Fandango presenta i film della stagione 2011-2012

Presentato alla stampa romana il listino della casa distributrice guidata dal lungimirante Domenico Procacci, che punta sulla produzione nostrana, prende le distanze della commedia e rischia con opere prime poco convenzionali. Presenti in sala i giovani registi Gianni Pacinotti, Matteo Rovere e Pippo Mezzapesa.

Arriva sotto un cielo stranamente grigio e una pioggerella inaspettata la presentazione del nuovo listino Fandango distribuzione 2011-2012 alla Casa del Cinema. Ma le nuvole d'inizio luglio sembrano distanti da una conferenza stampa dove l'unica pioggia che incombe è quella dei complimenti, giusti e spontanei. Dopo il recente trionfo di Habemus Papam, che ha portato a casa Fandango sei premi su sette ai Nastri d'argento numero 65, la nuova stagione si preannuncia perfino più interessante. Una offerta di produzioni tra le quali a spiccare sono più i nomi degli interpreti - Timi, Germano, Accorsi, Santamaria e Solarino tra gli altri - che quelli dei registi, se si eccettua quello del popolare Daniele Vicari (Il passato è una terra straniera), racchiude un talento manageriale che è valso parecchi riconoscimenti a Domenico Procacci e che si rivela ancora una volta pronto a rischiare piuttosto che battere strade ormai usurate.

Otto i film distribuiti quest'anno: Gli sfiorati, On the road, L'ultimo terrestre, Ruggine, La faida, Il paese delle spose infelici, Il sentiero e il già chiacchieratissimo Diaz - Non pulire questo sangue. La cinquina degli italiani - tre opere d'autore e due debutti - supera in numero i titoli internazionali (solo tre per ora) lasciando intravedere la voglia di rilanciare un cinema nazionale senza il gioco facile della commedia, genere su cui altrove si continua a puntare mirando al tintinnio di un botteghino quasi sempre sicuro. "Forse adesso i tempi erano più giusti per fare scelte controcorrente" - ha dichiarato Procacci, che dalla commedia ha comunque ottenuto buoni risultati con il successo di Qualunquemente. Dalle sue parole emerge prepotente la voglia di aggirare e superare una tendenza cinematografica che ha già mostrato qualche segno di stanchezza e le prime rughe del tempo (gli ultimi dieci anni almeno): "La commedia non può essere l'unico modo di raccontare delle storie, ma non deve diventare una convinzione generale che l'unico cinema italiano che funziona sia la commedia. Gli incassi sono positivi, ma non devono essere una costrizione alla creatività di chi fa cinema: è giusto che ogni autore scelga il genere con cui raccontare una storia... L'anno scorso molti autori avevano voglia di fare commedie, mi vengono in mente Mazzacurati e Albanese, le commedie hanno avuto grandi risultati al botteghino, ma a parte poche eccezioni (come Mine vaganti), hanno poi più difficoltà nell'esportazione".

Tra le pellicole italiane che Fandango porterà in sala la prossima stagione (le date non sono state ancora fissate) troviamo Gli sfiorati di Matteo Rovere, reduce della tiepida accoglienza riservata al precedente Un gioco da ragazze. Il film, il cui progetto ha avuto una lunghissima gestazione, è l'adattamento dell'omonimo romanzo di Sandro Veronesi. Laura Colucci e Francesco Piccolo sono gli sceneggiatori che hanno reso attuale il libro di Veronesi, ambientato invece alla fine degli anni '80. Si tratta di una commedia audace dal forte sex appeal che vede per protagonisti Michele Riondino, Asia Argento e Claudio Santamaria. "Domenico me l'ha proposto, forse non spaventato dal mio film precedente", ha ammesso il regista lasciandosi scappare che l'uscita è prevista per dopo l'estate.

Cast all italian stars per Ruggine di Daniele Gaglianone: Filippo Timi, Stefano Accorsi, Valerio Mastandrea e Valeria Solarino sono gli interpreti di un thriller dalle atmosfere polverose. Tratto dal romanzo omonimo di Stefano Massaron Ruggine è prodotto da Fandango insieme a Gianluca Arcopinto. Ed è lecito aspettarsi che lo vedremo al prossimo Festival di Venezia: "Per adesso non c'è stata nemmeno una visione dei nostri film da parte delle istituzioni", ha sostenuto Procacci spiegando che Marco Müller tornerà a lavorare per il Lido dalle prossime settimane, ma poi ha aggiunto: "Gaglianone l'hanno visto in una sezione...".

Grande attesa per il teso Diaz - Non pulire questo sangue, l'opera che segna il ritorno di Daniele Vicari, stavolta alle prese con quella che Amnesty International ha definito "la più grave sospensione dei diritti democratici in un Paese occidentale dopo la II Guerra Mondiale", gli scontri avvenuti tra polizia e manifestanti a Genova il 21 luglio 2001. "Diaz è un film che scatena sempre polemiche", ci ha tenuto a ribadire Procacci, "Ma non è un film boicottato, preferisco chiamarlo indipendente! Sapevo che sarebbe stato difficile produrlo e non mi aspettavo la collaborazione da parte della polizia, ma questo non cambierà la vita del film". Per l'opera di Vicari la Fandango si è avvalsa della collaborazione con il produttore francese di Le Pacte, produttore anche di Habemus Papam e di Big House, il prossimo film di Matteo Garrone, e con Bobby Paunescu, produttore e regista rumeno di Francesca. Elio Germano, Claudio Santamaria e Jennifer Ulrich sono impegnati da sabato mattina sul set del film a Bucarest, dove le riprese andranno avanti altre sei settimane, per poi trasferirsi altre tre a Genova: "Girando lì riusciamo anche a contenere i costi perché sarebbe stato impossibile bloccare la città per tutto il tempo di cui abbiamo bisogno per girare. Abbiamo ricostruito una parte di Genova lì", ha spiegato Procacci.

L\\\'ultimo terrestre
L\\\'ultimo terrestre
Due le opere prime in listino, scommesse difficili sul piano commerciale di fronte alle quali Fandango non si tira indietro: l'esordio alla regia di Gianni Pacinotti, il fumettista più noto come Gipi, e il debutto del pugliese Pippo Mezzapesa. L'eclettico artista pisano passa dalle strisce allo schermo con L'ultimo terrestre, storia dell'ultima settimana passata sulla terra da Gabriele Spinelli prima dell'annunciato arrivo di una civiltà aliena. Ma se si ha il dubbio che dopo l'americano Paul un'altra parodia extraterrestre si appresterà ad approdare nelle sale, ci pensa Gipi a scioglierlo precisando: "Non è un film sugli alieni, ma sulla grazia. Io prendo in giro chi tratta gli alieni in modo spettacolare e racconto il percorso di un personaggio che non ha sentimenti e per il quale la venuta degli alieni mette tutto in discussione"! "
Il film è il risultato di una collaborazione tra Fandango e la Coconino press, piccola casa editrice che ha pubblicato alcune opere di Gipi", ha raccontato Procacci. "Ci eravamo incontrati al Comicon di Lucca, ne avevamo parlato e avevamo pensato insieme a un film live action".

Si intitola, almeno provvisoriamente, Il paese delle spose infelici il primo lungometraggio di Pippo Mezzapesa. E' tratto dal romanzo di Mario Desiati - autore del recente successo Ternitti, finalista al Premio Strega 2011, di cui Fandango ha già opzionato i diritti - e tra gli attori protagonisti troviamo Nicolas Orzella, Luca Schipani e Rolando Ravello (La squadra) alle prese con un appassionato ribellismo giovane. "In Puglia da qualche anno c'è un rinnovato fermento che si sta riversando sia nel cinema che nelle altre manifestazioni artistiche", ha affermato il giovane regista, "ma il mio film ha con la Puglia lo stesso rapporto di quello di Gipi con gli alieni. La Puglia fa solo da sfondo a queste solitudini che s'incontrano".

Arrivano dalla Berlinale invece due nomi sicuri: quello di Joshua Marston, regista di Maria Full of Grace, con La faida e Jasmila Zbanic con Il sentiero. Premiato all'ultimo festival di Berlino con l'Orso d'Argento per la Miglior Sceneggiatura, La faida - il cui titolo originale americano è The Forgiveness Of Blood - è una storia drammatica e sanguinosa scaturita da un terribile omicidio. Sospesa tra le gag divertenti di un amore enigmatico e i momenti di riflessione sul velo ingombrante del fondamentalismo religioso è invece Il sentiero, diretto da Jasmila Zbanic, Orso d'Oro nel 2006 con Il segreto di Esma - Grbavica.

Sempre sul versante internazionale spicca per originalità On the road di Walter Salles, ispirato al bestseller di Jack Kerouac, e con un cast eccezionale che vanta i nomi di Kristen Stewart, Kirsten Dunst, Amy Adams, Steve Buscemi e Viggo Mortensen. "Quando ho saputo che qualcuno stava realizzando una trasposizione del libro è scattato qualcosa!", ha confessato Procacci, confermando il suo autentico interesse per la beat generation. "Era già stato acquisito da Medusa quindi ci è stata affidata la distribuzione".

Alla domanda su quali altri nomi potrebbero essere in programma per la prossima stagione, la Fandango ha dichiarato: "Sì, stiamo lavorando sia su opere prime che seconde, altri progetti sulla linea di questi in listino. Posso citare già il film di Susanna Nicchiarelli dal libro "La scoperta dell'alba" di Walter Veltroni e il prossimo film di Anna Negri". Ma tra le parole dette pensando al futuro così vicino, colpisce un desiderio che riemerge dal passato tra un sorriso forse malinconico: "Vorrei riprendere Paolo Sorrentino...", ha dichiarato Domenico Procacci. Non ci resta che chiederci se dietro questa frase non si nasconda un contatto top secret, ma di una cosa siamo sicuri: che il bravo e diplomatico "uomo Fandango" farà appello ai suoi classici "Non so, ho troppi vuoti di memoria" almeno fino alla prossima stagione.