Gli Oscar passano per Roma: i protagonisti dell'Awards Season 2010/11

Da quello capitolino come da altri festival di tutto il mondo arrivano i titoli che si contenderanno i premi cinematografici dei prossimi mesi, con The Social Network in prima linea come probabile frontrunner.

Mai come in questa occasione la conclusione del Festival di Roma coincide con la partenza ufficiale della stagione degli Awards, ovvero quel periodo tra la fine dell'anno e l'inizio del successivo in cui si concentrano i maggiori premi cinematografici mondiali e che si conclude con l'assegnazione del più prestigioso, l'Oscar. Sebbene infinitamente distanti per geografia e glamour, Roma e Hollywood, la Festa voluta da Veltroni cinque anni fa e la cerimonia dell'Academy ormai avviata verso l'edizione numero 83, si sono spesso ritrovati con protagonisti in comune: alla prima edizione del Festival il vero evento era quel The Departed di Martin Scorsese che pochi mesi dopo gli avrebbe fruttato il suo primo Oscar in carriera; negli anni successivi due film di Jason Reitman (Juno e Tra le nuvole) hanno entrambi trionfato nella categoria di migliore sceneggiatura, e molti altri come A Serious Man, Into the Wild e Onora il padre e la madre, seppur non premiati con la statuetta, sono stati degni contenders fino alla fine.

La storia sembrerebbe ripetersi, visto che anche quest'anno al festival capitolino sono passati titoli di tutto rispetto, titoli che, ne siamo certi, saranno indubbiamente protagonisti della Oscar Race e degli altri principali premi cinematografici internazionali: The Social Network, Rabbit Hole, Animal Kingdom, We Want Sex e I ragazzi stanno bene - senza considerare Boardwalk Empire per la parte televisiva e Inside Job e Waiting for Superman per i documentari - sono tutti film potenzialmente in gara anche per molti dei premi più prestigiosi, con il primo a fare da frontrunner assoluto in tutte le categorie tranne quelle legate alle interpretazioni femminili, categorie però in cui gli altri film citati si difendono invece tutti benissimo.
Il film di Fincher attualmente può contare su un plauso della critica praticamente unanime e l'eccellenza di tanti aspetti della pellicola (in primis regia e sceneggiatura, ma anche interpretazioni maschili, musiche, montaggio e fotografia) ci fa capire che il film da battere per arrivare all'Oscar sarà con tutta probabilità proprio The Social Network; ma nonostante l'innegabile vantaggio garantito dall'enorme appeal mediatico legato all'argomento Facebook, i potenziali rivali di certo non mancano a partire dal vincitore di Toronto The King's Speech, e da Hereafter e 127 Hours rispettivamente eventi di chiusura dei festival di New York e Londra. Sembrerebbe quasi una sfida lanciata dai "piccoli" festival ai giganti Venezia e Cannes che da parte loro invece - dopo aver battezzato due dei trionfatori degli ultimi anni, The Hurt Locker e Non è un paese per vecchi - dovranno probabilmente accontentarsi di una gara da non protagonisti con la sola rappresentanza di Black Swan, The Town e Another Year.
Fa specie poi considerare outsider due film che invece non provengono da alcun festival ma sono amatissimi tanto dal pubblico quanto dalla critica e che soprattutto insieme hanno totalizzato quasi due miliardi di dollari in tutto il mondo, ma Toy Story 3 ed Inception, come sempre accade per i film di genere, dovranno faticare più degli altri per ottenere la giusta considerazione: per la Pixar da tempo siamo tutti in attesa di un riconoscimento che vada oltre la categoria animazione, e la poetica terza avventura di Buzz e Woody potrebbe essere perfetta se non fosse per quel numero 3 vicino al titolo che - nonostante l'illustre precedente de Il ritorno del re, terzo film della trilogia del Signore degli Anelli - denuncia uno status di sequel che solitamente non è ben visto dall'Academy; per il film di Nolan invece, il più chiacchierato e citato dell'anno prima del debutto di The Social Network, non sono di buon auspicio i risultati degli ultimi due super blockbuster, il Cavaliere oscuro dello stesso Nolan e Avatar di James Cameron, grande sconfitto della scorsa edizione.
La presenza di indubbi favoriti fin dall'inizio della corsa non sempre significa che la Awards Race sarà prevedibile, anzi, per un The Millionaire che domina la stagione dal primo all'ultimo minuto, cè sempre un Crash che spiazza tutti a fine cerimonia. Quello che è certo, invece, è che possiamo individuare in questi ultimi anni una tendenza molto positiva per il nostro paese ovvero la possibilità di assistere a questa "gara" non da semplici spettatori ma da spettatori cinematografici, grazie all'arrivo in sala di molti di questi film prima della cerimonia di premiazione. E' un trend che con il passare degli anni sta diventando quasi norma, ma giova ricordare che non è sempre stato sempre così, tutt'altro. Se il merito sia della comunicazione globale, di ravveduti distributori o anche di festival spesso bistrattati come quello di Roma francamente non lo sappiamo e poco ci interessa; quello che ci interessa è metterci comodi e goderci una competizione il più possibile serrata, perchè più capolavori saranno lì a contendersi le scintillanti statuette, più ci sarà da divertirci.