Parenthood: la famiglia di oggi, tra gioie e dolori

Arriva il nuovo family drama targato NBC presentato durante la prima giornata del telefilm Festival 2010. Qualche anticipazione in anteprima, in attesa del debutto italiano, previsto per il prossimo autunno su Joi.

Nonostante il calo degli ascolti nelle serie "formato famiglia" come Desperate Housewives e Brothers & Sisters, il family drama sopravvive e continua a riservarci grandi sorprese. Ne è un esempio lampante il nuovo show della NBC, Parenthood, in onda negli States già dal 2 marzo, e pronto a sbarcare anche in Italia fra pochi mesi, sul canale Joi di Mediaset Premium.
Prodotta da Image Television, NBC Universal, Network TV e Universal Media Studios, la serie di Jason Katims, produttore e regista di Friday Night Lights, è stata presentata durante la prima giornata del Telefilm Festival 2010 con la proiezione dei primi due episodi, il pilot e Man Versus Possum, diretti rispettivamente da Thomas Schlamme (Studio 60 on the Sunset Strip, Sports Night) e Lawrence Trilling (Felicity, Scrubs e Pushing Daisies).

Caratterizzato da una sceneggiatura impeccabile, un cast eccezionale e tematiche sempre attuali, lo show si ispira al film del 1989 di Ron Howard, Parenti, amici e tanti guai, proponendone una rilettura contemporanea, ricca di spunti interessanti. La storia, corale e coinvolgente, racconta le vicissitudini dei Braverman, analizzando gioie e dolori della moderna famiglia americana, attraverso le storie di quattro fratelli, Adam, Crosby, Sarah e Julia, e dei loro rispettivi nuclei familiari.

Nel ruolo del fratello maggiore Adam, troviamo il bravissimo Peter Krause, il Nate Fisher di Six Feet Under, che dopo averci conquistato col personaggio di Nick George in Dirty Sexy Money, torna a stregarci dando ulteriore prova, semmai ce ne fosse bisogno, della sua innata capacità di calarsi in ruoli sempre diversi. Felicemente sposato da molti anni con Kristina (Monica Potter, già vista in Boston Legal), Adam ha due figli: la dolce Haddie (Sarah Ramos), un'adolescente educata e diligente, e il fragile Max (Max Burkholder), affetto dalla sindrome di Asperger, una rara forma di autismo. L'unione forte e indistruttibile tra i due coniugi, li porta ad affrontare la malattia del loro secondogenito con maturità e forza d'animo, seppur con qualche iniziale difficoltà.
A sostenere la coppia, la più piccola di casa Braverman, Julia, interpretata da Erika Christensen (la Mae di Six Degrees), avvocato di successo, mamma e moglie in crisi. Oberata dal lavoro, Julia trascura visibilmente il marito Joel (Sam Jaeger, Eli Stone), "casalingo disperato", e la piccola Sydney, con la quale non riesce ad avere un normale rapporto madre-figlia a causa del troppo lavoro che la tiene spesso lontana dal focolare domestico. Cresciuta per lo più in compagnia di suo padre, Sydney preferisce lui a Julia e tende spesso a respingerla, gettandola in pasto ai sensi di colpa. Caparbia e tenace, la giovane mamma prova comunque a ritagliarsi uno spazio da deicare alla sua famiglia, per evitare una frattura incolmabile e recuperare il tempo perduto, fermandosi di sovente a riflettere sugli errori commessi in passato.

Come lei, anche Sarah sta attraversando un momento delicato: madre single di due teenager, Amber (Mae Whitman) e Drew (Miles Heizer), la trentaquattrenne è costretta a tornare a vivere con i genitori dopo il divorzio con un marito musicista e inaffidabile, sommersa dai debiti e incapace di riemergere da un periodo faticoso e devastante. A dare il volto a Sarah, uno dei personaggi più interessanti e coinvolgenti della serie, nientemeno che Lauren Graham, la Lorelai Gilmore di Una mamma per amica, che torna sul piccolo schermo dopo una lunga assenza, in un ruolo che le è profondamente familiare. Le somiglianze con Lorelai sono evidenti sin dai primi minuti: impacciata, ironica, insicura e carismatica, Sarah conquista subito col suo carattere ingenuo e frizzante, catturando lo spettatore, inerme di fronte a un simile ritorno di fiamma. Ci ritroviamo così di fronte a una nuova Lorelai, senza Rory magari, ma con gli stessi pregi e difetti a cui siamo abituati, e risulta impossibile non affezionarsi subito a Sarah e alle sue disavventure. In perenne lotta con i suoi due figli adolescenti, la donna cerca instancabilmente di sottrarsi al controllo dei genitori, per raggiungere la tanto agognata indipendenza economica e ricominciare daccapo mettendo da parte il passato.

A completare il quartetto, Crosby (Dax Shepard), trentenne "allergico" ai bambini e terrorizzato all'idea del matrimonio, a cui viene stravolta la vita all'improvviso dopo il ritorno della sua ex. La bellissima Joy Bryant dà il volto a Jasmine, vecchia fiamma di Crosby che torna in città dopo cinque anni per presentargli Jabbar, suo figlio. Sconvolto dalla notizia, Crosby inizia così un percorso difficile e burrascoso che lo metterà spesso in difficoltà soprattutto con la sua fidanzata attuale. Nel ruolo dei coniugi Braverman, Zeek e Camille, Craig T. Nelson (My Name is Earl) e Bonnie Bedelia, in là con gli anni e in preda a una forte crisi di mezza età che avrà delle forti ripercussioni sui loro quattro figli.
Lontano dal cinismo di Dirty Sexy Money e Desperate Housewives, Parenthood darà sicuramente del filo da torcere ai Walker di Brothers & Sisters, a cui è stata già molte volte paragonato per l'intensità delle storie raccontate e per le emozioni trasmesse. Dai primi due episodi si evince subito che la serie riserverà moltissime sorprese e colpi di scena, alternando magistralmente i sorrisi alle lacrime, secondo lo stile classico del family drama a cui tanto siamo affezionati.