Silvio Berlusconi: come ha cambiato la tivù (e non solo) in Italia

Silvio Berlusconi, scomparso oggi all'età di 86 anni, ha cambiato la tivù in Italia: si deve a lui la nascita della tv commerciale nel nostro Paese, l'arrivo di una certa serialità americana e l'intuizione del calcio come spettacolo televisivo. E anche che il futuro sarebbe stato lo streaming...

Silvio Berlusconi: come ha cambiato la tivù (e non solo) in Italia

Quella scritta "Silvio Berlusconi Communications presenta" ce l'abbiamo in mente in tanti. L'avevamo vista, all'inizio dei titoli di testa, quel 9 gennaio del 1991 alle 20:40 quando, per la prima volta, siamo entrati nel mondo de I segreti di Twin Peaks, uno degli eventi che hanno cambiato la storia della tivù, e che proprio Silvio Berlusconi aveva portato con orgoglio (e perspicacia) in Italia, su Canale 5. È questa la prima immagine, la prima di tante, che ci è venuta in mente alla notizia della morte di Silvio Berlusconi, per tutti Il Cavaliere, avvenuta oggi all'età di 86 anni. Ognuno di noi avrà la sua immagine in testa, ognuno di noi avrà la sua opinione di Berlusconi. Un personaggio che prima ha unito gli italiani con un impero mediatico che ha portato un nuovo modello di intrattenimento, poi ha inevitabilmente diviso, più di ogni altro, con la sua famosa "discesa in campo" del 1994, il suo ingresso in politica. È indiscutibile però che abbia cambiato la tivù in Italia. Che abbia cambiato lo sport. E contribuito, tramite Medusa, la società di produzione e distribuzione del gruppo Mediaset, anche a finanziare molto del cinema italiano che abbiamo visto in questi ultimi trent'anni.

Telemilano, Canale 5 e la tv commerciale in Italia

Un giovane Silvio Berlusconi  in una scena del documentario Silvio Forever
Un giovane Silvio Berlusconi in una scena del documentario Silvio Forever

Si deve a Silvio Berlusconi, infatti, la nascita ad alti livelli della tivù commerciale italiana. La tivù, fino al suo ingresso in scena, era solo quella di Stato, la Rai, che operava in una situazione di monopolio. Nel 1976 la sentenza n. 202 della Corte Costituzionale aveva aperto la strada all'esercizio dell'editoria televisiva. C'erano le tv private, che trasmettevano a livello locale. Silvio Berlusconi acquista un'emittente, Telemilano, dal suo fondatore, Giacomo Properzj: allora era una tv via cavo. Nel 1978 quella tv sarebbe diventata Canale 5, dall'inconfondibile logo di un biscione stilizzato che diventava un cinque, e sarebbe nata Fininvest, la holding che controllava tutte le sue attività. Canale 5, da subito, viene impostata come una tv nazionale. Per trasmettere in tutta Italia in contemporanea, si usava un consorzio di emittenti locali come se fosse un'unica emittente nazionale. Così si aggirava il divieto di trasmissione nazionale che allora era vigente per le emittenti private: si registrava tutto con un giorno d'anticipo, si preparava il palinsesto e si inserivano le pubblicità e si trasmetteva il giorno seguente in contemporanea in tutta Italia.

Lui e Loro: i migliori Berlusconi dello schermo

Italia 1 e Rete 4: nasce l'impero Fininvest

Silvio Berlusconi in un'immagine dal documentario Silvio Forever
Silvio Berlusconi in un'immagine dal documentario Silvio Forever

Canale 5 è solo il primo tassello di quello che sarebbe diventato un impero mediatico. Nel 1982 Berlusconi acquista Italia 1 dall'editorie Edilio Rusconi e nel 1984 Rete 4 dal gruppo editoriale Arnoldo Mondadori Editore. Con tre reti che trasmettono a livello nazionale si crea così un vero e proprio duopolio televisivo che vedere il gruppo Fininvest accanto alla Rai. Per anni, la televisione italiana sarebbe stata questo, e il "terzo polo" solo una chimera. Nel 1984 i pretori di Torino, Pescara e Roma oscurano le reti Fininvest per violazione della legge che proibiva alle reti private di trasmettere su scala nazionale, ma dopo pochi giorni il governo guidato da Bettino Craxi, con un decreto, legalizza la situazione della Fininvest. Nel 1990 la legge Mammì renderà legale lo stato di fatto, rendendo possibile alle tv private trasmettere su tutto il territorio nazionale. L'impero mediatico della Fininvest si espanderà anche all'estero: nel 1986 in Francia, con La Cinq, nel 1987 in Germania con Tele 5 (Telefünf) e nel 1990 in Spagna con Telecinco. Delle tre tv è quest'ultima ad essere ancora attiva, mentre la tv francese ha chiuso nel 1992 e la tedesca nello stesso anno, per poi riaprire nel 2002.

Da Dallas a I segreti di Twin Peaks

Benvenuti a Twin Peaks
Benvenuti a Twin Peaks

Silvio Berlusconi ha cambiato la tv in Italia, e la cosa, ovviamente, va vista da più angolature. L'imprenditore e i suoi programmatori hanno intuito quella voglia di leggerezza di cui, negli anni Ottanta, aveva voglia un'Italia uscita dagli anni di Piombo. C'era una ritrovata fiducia, un nuovo benessere economico, un bisogno di lasciarsi alle spalle una certa seriosità. Era un'Italia che guardava sempre più all'America, e le tv di Berlusconi la portavano. Con i grandi serial come Dallas (strappato alla Rai dopo la prima stagione), Dinasty, Falcon Crest e in seguito le soap opera con Beautiful. E con quelle serie televisive, che allora si chiamavano telefilm, che erano un marchio di fabbrica della tv giovane, Italia 1: Supercar, Magnum P.I., A-Team e tante altre. E poi, come vi abbiamo raccontato in occasione dei trent'anni, la grande intuizione di portare in Italia un nuovo modo di fare serialità, I segreti di Twin Peaks: la serie di David Lynch viene lanciata in prima serata, su Canale 5, a un pubblico che viveva di soap opera e sceneggiati. Twin Peaks avrebbe cambiato per sempre la tv, e noi abbiamo avuto la fortuna di vedere questa serie su Canale 5. Il fenomeno Twin Peaks ha successo anche grazie a una serie di sinergie, con testate come Tv Sorrisi e Canzoni e Ciak (Mondadori, quindi sempre di proprietà di Berlusconi) a promuovere la serie di David Lynch e a premiarla con i Telegatti, ovviamente trasmessi su Canale 5.

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Risatissima, Drive In, Festival e gli altri show

Mike Bongiorno accanto a Silvio Berlusconi, agli inizi degli anni '80.
Mike Bongiorno accanto a Silvio Berlusconi, agli inizi degli anni '80.

Ma le reti Fininvest hanno cambiato anche il modo di fare tv attraverso gli show. Da un lato, puntando forte sulla comicità, su un cabaret che a Milano andava forte attraverso locali come il Derby e che le reti di Berlusconi hanno portato in tutta Italia. Nascevano così programmi come Risatissima e Drive In, il primo travestito da show più elegante del sabato sera, il secondo più sfrenato e ammiccante a quel mondo americano di cui parlavamo prima, e che stava arrivando in Italia attraverso i fast food, la musica, la moda, il cinema. Dall'altro, provando a ripetere, forse con meno eleganza, la modalità del "varietà" del sabato sera della Rai, prima con dei prodotti in parte originali, come Premiatissima, poi anche attraverso un'imponente campagna acquisti di alcuni dei volti più noti della tivù di stato: Mike Bongiorno, da subito, con i suoi quiz, come Flash e Superflash. E poi Pippo Baudo, con il suo Festival che era in tutto e per tutto un Fantastico Made In Finivest. E ancora Raffaella Carrà, Sandra Mondaini e Raimondo Vianello e molti altri. Anche il modello del contenitore domenicale, Buona Domenica, viene mutuato da quello Rai di Domenica In. Se questi show, in un certo senso, hanno alzato l'asticella della competizione televisiva, dall'altro - è il pensiero di molti - hanno abbassato la qualità, creano un'egemonia culturale a cui i sociologi imputano quello che sarebbe successo dagli anni Novanta in poi. In particolare, se pensiamo a programmi come Drive In o Non è la Rai, è iniziata proprio in quelle tv una certa visione del corpo femminile la cui onda lunga sarebbe arrivata fino a pochi anni fa, influenzando la politica e sfociando anche in casi di cronaca.

Dal Maurizio Costanzo Show ad Amici di Maria De Filippi e il Grande Fratello

Maurizio Costanzo
Maurizio Costanzo

Sono state, di fatto, le televisioni di Silvio Berlusconi a lanciare un nuovo modo di fare informazione. Se il telegiornale, il Tg 5, sarebbe arrivato solo nel 1992, fu Berlusconi a credere in Maurizio Costanzo e a lanciare, con il Maurizio Costanzo Show, nel 1982, una propria via verso l'infotainment: un salotto confidenziale, in onda da un teatro, con il pubblico, che mescolava alto e basso, giornalismo e spettacolo, cultura e gossip. Quello di Maurizio Costanzo è stato un programma che ha contribuito a dare una nuova identità alla tv Fininvest, fino a diventarne il simbolo. Ma anche, secondo molti, uno dei primi programmi a dare il via a una certa deriva "trash" della televisione. Il sodalizio con Maria De Filippi, compagna di vita e di lavoro, avrebbe poi lanciato un impero nell'impero, un passaggio di testimone verso un altro modo ancora di fare tv, che dura ancora oggi. Amici (in prima battuta chiamato Saranno famosi, nome poi cambiato per ragioni di diritti), C'è posta per te, a sua volta erede di un altro famoso programma Fininvest/Mediaset, Stranamore, e Uomini e donne. Amici, di fatto, è stato il primo grande talent della tv italiana. Così come il Grande Fratello è stato il primo reality show vero e proprio che abbiamo visto in Italia. Ma i programmi storici delle tivù Fininvest sono tantissimi, e quelli che ricordiamo con più piacere sono quelli che vedevamo da bambini: Il pranzo è servito, Help, Bis, Doppio Slalom, Il gioco delle coppie, Il gioco dei nove, Emilio, Bim Bum Bam.

Loro 2, Toni Servillo: "Il fascino di Berlusconi è che abita dentro di noi"

Il grande calcio in tv

Champions League
Champions League

Un'altra intuizione del Silvio Berlusconi broadcaster è la trasmissione del calcio in tv, la sua definitiva spettacolarizzazione. Quella tra Silvio Berlusconi e il calcio è una lunga storia d'amore iniziata nel 1980, con l'acquisizione e la trasmissione dei diritti televisivi del Mundialito, un torneo di calcio fra nazionali sudamericane ed europee, compresa quella italiana, che avevano vinto i mondiali di calcio. Canale 5, allora, riesce a ottenere il satellite della Rai e a trasmettere l'evento in diretta per la Lombardia e in differita nel resto d'Italia. Dall'anno dopo, il 1981, sarebbe stata proprio Canale 5 a organizzare il proprio Mundialito, con una formula completamente diversa: il Mundialito per Club, un torneo ad inviti pensato per le squadre di club ed andato in scena fino al 1987. Nel 1986 Silvio Berlusconi acquista il Milan e la sinergia tra le sue televisioni e il calcio diventa ancora più forte. Nasce il Trofeo Luigi Berlusconi, partita amichevole diventata un classico del precampionato. E, nonostante il calcio e le sue competizioni più importanti fossero ancora appannaggio della Rai, ogni partita amichevole del Milan sarebbe stata l'occasione per fare calcio e spettacolo in tv. Negli anni Novanta, con il decollo della Champions League, le reti Mediaset sono in prima fila per trasmettere le partite in chiaro, e a creare intorno al calcio uno show mediatico.

Infinity: il primo servizio di streaming in Italia

A livello televisivo, il gruppo di Silvio Berlusconi è sempre stato all'avanguardia. Lo testimonia il fatto che lo streaming è oggi una realtà consolidata, ma in molti forse non ricordano che il primo servizio di questo tipo in Italia è arrivato grazie al gruppo Mediaset. Era il 2013 e nasceva Infinity TV, piattaforma streaming on demand edita da RTI, società controllata dal Gruppo Mediaset. Nel 2021 la piattaforma è stata inglobata in Mediaset Play Infinity, con i contenuti a pagamento che sono trasferiti sulla piattaforma Infinity+.

Medusa: La grande bellezza, produzione da Oscar

La Grande Bellezza: Toni Servillo nella prima foto di scena del film
La Grande Bellezza: Toni Servillo nella prima foto di scena del film

Ma a Silvio Berlusconi si deve anche la produzione di tanto cinema italiano grazie a Medusa, la società di produzione e distribuzione del gruppo Finivest/Mediaset. Medusa ha prodotto film come La grande bellezza, premio Oscar, Youth, Benvenuti al Nord, Perfetti sconosciuti, To Rome With Love, Quo vado?, Tolo Tolo, La stranezza, Il grande giorno. Ha distribuito film come Il GGG - Il grande gigante gentile, Indivisibili, L'ultimo bacio e Baciami ancora, Tre uomini e una gamba e tutti i film più importanti di Aldo, Giovanni e Giacomo. E tanti, tantissimi altri film. Ma questa è un'altra storia.