Paul Haggis porta a Venezia In the Valley of Elah

Ancora un film di impegno per il regista/sceneggiatore pupillo di Clint Eastwood, che arriva al Lido con Charlize Theron.

Dopo Crash - Contatto fisico Paul Haggis realizza un'altra opera di impegno sociale, anche se meno originale nella forma rispetto al fortunato vincitore dell'Oscar. A presentare In the valley of Elah insieme al regista un altro premio Oscar, la coprotagonista Charlize Theron. A chi chiede che cosa il pubblico americano non sa ancora di questo conflitto, Haggis risponde che "durante la guerra del Vietnam i giornalisti facevano il proprio lavoro molto bene assicurando un'adeguata copertura di notizie e il popolo americano veniva informato di tutto. Ora questo non sta accadendo più, si è creato un vuoto di comunicazione tra gli organi di stampa, che danno notizie parziali, e il pubblico, in tal caso sta agli artisti colmare questo vuoto. Io sono considerato, sia come sceneggiatore che come regista, un artista impegnato perché guardo alla situazione politica, ma credo che tutti dovremmo parlare delle cose che ci stanno a cuore. In futuro potrei girare un giallo o adattare un romanzo di finzione, chissà. Per ora mi occupo di ciò che mi colpisce. E' vera l'obiezione di chi sottolinea il fatto che non solo in Iraq, ma in ogni guerra c'è violenza. Però è vero anche che ci sono guerre, come quella contro i nazisti, più facili da giustificare di altre. Questa è una guerra urbana con due fazioni che combattono mentre in mezzo a loro muoiono migliaia di civili ogni giorno."

Il film sposa il punto di vista di un padre di famiglia, un patriota che crede nei valori dell'America più tradizionalista interpretato dal bravissimo Tommy Lee Jones. "Tutti conoscono la mia posizione su questa guerra e non ho fatto mistero della mia contrarietà alla politica estera di Bush" prosegue Haggis "ma è importante che nel film non trapeli il mio punto di vista, ma quello del protagonista che è completamente diverso." Aggiunge Charlize Theron: "In the valley of Elah è un film politico, ma non di parte. A noi non interessa dire se questa guerra è giusta o meno, ma vogliamo far si che il problema venga sollevato per parlarne. Per ottenere la massima verità abbiamo parlato con molti veterani, li abbiamo portati sul set davanti e dietro la macchina da presa. I film servono a porre domande che non possono avere una risposta. Quando Paul mi ha chiamato e mi ha fatto leggere il copione ho accettato immediatamente. Considero il mio non un lavoro, ma una benedizione e quando mi capitano occasioni lavorative come questa sono felicissima, ma non sono una che programma la propria carriera, non scelgo a priori gli argomenti dei film, mi lascio trascinare dalla materia o dal regista. Comunque credo che farò altri film politici perché la politica è parte integrante della vita e della società, è impossibile non occuparsene."