  • Il valore pedagogico e storiografico insito in ogni storia.
  • Il rispetto dello stile e dei contenuti del manga originale.

Cosa non va

  • Il taglio degli episodi un po' anacronistico in termini di struttura procedurale.
  • Continuerà?