He’s all that, la recensione: il remake di Kiss me come omaggio ai teen movie anni ‘90

La recensione di He's all that: Netflix scomoda un successo teen come Kiss Me, ne ribalta i ruoli e lo adatta al mondo dominato da social e influencer.

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He's All That: Addison Rae e Rachael Leigh Cook in una scena

Viaggiamo su atmosfere amarcord da teen movie anni 90' e al tempo stesso ci troviamo in presenza di un classico stratagemma da lezione di sceneggiatura: l'effetto makeover da anatroccolo a cigno. Lo racconteremo dettagliatamente in questa recensione di He's all that, su Netflix dal 27 agosto, remake a ruoli ribaltati di un grande successo del 1999, She's all that, che in Italia uscì come Kiss me, titolo rubato al brano portante della colonna sonora, la hit dell'epoca cantata dai Sixpence None the Richers.

Chi non fosse stato adolescente negli anni 90' e non ricordasse a memoria questo film con Rachael Leigh Cook e Freddie Prinze Jr. (ora cuoco e marito di Sarah Michelle Gellar) e in piccoli ruoli anche super divi come il cantante e musicista Usher e addirittura un allora quasi sconosciuto Paul Walker, necessita di una breve introduzione alla trama: He's all that vede la super popolare e già influencer di successo Padgett Sawyer scommettere con le amiche che riuscirà a trasformare l'introverso Cameron (Tanner Buchanan) nel ragazzo più hot del liceo per recuperare reputazione e followers dopo la rottura con il bello della scuola. Quasi superfluo poi proseguire e instradarvi su cosa succederà dopo anche perché è facile immaginarlo sia per chi ha amato e conosce Kiss me sia per gli estimatori dei film da makeover con tanto di riscoperta finale dell'importanza dell'essere sull'apparire.

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He's All That: una scena

He's all that punta al doppio target, quello nostalgico degli ex adolescenti che potrebbero risvegliarsi alla vista della stessa Leigh Cook qui nel ruolo della mamma della protagonista, Matthew Lillard in quello del preside o semplicemente a certi chiari richiami al film del 1999 e quello sempre numerosissimo degli adolescenti ormai immersi nella cultura dei social, nelle trappole da influencer e nell'ansia da futuro. In quanto a questi obiettivi di duplice posizionamento nei riguardi del suo pubblico, Netflix ci vede giusto con questa commedia, peccato che lo svolgimento, anche se curato nei minimi particolari, con la giusta attenzione a inclusione e rappresentazione in linea con i tempi, si concentri appunto fin troppo sul fare bene i compiti che sulle connessioni emotive tra i personaggi, dando di fatto vita ad un film, per dirla in parole povere, semplicemente poco emozionante, senza infamia e senza lode. Il pubblico più giovane potrebbe gradire però la presenza di attori che per noi non sono star ma che sono gettonatissimi tra serie TV e social come i protagonisti Tanner Buchanan (reduce da Cobra Kai) e Addison Rae, star di Tik Tok alla sua prima esperienza come attrice. A rischio di suonare quasi come degli incalliti boomer però, la chimica tra i due non è neanche lontanamente paragonabile a quella dei loro "equivalenti" pre-millennial Cook e Prinze Jr.

Mean Girls

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He's All That: Addison Rae in una scena

Sembra quasi strizzare l'occhio ad un'altra rom-com anni '90, Ragazze a Beverly Hills, l'inizio di He's all that con la nostra protagonista Padgett che si sveglia in una stanza fin troppo rosa, circondata da tutto l'occorrente per video tutorial da influencer provetta e impeccabile in quanto a moda e apparenza. Non è però tutto oro quel che luccica e scopriremo presto che quello che la nostra protagonista mostra di sé è veramente una minima parte della vera se stessa. Come nel caso di Freddie Prinze Jr prima di lei, Padgett ha un animo molto più gentile e umile di quel che fa vedere agli altri, pur accompagnandosi ad amiche che di primo acchito potremmo senza dubbio considerare superficiali e molto rassomiglianti quelle Mean Girls di Regina George. Un caso? Probabilmente no, considerando che il regista di He's all That è lo stesso Mark Waters dietro il film iconico con Lindsay Lohan e Rachel McAdams. Ad aggiungere valenza all'appeal del film tra i più giovani, anche la presenza di Kourtney Kardashian, nel ruolo della dirigente della compagnia a cui la nostra Padgett Sawyer fa da testimonial.

Il Makeover

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He's All That: Tanner Buchanan durante una scena

Come svelato dal trailer, quella che Padgett deve salvare e salvaguardare è la sua vita da social dopo che la sua reputazione è stata compromessa dal tradimento in diretta su Tik Tok del suo fidanzato musicista da lei "creato" in precedenza. Riprendersi dopo questa sconfitta virale diventa il movente per una nuova scommessa. Per una che è famosa sui social per i makeover, quale sfida più avvincente del creare un ragazzo super cool dal nulla che magari spazzi anche via il fascino esercitato dal precedente traditore? Come accadeva in Kiss me, Padgett lascia che siano le sue amiche a scegliere il soggetto-cavia della trasformazione, Cameron Kweller, introverso fotografo con la passione dei cavalli e affetto da misantropia galoppante.

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He's All That: Addison Rae e Tanner Buchanan in una scena

Una delle più famose regole non scritte delle rom-com cosa dice? Che in questi casi dobbiamo aspettarci che il primo passo per attrarre l'attenzione di chi vogliamo colpire passi per la scoperta delle sua passioni e qualche intrusione di troppo. Era questo il caso di Heath Ledger/Patrick con Kat (Julia Stiles) e il suo amore per il rock in 10 cose che odio di te (anche questo del 1999), valeva per Freddie Prinze Jr/Zach con Laney Boggs (Rachael Leigh Cook) e la pittura ed è da manuale anche nel caso di Padgett con le lezioni di equitazione che improvvisamente sente il bisogno di prendere da Cameron. È proprio il termine "da manuale" che vogliamo sottolineare qui perché come sostenuto ad inizio recensione, il film è più prevedibile del prevedibile e si svolge in una maniera talmente meccanica che l'unica boccata di aria fresca sono le abbozzate storyline parallele a quelle dei protagonisti che per lo meno aggiungono curiosità e varietà.

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Stop the rock

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He's All That: una scena del film

Gli anni 90' sono stati quelli famosi per i jeans a vita bassa con gli ombelichi scoperti, i piercing in ogni dove, i ragazzi con i capelli ossigenati e a punta e i video musicali su MTV il pomeriggio, quando l'unica cosa simile ad essere osservati costantemente come sui social non era il Grande Fratello ma the Real World, una versione edulcorata e montata della vera vita dei giovani dell'epoca. In Easy Girl Emma Stone diceva: "Voglio che la mia vita sia come quella dei film anni 80', preferibilmente uno di quelli dove c'è un numero da musical senza un motivo apparente". Ecco, i film degli anni '90 e '00 questa lezione musical se la sono portata dietro, regalandoci numerose coreografie senza contesto, da far impallidire i flashmob visti negli ultimi anni. Tra le memorabili c'era, in Kiss me, il ballo della scuola coreografatissimo sulle note di Stop the Rock degli Apollo 440 messo su dal deejay del film, il già menzionato Usher. Una chicca da tenere d'occhio per He's all that? Un altro prom coreografato, un richiamo a quella stessa tendenza, modernizzata per l'occasione e che per la sua rinnovata mancanza di senso, aggiunge un gradito tocco di intrattenimento al film. All'arrivo del conclusivo ed inevitabile vissero felici e contenti senza fronzoli o social, possiamo dire che non basta svolgere il compitino alla lettera modernizzando ed emancipando qua e là perché gli stilemi del teen drama funzionano quasi sempre ma vanno trattati con cautela e sempre con lo stesso pathos emotivo di come se si stesse dirigendo, scrivendo o recitando, nel prossimo The Breakfast Club del 2021, altrimenti il trucco non funziona.

Conclusioni

A fine recensione di He’s all that, ci preme sottolineare che questa operazione remake a parti invertite e modernizzate di un successo teen anni ‘90 non fa che provare una regola non scritta che dovrebbe valere non solo per queste rievocazioni in chiave moderna ma per tutte le commedie in generale: riprodurre alla lettera storie, dinamiche e trame che hanno funzionato in passato non basta per ottenere un film di successo. Ci vuole una buona dose di coinvolgimento emotivo da parte di chi dirige, scrive e recita e soprattutto bisogna credere veramente di star facendo qualcosa di nuovo e innovativo pur replicando qualcosa. Cercare di essere originali nonostante tutto dovrebbe essere l'approccio chiave e in He’s all that questo manca. Il risultato finale è un film che vorrebbe colpire i nostalgici del film che rievoca, Kiss me del 1999, ed anche i giovani di oggi ma finisce per essere una pellicola che si fa vedere distrattamente e forse giusto per curiosità nei confronti delle teen star presenti e passate. Di teen comedy non ce n’è mai abbastanza ma bisogna prenderle sul serio, provaci ancora Netflix.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Apre le porte a nuovi attori e nuove star.
  • Rievoca un successo del passato che non dispiace ricordare.

Cosa non va

  • Svolge semplicemente il compitino del remake modernizzato senza fare altri sforzi.
  • Sceglie delle nuove star ma non si preoccupa di costruire la chimica tra loro.
  • Segue le regole del teen movie senza coinvolgimento emotivo, come se fossimo in una prova generale.