Matthew McConaughey, da sex symbol a premio Oscar

L'inizio negli spot pubblicitari, le commedie romantiche, l'incoronazione come uomo più sexy dell'anno e, per finire, l'arrivo della grande occasione con Dallas Buyers Club. Questa è la lunga strada percorsa dall'attore texano per arrivare sul red carpet del Kodak Theatre da protagonista

Bello, biondo e dice sempre sì. Magari, potrebbero esclamare a voce alta alcune tra le sue fan più accanite. Il fatto è che Matthew McConaughey è salito alla ribalta delle cronache cinematografiche e del consenso femminile per delle doti che poco hanno a che fare con la recitazione. Sarà per i capelli un po' lunghi e per il fisico statuario, ma sia il pubblico che Hollywood sembravano averlo facilmente incasellato in ruoli leggeri da bello e romantico, più o meno. Certo è che, nonostante sia cresciuto in una famiglia texana metodista, ha utilizzato la sua fisicità con evidente nonchalance, non essendo incline a timidezze e pudori. A dimostrarlo sono stati anche film recenti come Magic Mike di Steven Soderbergh, in cui infiamma le folle con un sex appeal anche verbale, e Killer Joe di William Friedkin in cui raccoglie la sfida simbolica lanciata da Michael Fassbender l'anno prima rispondendo al suo full frontal con un full back inaspettato e da ricordare. Ma come ha reagito la sua famiglia tradizionalista di fronte a tanta disponibilità interpretativa? " Mia madre si è fatta una risata - ha raccontato divertito Matthew - Nonostante sia molto religiosa è anche dotata di un grande senso dell'ironia. Per fortuna". Avvenenza e seduzione a parte, però, tutte e due le pellicole hanno dimostrato che per McConaughey era arrivata l'ora di essere considerato più di un bel corpo. Perché oltre ad utilizzarlo come messaggero di sensualità, sia Soderbergh che Friedkin gli hanno offerto delle ribalte dalle quali dimostrare di poter osare molto di più come interprete. Così, dopo oltre vent'anni di lavoro, dieci dei quali passati nell'universo rassicurante della commedia, McConaughey è riuscito in un'impresa ai limiti dell'impossibile. Ossia mettere la sua carriera su una nuova direzione, dichiarando che la via per L'Oscar come Miglior Interprete non è poi impossibile da percorrere. A dimostrarlo, naturalmente, è la pellicola Dallas Buyers Club, di cui è protagonista, e i pochi indimenticabili minuti in The Wolf of Wall Street in cui insegna al novizio DiCaprio i discutibili segreti del fugazi transazionale.

Matt, Leo e Renée

Come tradizione vuole i primi passi di un giovane attraente nel mondo dello spettacolo non possono che iniziare dai video musicali e dagli spot pubblicitari. Soprattutto se ci troviamo agli inizi degli anni novanta. E altrettanto prevedibilmente, il primo incontro fondamentale avviene tra le mura di una facoltà, nello specifico quella di giurisprudenza. Nel caso di Matthew il nome portafortuna, cui deve l'inizio di tutto, è quello di Richard Linklater. Perché prima di arrivare ai successi di School of Rock e, soprattutto alla trilogia romantica per eccellenza di Prima dell'alba, Before Sunset - prima del tramonto e Before Midnight, nel 1992 il regista firma La vita è un sogno, una vicenda giovanilistica dove, insieme a McConaughey, faceva i suoi primi passi anche Ben Affleck. Il film non è certo entrato nella storia del cinema, ma ha permesso ad un ragazzo di belle speranze di acquistare un minimo di visibilità entrando nell'ingranaggio giusto. Dopo quell'esperienza, infatti, è arrivato A proposito di donne di Herbert Ross, interpretato da Whoopi Goldberg e Drew Barrymore, e l'immancabile horror con il quarto capitolo di Non aprite quella porta. Un flop annunciato che McConaughey ha condiviso con una sconosciuta Renée Zellweger. Dunque, riassumendo abbiamo un inizio nella pubblicità, l'incontro fortunato e l'insuccesso di un film a bassa aspettativa. Per completare il quadro dei primi, difficili momenti nel mondo del cinema non poteva mancare un provino fallito per una pellicola destinata a diventare una vera e propria icona cinematografica. Stiamo parlando di Titanic e del ruolo di Jack Dawson che fece la fortuna di un certo Leonardo DiCaprio.

Una simpatica canaglia

Dopo Il dramma giudiziario Il momento di uccidere, in cui interpreta il ruolo del giovane avvocato Jake Tyler Brigance impegnato nella difesa di un uomo di colore accusato di omicidio, Contact di Zemeckis e Amistad di Steven Spielberg, McConaughey non si aspettava certo il risvolto romantico che avrebbe preso la sua carriera. Tutto ha inizio nel 2001 quando accanto a Jennifer Lopez accetta di vestire i panni di uno uomo a due passi dal matrimonio in The Wedding Planner - Prima o poi mi sposo. Diretto da Adam Shankman, il film gira intorno alle disavventure sentimentali di una giovane organizzatrice di cerimonie personalmente allergica ai legami definitivi che, inavvertitamente, si innamora del futuro sposo di una sua cliente. Ad intralciare la strada verso l'inevitabile lieto fine sono una serie d'imprevisti a metà tra il comico e il sentimentale. Il film è senza dubbio scontato e non aggiunge nulla di nuovo al folto gruppo di pellicole a tematiche matrimoniale, ma intrattiene il pubblico femminile e questo basta per rendere Matthew una nuova creatura da inserire a pieno diritto nel regno della commedia romantica. Attenzione, però, con quel viso sempre più particolare e quel fisico imponente non ci troviamo di fronte ad un eroe sdolcinato o al goffo con tenerezza. Matthew veste perfettamente i panni della simpatica canaglia, del rubacuori dal sorriso e dagli addominali irresistibili. Insomma sul grande schermo sembrerebbe un uomo potenzialmente pericoloso e destinato a far innamorare le sue partner. A questo punto, identificata la tipologia dell'interprete, non ci vuole molto per costruire delle storie ad hoc. Parliamo di Come farsi lasciare in 10 giorni, il più avventuroso Sahara accanto a Penelope Cruz, cui è stato legato per un anno, A casa con i suoi, in cui faceva impazzire solo per finzione la glamour Sarah Jessica Parker, Tutti pazzi per l'oro, dove torna a fare coppia con Kate Hudson, e, per finire, La rivolta delle ex, parodia sentimentale del Canto di Natale con Jennifer Garner. Insomma, una lista forse pericolosamente limitante ma a cui McCounaghey deve comunque molto in termini di popolarità.

I'm sexy and I know it

Ad Hollywood un attore piacente può sentirsi arrivato, almeno per quanto riguarda la visibilità, quando vede il suo nome nelle liste degli uomini più sexy stilate annualmente dai vari magazine. La più autorevole, però, sembra essere senza dubbio quella di People che tra i detentori del titolo vanta i nomi di Brad Pitt, George Clooney, entrambi per due volte, Jude Law, Ben Affleck, l'inossidabile Richard Gere ed i più attuali Bradley Cooper e Channing Tatum. L'incoronazione per Matthew McConaughey arriva nel 2005 e l'attore, dopo aver ringraziato, telefona a sua madre per condividere la notizia e per dirle con ironia: " Senza di te non l'avrei mai ottenuto." E poi aggiunge : "Ci sono liste ben peggiori sulle quali finire. Non è che mi senta più importante, ma è comunque una cosa positiva. Voglio dire, l'uomo vivente più sexy del mondo? Cavolo, va bene così! " A questo punto, avvalorato anche dal titolo, non disdegna di mietere vittime tra le sue colleghe. Le cronache del tempo parlano di una Sandra Bullock ridotta all'esaurimento nervoso e di altre relazioni con Ashley Judd e Salli Richardson. Però, nonostante questo via vai al suo fianco prima dell'arrivo della moglie Camila Alves, Matthew sembra essere un bravo ragazzo, fedele agli insegnamenti di un padre scomparso prematuramente per infarto. 'Le donne si rispettano' - ricordo mio padre che ci diceva queste parole molto prima di spiegarci come nascono i bambini. Ci ripeteva: si inizia col baciarsi e poi si va più lontano. Se mai, mai ti sembra di percepire la minima resistenza quando ti avvicini o cerchi di andare sotto la camicetta, se mai percepisci questo, fermati'. Ma qualche donna gli avrà mai intimato l'alt? Legittimo avere dei dubbi in proposito.

La grande occasione

La candidatura agli Indipendent Spirit Awards 2013 per Killer Joe, vinto invece come miglior attore non protagonista per Magic Mike, e il raggiungimento dei quarant'anni annunciano un cambio di rotta fondamentale. A questo punto McConaughey è consapevole di desiderare per se stesso la grande opportunità, quella capace di mettere in luce il suo talento allenato in molti anni e di cambiare la percezione del pubblico. Ma tutto questo non arriva casualmente, bisogna costruirlo con perseveranza avendo anche il coraggio di affrontare scelte rischiose e di lasciarsi dietro le spalle quelle più rassicuranti. Da alcuni anni ha tra le mani la sceneggiatura di un film sconvolgente, ma non riesce a trovare i fondi. Così, in attesa che gli eventi si sblocchino, comincia a definire una nuova immagine interpretativa attraverso The Paperboy di Lee Daniels e Mud, diretto da Jeff Nichols e presentato alla 65° edizione del Festival di Cannes. Nel primo veste i panni del malinconico giornalista gay Ward James che, insieme al collega Yardley Acheman, viene inviato dal Miami Times per indagare sull'innocenza di un uomo condannato a morte. A sostenerlo in questo ruolo c'è un cast di prim'ordine tra cui spiccano i nomi di Zac Efron, Nicole Kidman e John Cusack che hanno ottenuto, insieme a McConaughey il favore della critica americana. In Mud, che uscirà prossimamente anche in Italia, cambiano completamente gli scenari. Qui interpreta un fuggitivo innamorato di una ragazza con un usignolo tatuato sulla mano. Per amor suo e per averla difesa da un amante violento, viene ricercato per omicidio ed è costretto a rifugiarsi in una piccola isola nel mezzo del Mississippi. Così, tra poliziotti, vendette famigliari e la scoperta della vita da parte di due ragazzi, si delinea il ritratto di un anti eroe drammatico. Ma, nonostante tutto questo non dimentica il suo progetto nel cassetto. Nel corso di quattro anni lo tira più volte fuori, fino a quando riesce a farlo diventare realtà e a dargli il nome definitivo di Dallas Buyers Club diretto da Jean-Marc Vallée. Per lui l'attore investe e perde dei soldi ma, soprattutto, mette la sua corporalità a completa disposizione del film.

Pur d'interpretare la vera storia di Ron Woodroof, rozzo e omofobo cow boy malato di AIDS, perde 23 chili e modifica il suo aspetto senza alcun timore per il futuro. " Questa sceneggiatura - racconta - è andata in giro per oltre vent'anni ed è stata rifiutata ben 137 volte. Appena l'ho letta cinque anni fa non ho avuto alcun dubbio. Sapevo di volerla realizzare anche se non c'erano ancora soldi e regista. Molte volte i finanziamenti sono mancati proprio mentre eravamo sul punto di partire con le riprese. Poi, alla fine, è successo un piccolo miracolo e sono venuti fuori i cinque milioni di dollari necessari. " Con questo progetto l'attore ha dimostrato non solo di avere fiuto per le scommesse ma di essere diventato un interprete degno della prima e, probabilmente, non ultima nomination da parte della Academy Awards visto anche il futuro Interstellar che lo attende per mano di Christopher Nolan, e il plauso che Matt sta ricevendo anche per il suo ruolo nella brillante serie HBO True Detective.