I migliori film del 2013: la top 20 di Stefano Lo Verme

In attesa della pubblicazione della top 20 definitiva dello staff del nostro webmagazine, abbiamo deciso di svelare, una per volta, le selezioni dei singoli redattori. Oggi, spazio alle preferenze di Stefano Lo Verme.

Nell'ambito della tradizionale celebrazione dell'annata di cinema che ci lasciamo alle spalle, abbiamo l'abitudine di pubblicare una Top 20 di redazione ricavata dalle preferenze personali di ognuno dei redattori di Movieplayer.it, sulla base delle uscite italiane del 2013. Quest'anno abbiamo deciso di rendervi partecipi anche di questi singoli contributi: pubblicheremo dunque, in singole news, le top 20 personali, con in aggiunta un commento di ogni "curatore". Le news, che in totale saranno tredici, saranno infine raccolte nell'articolo di commento alla classifica generale delle preferenze dello staff, affinché tutti possano curiosare tra i colpi di fulmine dei singoli redattori. Se poi volete dare il vostro contributo e tirare quindi le somme sul vostro 2013 filmico (e televisivo), potete farlo partecipando a Movieplayer.it Awards.

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Ma adesso lasciamo la parola a Stefano Lo Verme e alla sua Top 20:

  1. Frankenweenie
  2. Zero Dark Thirty
  3. La vita di Adèle
  4. Il passato
  5. Nella casa
  6. La grande bellezza
  7. The Master
  8. Noi siamo infinito
  9. Rush
  10. Solo Dio perdona
  11. Prisoners
  12. No - I giorni dell'arcobaleno
  13. Come un tuono
  14. Quando meno te lo aspetti
  15. Philomena
  16. Lincoln
  17. Oh boy, un caffè a Berlino
  18. Django Unchained
  19. Before Midnight
  20. Questione di tempo

"Il film più amato dal sottoscritto nel corso del 2013 è stato una pellicola d'animazione, Frankenweenie, summa perfetta della poetica di Tim Burton, in grado di rivisitare il mito di Frankenstein con ironia, spirito citazionista ma al contempo con un'immensa partecipazione emotiva, in una favola a tinte gotiche e dark che riesce a commuovere come poche altre. Ma il 2013 ci ha regalato altri imprescindibili capolavori: Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow, lucidissima e stupefacente ricostruzione della caccia a Osama Bin Laden attraverso lo sguardo dell'agente della CIA impersonata da una magnifica Jessica Chastain, e La vita di Adèle di Abdellatif Kechiche, racconto di formazione straordinariamente coinvolgente che passa attraverso l'educazione sentimentale della sua protagonista.
Per restare nell'ambito del grande cinema d'autore francese, oltre a Kechiche è impossibile dimenticare l'esplorazione dei rapporti umani condotta da Asghar Farhadi ne Il passato, le ambiguità della dicotomia fra realtà e finzione letteraria nell'intrigante Nella casa di François Ozon, né tantomeno la sopraffina e divertente girandola sentimentale di Quando meno te lo aspetti di Agnès Jaoui.

Continuando a parlare di cinema europeo, l'Italia può vantare il successo de La grande bellezza di Paolo Sorrentino, affresco barocco, grottesco e decadente della Roma contemporanea, con echi del felliniano La dolce vita. Dalla Gran Bretagna arriva la travolgente commozione di Philomena di Stephen Frears, con una superba Judi Dench, ma anche del sorprendente Questione di tempo di Richard Curtis, mentre la Germania ci presenta una piccola perla quale Oh Boy, un caffè a Berlino, sospeso fra Woody Allen e la Nouvelle Vague. Fra le produzioni americane, oltre a Zero Dark Thirty hanno catturato la nostra ammirazione film d'autore come The Master di Paul Thomas Anderson, con una coppia di mattatori del calibro di Joaquin Phoenix e Philip Seymour Hoffman, e Django Unchained di Quentin Tarantino, western in chiave postmoderna e citazionista; senza dimenticare opere più 'classiche' quali l'intenso diario di un "coming-of-age" di Noi siamo infinito, l'ottimo dramma sportivo Rush di Ron Howard e il ritratto storico Lincoln di Steven Spielberg, con un mimetico Daniel Day-Lewis.
Ma nella nostra classifica trovano posto anche pellicole riconducibili al cinema di genere, efficacissime nel declinare i canoni del thriller e del poliziesco in direzione di una messa in scena di estrema suggestione estetica (il sottovalutato Solo Dio perdona di Nicolas Winding Refn) o al contrario del dramma morale basato sui dilemmi etici dei personaggi (Prisoners e Come un tuono). Così come non si possono non citare, in un'ideale antologia del meglio dell'annata appena trascorsa, un'opera di solido impianto civile ma asciutta e priva di sbavature retoriche come No - I giorni dell'arcobaleno di Pablo Larraín, cronaca del tramonto della dittatura in Cile, e il graditissimo ritorno di Jesse e Céline in Before Midnight, terzo capitolo della stupenda analisi dei rapporti di coppia sviluppata dal regista Richard Linklater in una trilogia che ha saputo conquistare il nostro immaginario e raccontarci qualcosa di noi stessi." (Stefano Lo Verme)

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