House of the Dragon: perché è lo spin-off ma anche il remake de Il Trono di Spade

In occasione della partenza di House of the Dragon, lo spin-off de Il Trono di Spade su Sky Atlantic e NOW; iniziamo con il primo di una serie di approfondimenti settimanale per riflettere su una caratteristica del prequel: quanto è un remake della serie originale?

House Dragon Poster
Locandina di House of the Dragon

Era davvero difficile riacchiappare i fan orfani de Il Trono di Spade, soprattutto dopo la delusione dell'ultima stagione, ma House of the Dragon sembra essere riuscito nel miracolo, e forse parte del merito sta nell'aver ripreso Game of Thrones come se fosse un suo remake/reboot, non solo un prequel/spin-off. Nel giorno d'arrivo dell'attesissima serie in esclusiva su Sky Atlantic e in streaming solo su NOW in contemporanea assoluta con gli Stati Uniti, vediamo insieme perché House of the Dragon è lo spin-off ma anche il remake de Il Trono di Spade, e perché in parte se ne discosta mostrando da subito una propria identità, avvisandovi che ci potrebbero essere degli spoiler per chi non ha visto interamente la serie madre.

Il sopravvissuto

Game Of Thrones Prequel House Of The Dragon Concept Art 2
House of the Dragon: i concept art

Potremmo simbolicamente e rimanendo in tema soprannominare così House of the Dragon, l'unico spin-off dei tanti ordinati dopo la chiusura de Il Trono di Spade tre anni orsono da HBO ad essere riuscito a diventare una serie vera e propria e non rimanere fermo allo script o al pilot. Questo probabilmente perché basa tutta la sua storia su una delle casate più affascinanti dello show, dalla storia travagliata e incestuosa, quella dei Targaryen, che sappiamo dalla serie originale essere la casata destinata a sedere sul Trono per diritto di nascita, come confermato in questo prequel. In quest'aspetto lo show è quindi un prequel che vive grazie all'eredità lasciata da George R.R. Martin e dalla sua trasposizione televisiva. Uno show che non avrebbe ragione di esistere senza la serie madre, o almeno non avrebbe lo stesso fascino agli occhi del pubblico - anche perché se a uno spettatore non piace il fantasy o un drama dalle tinte fantasy come lo è stato Game of Thrones, perché mai dovrebbe guardare questa novità seriale? Parlare dei Targaryen ma anche delle altre casate, dei Greyjoy, degli Arryn, della lotta per la successione al Trono di Spade (invece che della sua conquista), nominare e/o (ri)vedere Approdo del Re, Roccia del Drago, Harrenhal, il Mare Stretto e così via, non può che riaccendere una fiamma nel cuore degli spettatori, che proveranno un sorprendente calore (sarà merito dei draghi?) nel tornare in quei luoghi che per anni li hanno appassionati e fatti sognare prima sulle pagine dei libri e poi davanti a uno schermo, grazie anche alla ricostruzione scenografica curata da HBO.

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Reboottare Il Trono di Spade

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House of the Dragon: una scena della serie

Complice il coinvolgimento in prima persona di Martin nel progetto - memore evidentemente di ciò che non aveva funzionato quando tutto o quasi erano stato lasciato in mano agli showrunner della serie madre - House of the Dragon tira fuori gli artigli di drago e fin dal primo episodio mostra di che pasta (di squame) è fatto. Stesso stile narrativo epico, stesso tipo di colpi di scena, stessa tipologia di personaggi carismatici, stesso cast misto tra esordienti e veterani della serialità, alcuni parallelismi tra personaggi vecchi e nuovi su cui torneremo in seguito. Forse questo prequel/spin-off possiede meno carica emotiva per assenza dell'effetto novità, ma tornare in quei luoghi e tra quelle atmosfere, come dicevamo prima, ha un tale appeal sugli spettatori - anche sui più perplessi inizialmente, come chi scrive - da compiere il proprio dovere e forse andare anche leggermente oltre. Dopo la delusione e il cuore che brucia ancora (Dracarys!) per quell'epilogo così poco simile a quella che si immagina potrà essere la controparte cartacea, al contrario House of the Dragon di fatto si presenta non solo come un prequel ma anche come un remake: un reboot, una riproposizione di ciò che aveva fatto de Il trono di spade la serie post-Lost capace di riunire settimanalmente così tante persone di interessi, età e appartenenza culturale diversa davanti alla TV a livello mondiale, scardinando una volta per tutte il genere fantasy in TV.

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Emilia Clarke interpreta Daenerys Targaryen in una delle prime immagini della nuova serie HBO Game of Thrones
Emilia Clarke interpreta Daenerys Targaryen in una delle prime immagini della nuova serie HBO Game of Thrones

Quindi House of the Dragon, essendo uno spin-off/prequel e un remake, non ha nulla di nuovo da dire? Non è effettivamente così perché ci sono alcuni elementi che saltano all'occhio durante la visione, e non stiamo parlando solo dell'ingombrante presenza dei draghi, dato che viviamo in un'epoca datata 200 anni prima della serie originale, quando le creature maestose non erano una leggenda. Erano anzi ben presenti nella vita quotidiana di Westeros ed erano controllate dalla famiglia Targaryen, che li utilizzava come simbolo della propria casata (un drago rosso a tre teste su sfondo nero, come Aegon e le sue sorelle) e del proprio motto ("Fuoco e sangue" come il romanzo di Martin da cui è tratto questo spin-off). C'è qualcosa di nuovo nel vecchio schema narrativo dell'autore: essendo una battaglia per il Trono che si gioca "in casa", i meccanismi sono simili ma differenti rispetto alle guerre per la conquista e le lotte sono intestine più che esterne (quanta attualità politica in tutto ciò, se ci riflettiamo un attimo). L'altro aspetto che sicuramente strizza l'occhio all'attualità è quello femminista, attraverso la prima donna a poter salire sul Trono di Spade nella storia del Continente Occidentale, Rhaenyra (Milly Alcock), designata dal padre Viserys I quando non ha ancora figli maschi. Pensando al destino di Daenerys (Emilia Clarke) 200 anni più tardi, c'è un interessante ricircolo storico che emerge dagli eventi dei due serial e uno sguardo più attento e sfaccettato ai personaggi femminili, che siamo sicuri regaleranno non poche sorprese alla Casata del Drago.

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