Venezia 69: la nuova era della Mostra ricomincia da Alberto Barbera

Nuova sigla, nuovo poster, nuovi colori, nuovi progetti che coinvolgono i giovani, novità nella logistica, nella riqualificazione delle zone del Lido che ospitano la kermesse e nella sistemazione delle sale che ospiteranno i film, ma anche una nuova apertura al mercato internazionale del film, al web e alle nuove tecnologie con la possibilità, per la prima volta nella storia della Mostra di Venezia, di vedere i film in streaming. Ecco a voi la Mostra 2012 e tutte le star che vedremo.

Si brinda con Barbera e champagne (rigorosamente Moët & Chandon, che si conferma tra i pochi sponsor di quest'anno orfani sia di Martini che di Nastro Azzurro) a questa nuova edizione della Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica (29 agosto - 8 settembre 2012), la prima diretta da Alberto Barbera che dopo l'ultima esperienza nel 2002 fa il suo ritorno alla guida artistica del festival lagunare dopo l'era Muller, durata ben otto anni. Si conosce già la madrina che presenterà le cerimonie di apertura e chiusura del festival, l'attrice Kasia Smutniak, si conoscono anche i film di apertura e di chiusura, rispettivamente The Reluctant Fundamentalist di Mira Nair e L'homme qui rit di Jean-Pierre Améris, entrambi fuori dalla competizione, si che sono opera del talentuoso Simone Massi sia il nuovo manifesto che l'incantevole nuova sigla animata che accompagnerà tutti i film della mostra per i prossimi quattro anni. Trenta secondi in cui scorrono sul grande schermo 300 disegni che vanno a comporre una sinuosa animazione ricca di emozioni di cinema e di colore che magistralmente si sposa con la soave musica scritta ed eseguita da Francesca Badalini. "Quella che avete appena visto è la nuova bellissima sigla della Mostra di Venezia" - ha dichiarato il direttore Alberto Barbera - "trenta secondi di immagini create da un giovane artista e regista di cortometraggi d'animazione famoso in tutto il mondo ma che solo oggi comincia ad essere apprezzato anche in Italia. E' ispirata a film ed autori che lui ama ed ha amato e contiene tante citazioni, esplicite e non, ma soprattutto conferisce un tocco molto originale e molto forte alle atmosfere che apriranno ogni proiezione".

Diciotto sembra essere il numero magico di questa edizione della Mostra di Venezia: diciotto sono i film in concorso, di cui diciassette annunciati e uno a sorpresa che verrà rivelato tra qualche giorno (la frase di Barbera "non ve lo possiamo ancora svelare ma lo faremo tra qualche giorno, posso solo dirvi che non sarà un film cinese" ha suscitato una lunghissima e chiassosa risata di tutta la sala che ha anche accennato un applauso), diciotto sono i film restaurati che inaugureranno la nuova sezione Venezia Classici che avrà come ospite d'onore Michael Cimino che sarà presente alla proiezione della copia restaurata de I cancelli del cielo, e diciotto sono anche i film del concorso di Orizzonti che si rende protagonista quest'anno di una delle più importanti novità. Per la prima volta in assoluto nella sua storia, la Mostra di Venezia avrà una sorta di appendice su internet con l'istituzione di 'sale virtuali' sul web di massimo cinquecento partecipanti. Sarà infatti possibile, acquistando un biglietto di quattro euro, assistere in streaming alle proiezioni di quasi tutti i film di Orizzonti in contemporanea a quelle ufficiali di presentazione al Lido. Il tutto attraverso un sito iperprotetto gestito da FestivalScope per conto della Mostra. "Il pubblico è cambiato, va sollecitato, va seguito" - ha affermato con piglio deciso il neodirettore Barbera - "bisogna capire come andare incontro agli spettatori in un momento in cui la crisi sta allontanando il pubblico dalle sale. E' anche in questa direzione che la Mostra a partire da quest'anno vuole andare con la sperimentazione delle più moderne tecnologie online sfruttando una piattaforma digitale su cui passeranno la maggior parte dei film di Orizzonti. Hanno aderito quindici autori su diciotto a questa operazione pioneristica sul web e siamo convinti che possa essere un importante passo verso la modernizzazione di un festival che per anni è rimasto troppo ancorato al passato. Ci sarà un calendario online con date, orari e tutti i titoli disponibili, la proiezione sarà unica per ogni film e accessibile solo dopo aver effettuato una registrazione, aver pagato il biglietto e ottenuto una password per lo streaming". Nessun timore da parte di Barbera per quel che riguarda la pirateria, l'hackeraggio e l'allontanamento del pubblico dal Lido: "Tecnicamente ci sono pochissimi rischi, le piattaforme sono assolutamente sicure e inattacabili ed abbiamo fornito tutte le certificazioni del caso a produttori e autori dei film. A tal proposito voglio anche sottolineare come il Lido di Venezia sia un luogo fisico imprescindibile per gli amanti del cinema durante i giorni della Mostra, l'unico luogo in cui confluiscono star di livello mondiale, in cui poter assistere a più di sessanta film totali che rappresentano il cinema di tutto il mondo e l'unico luogo di compartecipazione fisica ed emotiva alla scoperta del cinema della sua quintessenza. I film sono prodotti e concepiti per esser visti sul grande schermo ma i piccoli film indipendenti che fanno la fortuna della sezione Orizzonti hanno anche bisogno in questo momento di un lavoro di promozione aggiuntivo viste anche le loro difficoltà nel trovar spazio nelle sale dei circuiti tradizionali".

Un concorso che vede alternarsi a grandi nomi come Terrence Malick, Brian De Palma, Marco Bellocchio, Takeshi Kitano e Kim Ki-Duk anche diversi autori poco noti in alcuni casi persino esordienti, e che vede tre film italiani a contendersi il Leone d'Oro con tutti gli altri, parliamo oltre che della Bella Addormentata di Bellocchio, sulla vicenda controversa di Eluana Englaro con Toni Servillo, Isabelle Huppert e Alba Rohrwacher, anche del nuovo di Francesca Comencini Un giorno speciale e del nuovo film di Daniele Ciprì E' stato il figlio, sempre con Toni Servillo. Scelte difficili per Barbera che ha espresso tutto il suo rammarico per aver dovuto declinare diverse proposte: "Vi confesso che nelle ultime settimane di fatica ho molto invidiato il mio amico Piers Handling, direttore di Toronto che riesce a prendere 350 film e non deve mai dire di no. Noi abbiamo scelto una strada molto più impervia che ci è costata un sacco di sacrifici, di rinunce, di lavoro e di nottate in bianco, ma anche tanti ripensamenti e sensi di colpa per aver dovuto scartare molti film e riuscire a rientrare nei diciotto film che ci eravamo prefissati. Quest'ultima settimana per me è stata la più drammatica degli ultimi dieci anni, è stata dura dover telefonare a registi e autori di grande richiamo per dire che ci dispiaceva ma non potevamo ospitare il loro film. Probabilmente avrò anche perso qualche amico, e me ne dispiace, ma ne ho guadagnato anche qualcuno di nuovo".

Ovviamente è un programma, quello delle due sezioni e del fuori concorso, che si prende anche qualche rischio ma che vuole rappresentare anche le tante cinematografie lontane di Paesi privi di o quasi di Cinema: "Abbiamo il primo film prodotto in Nepal, il primo lungometraggio realizzato da una donna in Arabia Saudita, e incentrato sulle discriminazioni che toccano la società di quel paese" - ha spiegato Barbera "davvero quest'anno abbiamo lavorato a tutto campo per cogliere quello che di nuovo sta emergendo nel mondo del cinema mondiale. C'è grande fermento produttivo nel mondo, un fermento che va incoraggiato e sostenuto. Questo abbiamo cercato di fare quest'anno, a mio avviso i festival devono a tutti i costi recuperare la loro funzione originale di sperimentare e scoprire, non devono limitarsi a vivere di rendita con riconoscimenti e omaggi di un cinema già affermato che non ha bisogno di promozione".

Abolita la sezione Controcampo Italiano, considerata da Barbera una 'riserva indiana' colpevole di ghettizzare troppo il cinema italiano e di non amalgamarlo con il resto, ma non è stata una manovra mirata a privare il cinema italiano del sostegno della Mostra ma a gestirlo in maniera più oculata ed equilibrata. Quattordici i film italiani presenti tra concorso, fuori concorso e Orizzonti che si vanno ad aggiungere ai titoli della Settimana della Critica e delle Giornate degli Autori. Quasi tutte prime mondiali a Venezia eccezion fatta per Shokuzai (fuori concorso, titolo internazionale Penance) di Kiyoshi Kurosawa, autore di culto non solo in Giappone, che ha una durata record di ben cinque ore perché è realizzato come un serial televisivo dell'orrore già passato in tv in patria ma mai mostrato altrove. Il film, che verrà proiettato in una versione cinematografica ridotta (rispetto alle sette ore televisive), è la nuova creatura di un autore che si misura con un genere difficile trasmettendo, a detta del direttore Barbera "una tensione estetica e formale straordinaria".
"Al contrario di quanto si dice oggi del cinema moderno, spesso accusato di essere fuori dalla realtà, i temi riccorenti di questa 69. Mostra di Venezia sono senza dubbio la crisi economica e i fondamentalismi" - ha dichiarato Barbera - "una crisi che va ad intaccare le famiglie, gli individui e il lavoro con effetti devastanti sui rapporti sociali e umani. Una crisi anche di valori, di modelli, di rapporti politici e sociali, una crisi che genera solitudine e alienazione. Il tema del fondamentalismo viene affrontato in primis dal film d'apertura, il thriller politico di Mira Nair che tocca questo problema a tutti i livelli".

E' un festival da tutti i punti di vista pieno di novità anche dal punto di vista del rinnovamento strutturale e dei progetti che la accompagnano in maniera collaterale. "Un piano quadriennale di rinnovamento della logistica è già partito ma il tutto era già iniziato l'anno scorso con il rinnovamento della Sala Grande per migliorarne le qualità acustiche" - ha dichiarato il Presidente della Biennale di Venezia Paolo Baratta - "quest'anno abbiamo fatto un altro importante intervento sempre nel Palazzo del Cinema col rinnovo integrale delle due sale, la Zorzi e la Pasinetti, e abbiamo ripristinato il foyer della Sala Grande eliminando la Sala Volpi, spostata all'interno del Palazzo del Casinò che dal canto suo è stato completamente rinnovato nella sua parte esterna. Abbiamo presentato anche un progetto di rinnovo per la Sala Darsena e abbiamo avviato uno studio per il rinnovamento interno del Casinò, una cosa alla volta faremo tutto".
Il Mercato del Film di Venezia (Venice Film Market), della durata di cinque giorni, diventerà secondo Baratta uno dei punti qualificanti della nuova era della Mostra, un luogo fisico d'incontro concepito per i compratori e i produttori di tutto il mondo invitati dopo tanti anni di assenza da Venezia: "Ci crediamo in questo progetto, e ci sembra molto bello che finalmente gli operatori del cinema mondiale possano soggiornare a Venezia nei giorni della Mostra". Collateralmente alla Mostra di Venezia nasce quest'anno il Biennale College, un percorso di formazione sperimentale unico nel suo genere per giovani che vogliono intrapredere la vita artistica, che sia danza, teatro e cinema. Per il cinema si punta a produzioni low-cost che possano offrire opportunità a giovani che vogliono iniziare una carriera cinematografica e dar loro un'importante vetrina internazionale. "L'idea concreta è di partire già nei prossimi dodici mesi nell'individuazione di progetti e idee di film e portarli dalla scrittura fino alla loro realizzazione finale e alla presentazione ufficiale al festival dell'anno successivo"- ha dichiarato con entusiasmo Alberto Barbera - "come sappiamo nel nostro Paese ci sono tanti giovani talenti che trovano difficoltà ad accedere alla produzione del loro primo lungometraggio e noi vogliamo aiutarli".

Ci saranno ovviamente anche tante star: Brian De Palma, Dennis Quaid, Zac Efron, Spike Lee con il suo Bad 25, documentario musicale per i 25 anni dell'album Bad di Michael Jackson, Ben Affleck, Javier Bardem, James Franco, Shia LaBeouf, Nick Nolte, John Malkovich, Toni Servillo, Stanley Tucci, Michael Shannon, Kate Hudson, Rachel McAdams, Isabelle Huppert, Noomi Rapace, Susan Sarandon e tanti altri. Non mancherà anche in questa occasione la sedia in giuria per Jafar Panahi, qualora le autorità iraniane si decidano a revocare gli arresti domiciliari come non è mancata la polemica con il Festival del Film di Roma diretto da Marco Muller: "La concorrenza con Roma? E' stato un gesto importante, il loro, quello di spostare in avanti le date" - ha dichiarato Alberto Barbera - "un gesto di accomodamento che riduce il senso di frustrazione che avremmo potuto avere come organizzatori del festival che ha fatto la storia del cinema italiano". Ci è andato leggermente più pesante Barbera che con la sua calma serafica ha aggiunto: "Auguriamo al Festival di Roma di trovare una sua collocazione definitiva, sia specifica che temporale, e se la crisi economica come credo durerà a lungo sarà meglio per tutti noi fare il bene del Paese senza scazzottarci a vicenda. Purtroppo l'andazzo italiano è questo e se le cose continueranno così faremo più male che bene sia al Cinema che all'Italia. La mia speranza è che tutto questo non accada". E lo speriamo anche noi.