Recensione Monsieur Lazhar (2011)

Una pellicola capace di trovare il canale giusto per entrare in sintonia con lo spettatore senza fronzoli né mistificazioni, parlando al cuore e al cervello.

Il maestro dell'anno

Prima di Monsieur Lazhar è stato il momento de La classe - Entre les murs. L'opera di Laurent Cantet dipingeva a tinte forti la realtà di una scuola della banlieue parigina mettendo in discussione la bontà del sistema scolastico attraverso un focus sull'umanità varia che si trova da entrambi i lati della barricata: quello degli studenti, in gran parte figli di immigrati, e quello degli insegnanti. Là dove il film di Cantet era verbalmente violento, turbolento, caleidoscopico e logorroico, Monsieur Lazhar si rivela garbato e a tratti malinconico. La pellicola ambientata a Montreal, nel Canada francofono, opera uno scarto optando per la scelta vincente di non mettere in scena l'ennesima scuola superiore, ma concentrandosi su una classe elementare. Il film si apre con un momento di rottura estremamente forte, che condizionerà l'andamento della storia e la psiche dei personaggi. Un'insegnante depressa decide, infatti, di impiccarsi in classe durante l'intervallo. A ritrovarla sono proprio alcuni dei suoi piccoli allievi. Per aiutare i bambini a metabolizzare l'evento drammatico viene assunto in fretta e furia un supplente, Bachir Lazhar, garbato signore di mezza età di origine algerina che si candida a prendere il posto della suicida intrecciando giorno dopo giorno una relazione speciale con i suoi allievi.


I piccoli attori canadesi scelti per interpretare gli studenti della scuola di Montreal sono assolutamente deliziosi. Spontanei e riflessivi, a tratti più adulti degli adulti, teneri e ironici, i ragazzini rappresentano il nerbo di un film sostenuto da una sceneggiatura intelligente e piacevole, ricca di pathos, ma anche di ironia. Ai segreti che i bambini, in particolare Alice (Sophie Nelisse) e Simon (Emilien Neron), custodiscono gelosamente si contrappone il dramma oscuro di Lazhar, dissidente politico che rischia l'espulsione dal Canada e il rimpatrio coatto in Algeria . Il regista Philippe Falardeau compie un'impresa titanica nel dirigere questi straordinari bambini costruendo un dramma semplice, trasparente, eppure così ricco di umanità e comprensione. Monsieur Lazhar è una pellicola capace di trovare il canale giusto per entrare in sintonia con lo spettatore senza fronzoli né mistificazioni, parlando al cuore e al cervello. Un altro merito del regista è quello di aver fatto conoscere al grande pubblico un attore di talento come Mohamed Fellag, decisamente a suo agio in mezzo a tutti questi piccoli allievi in grado di apprendere dagli adulti, ma anche di insegnar loro i veri valori dell'esistenza. Fellag, che in patria è noto soprattutto come comico, mostra finalmente spessore e misura dando vita a un insegnante che, dopo alcuni errori di valutazione, si farà amare senza riserve dai suoi studenti. Una pellicola piena d'ispirazione che getta uno sguardo 'vero' sull'universo sfaccettato dell'infanzia, tratteggiato con tocco lieve ed empatico.

Movieplayer.it

4.0/5