Gérard Depardieu: 'vado via dalla Francia!'

Il celebre attore ha reagito in maniera provocatoria alla dichiarazione del primo ministro Jean-Marc Ayrault.

Ancora una volta Gérard Depardieu fa scalpore per fatti legati alla sua vita privata: già in precedenza l'attore aveva fatto parlare di sè per per aver fatto pipì in pubblico a bordo di un aereo, mentre stavolta ha dichiarato pubblicamente che dirà addio alla Francia, suo paese natio. L'origine di questa sua dichiarazione così adamantina è da cercarsi in una frase del primo ministro francese Jean-Marc Ayrault in riferimento all'acquisto da parte di Depardieu di una proprietà in Belgio, nella città di Néchin, che si trova al confine tra i due paesi. Ayrault ha dichiarato "Trovo abbastanza patetico recarsi oltre frontiera per evitare di pagare le tasse", di recente il primo ministro ha imposto una nuova legge molto controversa che obbliga al pagamento del 75% del reddito per i singoli individui che guadagnano più di un milione di euro all'anno".

L'attore ha risposto prontamente con un comunicato ufficiale che dice: "Patetico? Ha detto patetico? Ho sempre pagato le mie tasse, ho sempre amato il mio paese, ma adesso non mi resta più niente da fare qui. Continuerò ad amare i francesi e a dimostrare il mio amore per la Francia. Restituirò il mio passaporto e la mia tessera sanitaria. Sono un cittadino europeo, un cittadino del mondo, come mi ha insegnato mio padre. Ho pagato 145 milioni di euro in tasse in 45 anni, dò lavoro a 80 persone... non voglio lamentarmi né vantarmi, ma rifiuto di accettare la parola 'patetico'. Chi è lei per giudicarmi Mr Aurault, le chiedo, chi è lei? Nonostante i miei eccessi, il mio appetito, il mio amore per la vita, sono un uomo libero!". Depardieu ha fatto domanda per un passaporto Belga, che gli darebbe la possibilità di rimanere nella Comunità Europea e allo stesso tempo continuare a lavorare in Francia. Il suo calendario lavorativo è molto fitto, per il 2013 ha almeno dieci film in programma, tra i quali Miserere, A Farewell to Fools e Niente può fermarci di Luigi Cecinelli.