The Brothers Sun, la recensione: dalla Cina con furore

La recensione di The Brothers Sun, dramedy action familiare dal sapore orientale con Michelle Yeoh, in streaming su Netflix e già in Top 10, dove tutti gli ingredienti della ricetta in fondo sono nelle dosi giuste.

The Brothers Sun, la recensione: dalla Cina con furore

Che gli interpreti (e di conseguenza le storie) asiatici stiano avendo sempre più spazio al cinema e in tv è indubbio e la riprova viene dalla fresca vittoria ai Golden Globe 2024 della miniserie Beef/Lo Scontro su Netflix con Ali Wong e Steven Yeun. Il colosso dello streaming ha inaugurato l'anno con Un inganno di troppo, ennesimo frutto dell'accordo con il prolifico autore Harlan Coben, ma pochi giorni dopo anche con The Brothers Sun, che rientra proprio nella categoria sopra indicata e ritrova nel cast una certa Michelle Yeoh che l'altr'anno ha fatto impazzire (tanto in senso positivo quanto negativo) tutti con quel fenomeno cinematografico che è stato Everything Everywhere All At Once. Dopo la parentesi di American Born Chinese su Disney+ che riuniva gran parte del cast del film, appena cancellata dopo una sola stagione, l'attrice oramai di successo mondiale torna alla serialità ma questa volta su Netflix nei panni di una matriarca sui generis in uno show che vuole prendere in giro tutti gli stilemi del genere mafioso e applicarli ai film action orientali in stile Jackie Chan. Ne esce un prodotto valido e convincente, come spiegheremo nella recensione di The Brothers Sun.

Una ricetta equilibrata

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The Brothers Sun: Michelle Yeoh in una scena

La trama della serie Netflix parte da un insieme di ingredienti ben amalgamati tra loro - utilizziamo la metafora culinaria non a caso, dato l'inizio in medias res della vicenda che ci presenta la passione del protagonista, al pari dell'uccidere le persone essendo stato cresciuto dal padre come una macchina da guerra che gli succedesse un giorno. Forse tutto parte dai due creatori, Brad Falchuk e Byron Wu: un'accoppiata anomala ed interessante che viene proprio dai due mondi raccontati che vanno a scontrarsi nello show, ovvero quello statunitense e quello cinese. Falchuk, lo ricordiamo, oltre ad essere l'attuale marito di Gwyneth Paltrow, conosciuta sul set di Glee, è stato co-creatore di quest'ultima insieme a Ryan Murphy e con lui ha dato vita anche a moltissimi altri prodotti, come American Horror Story, American Crime Story e American Horror Stories, Scream Queens, 9-1-1 e 9-1-1: Lone Star, Pose, e sempre per la piattaforma The Politician.

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Inizio in medias res

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The Brothers Sun: una foto di scena

La sequenza iniziale di cui parlavamo, per capire da subito la riuscita commistione di generi, vede Charles (Justin Chien) intento a seguire e mettere in pratica una ricetta da un talent culinario alla tv, quando dei sicari irrompono nella sua abitazione e parte una sequenza action degna dei migliori film orientali in cui si troverà costretto ad eliminarli... con un mattarello. Questo prima che arrivi il padre Big Sun (Johnny Kou), a capo di una delle più potenti e temute triadi della mafia cinese a Taipei e che l'accaduto lo costringa ad andare a Los Angeles a riallacciare i rapporti con la madre perduta Eileen (Yeoh appunto), che aveva abbandonato quella vita per salvarsi e per proteggere il figlio minore, Bruce (Sam Song Li) che non sa nulla della verità sulla propria famiglia.

Incontro di culture

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The Brothers Sun: Michelle Yeoh in un frame della serie

A quel punto scatta l'incontro tra due mondi apparentemente agli antipodi che dovranno trovare un modo non solo per convivere e imparare gli uni dagli altri, ma soprattutto per salvarsi la pelle da quest'orda di sicari impazziti e con l'obiettivo di eliminare la Triade. Bisogna però scoprire chi è il mandante degli attentati e quindi c'è anche il mystery nel calderone della ricetta della serie tv, mescolato sapientemente non solo all'action ma anche al poliziesco: parallelamente vi sono infatti le indagini su quanto sta accadendo nella Città degli Angeli non solo da parte del detective di turno ma soprattutto della vice procuratrice distrettuale Alexis (Highdee Kuan), che vuole togliere il "vice" dal proprio titolo a tutti i costi e, guarda caso, è anche l'amore d'infanzia di Charles che non vedeva da quando erano piccoli a Taipei. Immancabile infine il migliore amico di Bruce, TK (Joon Lee), uno spacciatore che vorrebbe inserire l'amico nel giro ma presto l'obiettivo si ribalterà, anche perché Bruce studia per diventare medico... ma ha una passione segreta per l'improvvisazione e vorrebbe sfondare in quel dell'assolata LA.

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Commedia familiare cinese

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The Brothers Sun: una scena della serie

Gli autori nella ricetta del serial dal sapore shakesperiano non volevano farsi mancare proprio nulla e quindi ci sono anche la commedia tipica degli action orientali per mantenere un tono leggero pur nel dramma raccontato come quello del mondo mafioso, e l'aspetto familiare, in cui Michelle Yeoh giganteggia nel ruolo di questa matriarca divisa tra l'essere una spietata donna criminale e una madre amorevole che vuole proteggere il proprio nucleo di affetti a tutti i costi. Si riflette tra le righe anche sul ruolo della donna in una società patriarcale come quella della mafia cinese e si tenta di ribaltare ogni possibile personaggio-tipo e stilema del genere, per provare a modificare leggermente gli ingredienti e rendere la ricetta più piccante. Tutto sommato The Brothers Sun ci riesce perché, pur raccontando qualcosa che sa di già visto nei suoi elementi presi singolarmente, è nel mix finale messo nel frullatore che risulta originale e soprattutto avvincente. Grazie anche ad una regia e ad una coreografia particolarmente eleganti e raffinate (lontane dal trash di prodotti come Obliterated, per capirci), unite ad una colonna sonora che è la ciliegina sulla torta.

Conclusioni

Alla fine della recensione di The Brothers Sun ribadiamo come si tratti di qualcosa che unisce tanti aspetti e caratteristiche già viste nel mix di generi che racconta eppure riesce nel complesso ad essere qualcosa di nuovo e accattivante. Una serie profondamente derivativa ma realizzata con intelligenza, tatto ed eleganza. Un cast che premia gli asiatici capitanati da una Michelle Yeoh in gran forma (ma tenete d’occhio Justin Chien) e un comparto tecnico che risulta curato donando raffinatezza al prodotto finito.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.3/5

Perché ci piace

  • Michelle Yeoh (e Justin Chien).
  • L’incontro di mondi.
  • La colonna sonora.
  • Le sequenze action.

Cosa non va

  • Sam Song Li può risultare a tratti fastidioso.
  • Non tutti i colpi di scena funzionano allo stesso modo.
  • Non si tratta di un prodotto rivoluzionario per il genere.