Il Blu-ray di Gravity 3D e 2D

Edizione eccezionale per lo spettacolare film di Alfonso Cuarón. Video da applausi, audio super ed extra abbondanti e interessanti.

Soli nello spazio infinito
Dieci nomination agli Oscar, il pathos di un thriller abbinato alla fantascienza, l'utilizzo forse migliore e più suggestivo mai visto del 3D: con queste credenziali Gravity è arrivato adesso in homevideo dopo aver avuto un enorme successo a livello di premi, incassi e critica. Del resto il film di Alfonso Cuarón è di quelli dal forte impatto, con due star assolute come Sandra Bullock e George Clooney a recitare quasi sempre col casco da astronauta immersi nello spazio senza fine. I due interpretato Ryan Stone e Matt Kowalsky, unici sopravvissuti dell'equipaggio di una navicella spaziale investita da detriti di ogni tipo. Ma i due restano abbandonati a loro stessi, legati l'uno all'altra mentre precipitano nel buio. Silenzio assoluto, scenari mozzafiato (un 3D da applausi), paura e tensioni crescenti, con l'aspetto umano che non viene mai messo in secondo piano rispetto alle vicende.

Il video in 3D: un'esperienza davvero coinvolgente
Gravity è approdato in homevideo con tre edizioni targate Warner Bros. La nostra recensione riguarda quella più attesa considerata la spettacolarità del film, ovvero il blu-ray 3D, la cui confezione all'interno (uno slipcase cartonato con scritte in rilievo) contiene comunque anche il blu-ray 2D. Il risultato visivo è eccezionale con il 3D che riesce a restituire in maniera integrale la sbalorditiva profondità e dimensionalità viste nelle sale, con una sensazione realistica dello spazio e degli oggetti vaganti mai vista prima. Sembra davvero di essere in mezzo ai protagonisti, immersi nello spazio totale, attorniati dai detriti con la Terra e le stelle sullo sfondo. Mai visto un 3D così naturale nella visione, senza che effetti pop up e stratificazione dei piani diano origine a spiacevoli fenomeni quali crosstalk o aberrazioni varie, nonostante le condizioni di luminosità sempre molto ostiche. Il dettaglio a dire la verità è a tratti un po' morbido, ma a causa dei molti effetti utilizzati, comunque nel complesso la definizione resta molto buona. Un nero solidissimo e la calibratura perfetta di contrasto e luminosità completano il tutto.

Il video in 2D: scenari di incredibile bellezza
Anche nella versione 2D siamo a ottimi livelli, tanto che anche qui emerge comunque una piacevole sensazione di profondità. Il dettaglio è sempre elevato, con contorni netti e scenari incredibili riprodotti con dovizia di particolari, dai minimi segni sulle tute ai graffi sulle visiere, dalle macchie dei veicoli spaziali alle forme dei detriti. In vari momenti, anche qui, prevale una certa morbidezza condita da una leggera grana, soprattutto sul bianco delle tute o all'interno della stazione spaziale internazionale, ma tutto resta nei limiti e l'aspetto cinematografico è conservato. Il nero denso come l'inchiostro fa da sfondo terrificante e suggestivo, mentre il pianeta mostra colori vivaci e rigogliosi, senza che emergano fenomeni di aliasing o banding. Anche in questo caso le condizioni particolari di luminosità non diventano quasi mai un problema. Come detto, qualche effetto digitale assume un aspetto più morbido rispetto al resto del quadro, difetto peraltro minimo e imputabile comunque al girato e non certo al trasferimento.

Audio pazzesco, ma c'è un doppio rammarico
Pazzesco anche il reparto audio, anche se a riguardo c'è un doppio rammarico: il già notevolissimo dolby digital italiano 5.1 ha un bitrate di appena 448 Kb/sec, invece del 640 Kb/sec utilizzato in altri blu-ray, mentre la traccia inglese DTS HD Master Audio è codificata 5.1, invece del potenzialmente devastante 7.1. Detto questo, siamo comunque di fronte a un'esperienza eccezionale, tanto che c'è da chiedersi a che vette si sarebbe arrivati con quei due ritocchi. Il sonoro del resto ha un ruolo fondamentale nella vicenda, sia quando ci sono da registrare i singoli respiri e i minimi movimenti in mezzo a un gigantesco e inquietante silenzio, sia soprattutto nei tanti momenti più concitati, quando la navicella viene travolta dai detriti e i protagonisti sono in viaggio nello spazio. Ma soprattutto nella riproduzione della pressante colonna sonora. Ebbene in questi momenti lo spettatore è letteralmente travolto da rumori di ogni tipo, con un asse posteriore molto aggressivo ad appoggiare una già ampia apertura laterale, per riprodurre un avvolgimento totale tale da sembrare veramente in mezzo allo spazio, circondati da parti di navicella ed effetti di ogni tipo. Il tutto con una direzionalità precisa e impeccabile e continui panning. Chirurgico poi il posizionamento delle voci lungo i diffusori a seconda della loro posizione dello schermo. Potente e muscolare in questi casi anche l'intervento del sub, con bassi e rimbombi poderosi a invadere la scena. Ma se la traccia italiana è comunque da 8/9, il DTS HD inglese è da 10 (per la lode, come detto, manca una codifica 7.1), perché i dettagli sono ancora più perfetti e precisi, il sub devastante, la naturalezza è maggiore e soprattutto la dinamica ha un'ulteriore marcia in più.
Eccezionali anche gli extra: tre ore di contributi
Super anche il reparto dei contenuti speciali, con quasi tre ore di contributi. La prima sezione, denominata Gravity: Mission Control, dura in tutto ben 107 minuti ed è divisa in nove parti visibili anche singolarmente che toccano tutti gli aspetti della produzione: la sceneggiatura e le metafore presenti nel film (16'), le sfide e le soluzioni che hanno permesso di realizzarlo (10'), la previsualizzazione (12'), le tecniche utilizzate per enfatizzare la solitudine dello spazio con la terra in lontananza (11'), le idee per dare esattamente l'idea della gravità zero (8'), gli elementi di design spaziale utilizzati (13'), il racconto delle sfide interpretative di Sandra Bullock e George Clooney (10'), il lavoro di post produzione (15') e una featurette sull'importante lavoro effettuato sul sonoro e sulla riproduzione del silenzio (12').
Si passa poi alla seconda sezione, molto tecnica, soprattutto sugli effetti speciali utilizzati e denominata Shot Breakdowns, divisa in cinque parti anch'esse visibili singolarmente e dalla durata totale di 37 minuti. Gli argomenti sono la visiera ricostruita in digitale (7'), l'analisi della scena dell'incendio nella Stazione Spaziale Internazionale (6'), la scena della rinascita del dottor Stone (8'), l'utilizzo particolare della colonna sonora di Steven Price (8') e infine l'ammaraggio finale (8').
Troviamo poi il cortometraggio (con introduzione facoltativa) di 10 minuti Aningaaq, diretto da Jonás Cuarón, figlio di Alfonso Cuaròn e cosceneggiatore del film. Quindi il documentario Collision Point, con l'attore Ed Harris che racconta come realmente i detriti spaziali attualmente in orbita siano un serio pericolo per la Terra e per le prossime esplorazioni spaziali (22'). Si chiude con l'elenco di tutti i festival cinematografici a cui Gravity ha preso parte.

Per questa recensione la redazione di Movieplayer.it ha utilizzato TV Philips 55PFL8007K e la SoundBar Home Theater Philips HTS 9140 con Ambisound e lettore Blu-Ray 3D