Roma 2013: Jennifer Lawrence, la ragazza di fuoco che odia le diete

Abbiamo incontrato a Roma, in occasione della presentazione del secondo capitolo di Hunger Games, una radiosa e attesissima Jennifer Lawrence. Con inedito caschetto biondo, ci ha presentato il film insieme a regista e cast, parlandoci del suo rapporto con Katniss, della sua vita dopo l'Oscar... e della sua avversione per le diete.

Folla di ragazzi da tutta Italia assiepati sin da ieri sera ai cancelli dell'Auditorium del festival, striscioni, svenimenti e tifo da stadio. "Jennifer I'm here only for you", "We volunteer for the cave scene", urla e scene di panico, manifestazioni di un culto assoluto che oramai è molto più di un fenomeno letterario o cinematografico. Al festival del cinema di Roma è il giorno di Hunger Games: la ragazza di fuoco, secondo capitolo della saga milionaria tratta dai libri di Suzanne Collins: e lei, la Ragazza di Fuoco, Jennifer Lawrence, la Katniss con la quale metà delle ragazzine di tutto il mondo oggi si identifica, è nella capitale insieme al regista Francis Lawrence e ai due spasimanti del film, Peeta e Gale, ovvero Josh Hutcherson e Liam Hemsworth. Dopo l'anteprima per la stampa del film, l'attrice vincitrice di un Oscar e il resto del cast, produttori e regista, ci hanno concesso una lunga chiacchierata nella quale abbiamo approfondito numerosi argomenti.

Cominciamo con una domanda per i produttori. Hunger Games è un vero e proprio fenomeno di culto, qui fuori ci sono tantissimi ragazzi accampati già da ieri sera che vi aspettavano. Sentivate il peso di questa responsabilità, di dover soddisfare tutta questa attesa, nel momento in cui avete messo in cantiere questo secondo film? Nina Jacobson: Sapevamo che c'era grande attesa e pensiamo di non aver deluso il pubblico. L'intento era soprattutto di essere il più possibile fedeli al libro, volevamo ampliare la realtà che veniva mostrata nel primo film, mostrare il mondo descritto nel libro, ad esempio i vari distretti che i protagonisti visitano durante il Victory Tour. Un'altra sfida era quella di trovare dei bravi attori per rendere al meglio tutti i nuovi personaggi che vengono introdotti.
Jon Kilk: Era necessario essere fedeli al libro, ma nello stesso tempo bisognava dare la possibilità al regista di fornire una sua visione e di avere un suo proprio sguardo, e penso che Francis (Lawrence) in questo senso abbia fatto un lavoro straordinario.

Jennifer, con il tuo personaggio sei diventata un modello per i giovani. Senti il peso di questa responsabilità? Jennifer Lawrence: Leggendo i libri mi ero immediatamente resa conto che questo personaggio poteva diventare un modello per molti giovani, per le sue caratteristiche, il fatto che decida di lottare per quello in cui crede, che non si arrenda mai. In un certo senso sentivo la responsabilità di doverlo interpretare e di rendere al meglio le sue caratteristiche, fare in modo che rimanessero quelle che il libro trasmetteva.

Com'è cambiata la tua vita dopo l'Oscar?
Non potrei davvero dire che la mia vita sia cambiata dopo l'Oscar: probabilmente è cambiata l'attenzione dei media nei miei confronti, c'è più clamore tutto intorno a me, ma io dentro sono rimasta la stessa persona di prima, continuo a vivere giorno per giorno.

Come affronti la pressione di tutto questo successo?
Tutti continuano a chiedermelo, alla fine succederà che comincerò davvero a sentirmi sotto pressione... (ride ndr). Io continuo ad avere la stessa filosofia, lo stesso approccio, ecco perché non mi sento sotto pressione: se lavoro in un film è perché mi piacciono la storia o il personaggio. Punto. In realtà il segreto è che io mi diverto e basta, senza fare troppo caso a quello che dicono di me.

Ti identifichi con Katniss?
Se potessi, vorrei essere ancora più simile a Katniss. In realtà mi ci identifico molto rispetto a quello che dicevamo prima, al fatto di essere celebre. Anche Katniss comincia ad essere trattata diversamente da tutti un volta diventata una celebrità, ed è molto difficile quando tu in realtà non ti senti affatto diversa, come succede a me.

Qual è un altro personaggio con il quale ti senti più affine tra tutti quelli che hai interpretato?
In Like Crazy, un piccolo film in cui avevo una parte altrettanto piccola, dove era tutto basato sull'improvvisazione, per cui in quel caso il personaggio di Samantha ero veramente io. Anche Tiffany de Il lato positivo - Silver Linings Playbook: in alcuni momenti, eravamo simili per l'energia che aveva dentro e che emanava.

Puoi dirci qualcosa sull'immagine del corpo femminile oggi a Hollywood?Sappiamo che tu ti sei schierata contro le diete ad ogni costo.
Sono sempre stata una sportiva e non ho mai saputo che cosa fosse una dieta perché non ne ho mai avuto bisogno. Molti registi ad Hollywood hanno questa idea ben precisa del corpo di una donna che deve corrispondere a certi standard: io penso che quando ti senti bene e sei a tuo agio con il tuo corpo, quando non ti senti affatto grassa, è spiacevole e mortificante sentirsi dire che hai bisogno di una dieta. Specialmente da un'altra donna: odio quando una donna dice "grassa" ad un'altra donna. E odio le diete!

E' curioso come le manifestazioni di culto che stiamo vedendo oggi qui fuori da parte dei fan , somiglino molto a quelle che nel film vengono rivolte ai protagonisti. Come vi sentite rispetto a ciò? Josh Hutcherson: Per me è entusiasmante partecipare ad un film come questo che ha così tanti significati, tante tematiche importanti, una storia così complessa, dove si parla di amore, famiglia, ideali, dove si combatte per questi ideali. In effetti tutto ciò è esaltante, anche qui oggi, in un certo senso stiamo partecipando anche noi ad un Victory Tour come nel film.

E tu Liam, anche tu oramai entri ed esci dal tuo personaggio da più di due anni. Cosa provi rispetto a Gale? Liam Hemsworth: Gale è un personaggio molto passionale, vuole combattere per quello in cui crede, per difendere i suoi ideali, si sente bruciare dentro perché fino ad ora non ne ha avuto la possibilità. Io credo che i nostri personaggi trasmettano messaggi importanti in questo secondo film: Katniss ad esempio si rifiuta di cedere, di piegarsi alla volontà di chi vuole farla diventare qualcosa che non è agli occhi della gente, si rifiuta di diventare una di loro. Io credo che sia per questo che le ragazze oggi si identificano col suo personaggio.

Anche questa è una trilogia e noi abbiamo fatto qualche paragone ad esempio con Star Wars. Ci sono dei punti di contatto? Francis Lawrence: La storia è del tutto diversa, anche i personaggi, Luke Skywalker compiva un percorso completamente diverso da quello di Katniss. Ma è vero che a livello di struttura, mentre facevamo il film, abbiamo pensato anche al secondo capitolo di Star Wars, avevamo in mente come finiva, e ci abbiamo pensato quando abbiamo deciso come doveva finire questo. Quindi rispetto alla struttura del film qualcosa in comune direi che può esserci.

Qualche aneddoto divertente dal set? Josh Hutcherson: Mi ricordo in particolare di quando Jeffrey Wright, che nel film interpreta Beetee, ha portato a Jennifer una scatola turchese Tiffany fingendo di farle un regalo... sapete come sono le ragazze quando vedono Tiffany. Lei apre, e da dentro cominciano a saltare fuori dei grilli, Jennifer scappa, urla, se li toglie dai capelli... noi però abbiamo avuto i grilli in camera per una settimana. Eh si, ti amo Jennifer, sei come una sorella per me (ride, ndr). E a proposito hai un taglio di capelli strepitoso.

Notiamo un cast ancora più nutrito e importante del precedente film. Impegnativo lavorare con attori di questo calibro? Francis Lawrence: No, affatto! Sentivo molta responsabilità questo si, ma lavorare con questo cast è stato soprattutto stimolante, quando mi hanno proposto il progetto ero entusiasta. Oltre ai protagonisti qui presenti, abbiamo attori incredibili in questo film... penso anche ad Amanda Plummer, Philip Seymour Hoffman. Tutti fantastici.

E' un film che parla anche di violenza nella società, ma questa violenza non è mai mostrata veramente. Come si fa a fare un film che parla di violenza senza mostrarla, senza fare un film cruento? Nina Jacobson: L'America è un paese in guerra oramai da anni. I nostri soldati che hanno combattuto al fronte non dimenticano quello che hanno visto e noi lo rivediamo nei loro occhi. La violenza che c'è nel film viene precepta attraverso gli occhi dei personaggi: è più importante vedere la conseguenze che la violenza porta, gli effetti che ha sui personaggi, piuttosto che la violenza stessa. Volevamo mostrare l'impatto emotivo della violenza.