Il Kang di Jonathan Majors in Quantumania: quando un grande nemico è stretto in un piccolo film

Sarà il prossimo big villain nella Saga dell'Infinito, pensato per essere una minaccia sempre diversa e perennemente incombente, ma il Conquistatore cinematografico è ancora adesso, nel film di Peyton Reed, nelle sue fasi embrionali e d'assemblaggio.

Il Kang di Jonathan Majors in Quantumania: quando un grande nemico è stretto in un piccolo film

Basandoci sulla percentuale aggregata di gradimento del film e sui diversi pareri della critica - compresa la nostra recensione di Ant-Man and the Wasp: Quantumania -, il cinecomic apripista della Fase 5 del Marvel Cinematic Universe non sta piacendo un granché. Svariate le motivazioni, soprattutto in termini di costruzione del racconto e dell'azione, ma una cosa che sembra mettere d'accordo più o meno tutti è l'interpretazione di Kang il Conquistatore dell'istrionico Jonathan Majors.

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, un'immagine tratta dal trailer

Avevamo già avuto modo di ammirare l'attore al lavoro sul personaggio nei panni di una differente iterazione dello stesso in Loki. Lì era conosciuto come "Colui che rimane" ed era forse l'unica Variante del nemico a non essere totalmente corrotta dal potere e dall'egoismo, ma anche l'unica ancora esistente - da qui il soprannome. A interessarci su tutto è però l'articolata ossatura concettuale del villain all'interno della nuova Saga, frammentata in tanti piani temporali paralleli, alternati o sovrapposti, e in numerose - e potenzialmente innumerevoli - performance tipicizzate. È questo che rende Kang un protagonista splendidamente stratificato e virtualmente imbattibile, anche se in Ant-Man and the Wasp: Quantumania sembra fin troppo stretto nelle morse di un film più piccolo di quanto avessimo ipotizzato.

Alle origini di un male

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, una scena

Cercheremo di non fare spoiler sulla trama del cinecomic appena approdato in sala, parlando quanto più possibile di Kang nel merito. Innanzitutto, ciò che salta all'occhio in questo terzo capitolo di Ant-Man and the Wasp è la volontà di rendere più grande e impressionante il comparto visivo del franchise, con particolare riguardo al worldbuilding del Regno Quantico, immaginato come una sorta di galassia-organismo sospesa tra lo spazio e il tempo (e palesemente ispirata a Star Wars). In questo senso il film apre i suoi orizzonti produttivi e artistici, ma è lo scotto da pagare in chiave narrativa e misura del racconto a destabilizzare un ideale equilibrio formale che invece non c'è. In sostanza la storia non conosce particolari sconvolgimenti e fatica a sorprendere anche nel comparto action, che nei due capitoli precedenti era coreografato spesso ottimamente e ben ingegnato da Reed.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, chi è Kang?

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, una scena

Bisogna comunque considerare l'anima introduttiva del cinecomic per la Fase 5 e per la minaccia più che concreta di Kang nella Saga del Multiverso, tant'è che nonostante la Ant-Family sia protagonista del film è in realtà la figura del Conquistatore a predominare nell'interesse collettivo del regista, dello sceneggiatore Jeff Loveness e anche agli occhi del grande pubblico. La tag-line ci invita "ad assistere alla nascita di una nuova dinastia", e infatti tutto il resto del cinecomic è quasi contorno rispetto a questa promessa, un vero e proprio pretesto narrativo per arrivare a Kang e confrontarsi con lui, fino ad affrontarlo faccia a faccia. Si potrebbe addirittura considerare Quantumania una storia d'origini del nemico elaborata come antitesi concettuale a Loki, dove c'era invece la sua fine (anche se Variante differente).

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, una scena

Il problema è che il contesto e la continuity imbrigliano per forza di cose le reali abilità di Kang, rendendolo al pari di Ant-Man, Wasp o Stinger un insetto in trappola in un piccolo e affollato mondo privo di linearità temporale o spaziale, e questo al netto di poteri e conoscenze sostanzialmente inarrivabili. C'è una sua frase del nemico davvero emblematica e rende chiara l'idea del suo ridimensionamento: "Come pensate di battermi? Io sono un Conquistatore, voi delle formiche". È indicativa perché esplicita il suo ego e la sua visione della vita nonostante ad affrontarlo quasi ad armi pari non ci siano Thor, Captain America o Hulk ma degli eroi a misura d'insetto proprio come lui in quel preciso momento.

Sotto la superficie

Kang
Loki: Jonathan Majors è Kang in una scena della serie

Kang è però molto di più di un prigioniero nel Regno Quantico. Kang è infinito. Per questo quanto visto in Quantumania scalfisce appena la superfice della vera latenza narrativa dell'antagonista, qui appena intaccata. Brillante e sofisticata la performance di Jonathan Majors, che prestando sempre lo stesso volto al personaggio è costretto - divertendosi - a reimmaginarne di volta in volta l'interpretazione sia fisica che psicologica, cambiando di fatto forma mentis, attitudine e persino il modo di muoversi insieme alla cadenza del linguaggio e all'espressività. Questo Kang è qualcosa di completamente nuovo rispetto a Colui che rimane e conferma l'incredibile talento di Majors, che si re-inventa e si mette alla prova in attesa di assediare - letteralmente - il Marvel Cinematic Universe con un'orda d'incalcolabili Varianti alla conquista del Multiverso.

Ant-Man and the Wasp: Quantumania, lo sceneggiatore: "Kang è il villain più pericoloso del Multiverso"

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Jonathan Majors in una foto del ffilm

Ad affascinare è perciò la promessa che fa Quantumania, tutto ciò che giace al di sotto della superficie che abbiamo avuto modo di vedere finora. Quello indossato nel film è un abito concettuale effettivamente stretto per il big villain della Fase 5, ma intenzionalmente giusto pure in considerazione dei numerosi difetti che permeano la produzione. Perché le grandi cose hanno piccoli inizi e la pazienza è tra le virtù fondamentali degli appassionai MCU, spesso ripagata con soddisfazione dopo anni. È vero infatti che il percorso della Saga del Multiverso ci condurrà fino ad Avengers: The Kang Dinasty e poi a Secret Wars, e ormai quasi in parallelo fisiologico con i fumetti sono quasi obbligati dei "passaggi d'istituzione", ovvero dei capitoli cinematografici che gettano fondamenta essenziali per il futuro del MCU senza generare chissà quale entusiasmo.

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Ant-Man and the Wasp: Quantumania, Paul Rudd in un primo piano

Questo nuovo progetto è pensato per essere ben più complesso della Saga dell'Infinito e partire prima di tutto dal suo nemico e con apparizioni non piccole e sporadiche ma d'impatto, volte a destabilizzare chi più e chi meno il continuum del MCU. E ora che abbiamo assistito all'inizio e alla fine, è il momento di cominciare a fare sul serio.