Zazie de Paris presenta a Roma Kill Me Please

In conferenza stampa, la simpatica attrice francese è l'unica rappresentante di cast e crew dell'originalissimo film di Olias Barco.

E' un peccato che, per la presentazione al Festival di Roma di un film così originale e a suo modo geniale come Kill Me Please, piccola co-produzione franco-belga diretta dal giovane regista Olias Barco, l'unica testimonial presente sia stata l'attrice Zazie de Paris, che nel film interpreta la cantante transessuale Rachel. A quanto pare, un ritardo nel volo ha impedito al regista e al resto del cast di essere presente, lasciando così la scena alla simpaticissima Zazie, peraltro prodiga di dettagli e curiosità su questa divertente commedia nera.

Il film è ironico, suscita molte risate. Qualcuno, però, alla proiezione non rideva. Questo perché ha forse mal digerito l'umorismo del film?
Zazie de Paris: Il film è fatto per divertire, ma lo scopo è parlare di temi collegati alla morte. Possiamo mettere nella Costituzione il diritto di morire? Questa è la questione alla base del film, ed è una questione politica. Il film può essere considerato un Helzapoppin' ancora più nero.

Cosa ci può dire del suo personaggio e in genere del lavoro sul set?
Il mio ruolo era innanzitutto improvvisazione, così come quasi tutti gli altri. Era un personaggio non molto chiaro, all'inizio, quindi ho avuto molta libertà per lavorarci; all'inizio si chiamava proprio Zazie, poi è stato ribattezzato Rachel. La sceneggiatura è stata iniziata tre anni fa, poi ci sono stati vari problemi economici, i soldi non bastavano mai, quindi alla fine Olias ha detto "ok, facciamolo con quello che abbiamo". Le riprese sono durate tre settimane.

Riguardo al tema del diritto di morire, il regista è pro o contro?
Beh, lui ha già provato a suicidarsi due volte, quindi non può che essere a favore!

E la sua opinione, invece?
La questione in sé è difficile, ma è anche una questione di umanità, visto che a volte la sofferenza per certe malattie terminali è talmente grande che si dovrebbe, umanamente, pensare di accompagnare la persona verso la sua dipartita. C'è però una cosa che si chiama istinto di sopravvivenza, e anche quando la decisione è presa, c'è sempre la possibilità che questo istinto prenda il sopravvento. E se una persona cambia idea due minuti prima? Secondo me questo non è un argomento che si può scrivere nella Costituzione o in una legge.

Ci racconta qualcosa di sé?
Anni fa ho fatto balletto all'Opera di Parigi, poi ho lavorato nel cabaret, e mi sono costruita questa immagine di signora bizzarra. Poi mi sono trasferita a Berlino, e lì ho fatto un film intitolato Deux (Due). Ora lavoro in Francia, con registi giovani come Olias. Finché non muoiono, ovviamente!

Alla fine del film, lei canta la Marsigliese, ed è una scena molto riuscita. Cosa ci può dire su di essa?
Rachel è una soprano drammatica che a un certo punto perde la voce, va in depressione e decide di morire. Il suo sogno però è sempre stato quello di cantare la Marsigliese, e così alla fine del film ci riesce, nonostante tutto.

Il film si ispira forse ai fumetti, o ai cartoni animati?
Sì, in Belgio ci sono cartoon molto conosciuti, l'umorismo è lo stesso, e se si guarda la fotografia del film, la grana della pellicola, c'è molto di quel mondo. Le immagini sono quasi dei disegni, sono arte.

I vari personaggi rappresentano un insieme di tipologie umane?
Sono tutti abbastanza improvvisati, in realtà, l'unico un po' più costruito è stato quello del dottore. Abbiamo avuto tutti grandissima libertà per sviluppare i nostri personaggi, è capitato anche che qualche scena venisse cambiata grazie alle idee dell'attore.

In tutta l'Europa la destra avanza. Pensa che su temi come l'aborto, l'eutanasia o i diritti degli omosessuali, c'è il rischio che si torni indietro?
La destra avanza perché la sinistra non ha lavorato bene quando è stata al potere, si è sempre divisa tra le sue varie componenti. La destra ha l'appoggio dei militari, e quando ha il potere non lo molla facilmente. Io con la destra posso anche parlarci, ma fino a un certo punto, cioè fin quando non iniziano a picchiare. Non li amo, certo, ma neanche li temo.

Perché avete usato il bianco e nero?

Credo sia solo una questione di soldi. Però so che Olias si è ispirato molto ai film di Charlie Chaplin, e anche a qualcosa di Jacques Tati.

Il suo personaggio, alla fine, sopravvive al massacro finale. Perché proprio lei, e perché proprio attraverso la musica, che è anche la grande assente nel film?
Io sono onorata che il mio personaggio sopravviva, e sono onorata che lo faccia proprio attraverso la musica! Olias non ha voluto usare un commento musicale, nel film, perché voleva che l'immagine parlasse da sé, l'immagine in questo film è molto forte, è tutto.