IF – Gli amici immaginari, la recensione: l’elaborazione del lutto secondo John Krasinski

La recensione di IF - Gli amici immaginari: l'ottimo film di John Krasinski con Ryal Reynolds mescola animazione e live action. Un consiglio: preparate i fazzoletti. Dal 16 maggio al cinema.

IF – Gli amici immaginari, la recensione: l’elaborazione del lutto secondo John Krasinski

Buona la quarta. Iniziamo così la nostra recensione di IF - Gli amici immaginari, rimarcando da subito quanto riteniamo riuscita la nuova avventura di John Krasinski dietro la macchina da presa. Tecnicamente sarebbe la quinta volta per l'attore ora anche regista, ma a parte gli esordi forse meno conosciuti, Brief Interviews with Hideous Men e The Hollars, l'acclamato _ A Quiet Place_ e il suo sequel possono essere contati come un unico genere cinematografico a cui si è approcciato. La nuova pellicola è invece un racconto di tipo diverso, da lui realizzato evidentemente per la propria famiglia e per tutte quelle che vorranno approcciarsi alla storia. E speriamo saranno tante.

Una trama tra immaginazione e realtà

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Cailey Fleming, la protagonista

La trama di IF - Gli amici immaginari è tanto semplice quanto toccante, andando a pizzicare le corde emotive del pubblico. Elizabeth, detta Bea (un'incredibile esordiente, Cailey Fleming, teniamola d'occhio) è una dodicenne che deve affrontare un nuovo periodo difficile nella propria vita dopo aver perso la madre da piccola a causa del cancro. Il padre (John Krasinski, che ancora una volta passa anche dall'altra lato della cinepresa) viene ricoverato in ospedale per un intervento al cuore e cerca di fare in modo di rendere tutto giocoso e il meno traumatizzante possibile per la figlia, soprattutto considerando quanto ha passato con la madre. Lei dice di voler essere trattata come un'adulta oramai, ma l'uomo le ripete "Non smetterò mai" di provare ad edulcorare il tuo dolore. La nonna (una spumeggiante Fiona Shaw, per una volta sorridente) la ospita per il periodo della degenza e recupero del padre, in modo che possa andare a trovarlo con facilità, dato che dopo il fattaccio si erano trasferiti fuori città per cambiare aria. Una notte però accade qualcosa di insolito e inaspettato: la ragazzina scopre di essere l'unica a riuscire a vedere i cosiddetti IF, ovvero gli amici immaginari che una volta cresciuti non si riescono più a scorgere.

Una favola per grandi e piccini

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Spazio all'immaginazione

Fin dalle prime battute, è chiaro che quella scritta e diretta da John Krasinski (che penna oltre che mano sulla cinepresa) è una favola. Sia dal punto di vista narrativo che visivo infatti, accompagnati dalla musica di Michael Giacchino (di grande atmosfera, anche se forse a tratti un po' invadente), assistiamo ad un romanzo di formazione della protagonista, mentre affronta l'elaborazione del lutto, che diventa anche un po' quello degli "adulti" di questa storia, che forse dovrebbero imparare a non crescere al 100%. È importante responsabilizzarsi e avere una visione concreta della vita, ma il nostro fanciullo interiore non andrebbe mai salutato completamente, perché il suo punto di vista potrebbe rivelarsi molto utile col passare degli anni: qualcosa che già cinema e tv ci hanno detto e continuano a dirci, ma repetita iuvant soprattutto se in modo così suggestivo e con un'atmosfera così particolare come quella creata dalla pellicola.

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Ryan Reynolds e Cailey Fleming in una scena del film

In questo senso, anche gli interpreti adulti riserveranno non poche sorprese, complici i contributi vocali di Steve Carell, che si riunisce all'ex collega di The Office, e Phoebe-Waller Bridge, riunita a Shaw dopo Fleabag, perfetti nei ruoli di Blue e Blossom (nella versione italiana doppiati da Ciro Priello e Pilar Fogliati). Il primo è un ammasso enorme di pelo viola che sembra uscito direttamente da Monsters & Co. - nonostante si chiami "blu", che però vuol dire anche "triste" in inglese; "forse perché sono daltonico" come scherza lui stesso, bisognoso di affetto. La seconda è invece un'ape ballerina sempre pronta ad offrire una corroborante tazza di tè, perché può risolvere qualunque problema, come avrebbe detto Mrs. Brick. Non sono gli unici IF che si vedono nel corso del film, ma vi lasciamo il piacere di scoprire gli altri, dicendovi di tenere d'occhio i titoli di coda: John Krasinki e Ryan Reynolds, co-produttore e co-protagonista della pellicola, hanno chiamato a raccolta amici e familiari (come le rispettive mogli) per prestare la voce agli abitanti del magico mondo posto sotto il nostro naso.

Umani in un mondo di... immaginari

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Tutti a Coney Island

La Grande Mela che si vede in IF - Gli amici immaginari è magica e sembra fuori dal tempo, lontana dal caos, dallo smog e dai pericoli che la caratterizzano solitamente nell'audiovisivo: la fotografia e la regia sono calde e accoglienti, come un morbido abbraccio di Blue o una tazza di tè caldo di Blossom. IF è insomma una coccola in cui immergersi durante la visione, che strapperà inevitabilmente qualche lacrima, fin dalle prime sequenze, nonostante siano un po' ruffiane, anche ai più duri di cuore.

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IF - Gli amici immaginari: il caldo abbraccio di Blue

Proprio la commistione tra live action e animazione funziona - maggiormente in Blue e meno negli altri IF, paradossalmente, forse perché mere "comparse" - così come le interazioni tra umani e immaginari e soprattutto la creatività con cui vengono sfruttati per creare qualcosa di nuovo (su tutti, Coney Island). È curioso notare come il 2024 si confermi l'anno degli amici immaginari nei film, dopo quelli horror di Imaginary e quelli tragicomici di Ricky Stanicky. Ora tocca a quelli di IF, capitanati da un Ryan Reynolds che si conferma un'incredibile caratterista, il perfetto contraltare per la protagonista, determinata ma provata dalla vita, che da subito ti trasporta dentro alla storia, tenendoti per mano, fino alla fine.

Conclusioni

Non possiamo che essere gioiosi mentre ci asciughiamo una lacrimuccia alla fine della recensione di IF – Gli amici immaginari, che conferma il talento di John Krasinski alla scrittura e dietro la macchina da presa. Questa volta l’attore e regista cambia genere e realizza un film per tutta la famiglia, sull’importanza di non salutare mai completamente il nostro fanciullo interiore, con una commissione riuscita tra animazione e live action, una protagonista già carismatica e talentuosa come la debuttante Cailey Fleming, uno stuolo di interpreti perfettamente in parte, una colonna sonora avvolgente ed una fotografia magica.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • La grande consapevolezza di John Krasinski in quello che fa.
  • Cailey Fleming, un’esordiente da tenere d’occhio.
  • Ryan Reynolds, impagabile co-protagonista e caratterista.
  • Le guest star da scoprire.
  • Il mix riuscito di animazione e live action.
  • La colonna sonora di Michael Giacchino…

Cosa non va

  • …a volte però un po’ invadente.
  • L’animazione è riuscitissima in Blue, meno negli altri IF.
  • Il film mantiene un’atmosfera, forse, troppo favolistica e per bambini, quando invece è rivolto a tutti.