Foto di famiglia, la recensione: un film intimo e toccante, tra dolore e umanità

La recensione di Foto di famiglia, il toccante film di Ryōta Nakano che affronta il tema del terremoto del 2011 da un punto di vista inedito e umano.

Foto di famiglia, la recensione: un film intimo e toccante, tra dolore e umanità

Da appassionati del Sol Levante, non possiamo che essere felici ogni volta che abbiamo l'opportunità di guardare film appartenenti alla cinematografia giapponese. E se fino a qualche anno fa le occasioni si limitavano a poche uscite e proiezioni ai grandi festival internazionali, in tempi recenti le opportunità si sono per fortuna amplificate. E la gioia aumenta quando possiamo parlare di film che ci hanno anche colpiti, come nel caso di questa recensione di Foto di famiglia, toccante storia degli Asada che affronta il tema sentito in Giappone del terremoto del 2011 da un punto di vista inedito, che si concentra sul lato umano di quella terribile tragedia.

Il sogno di Masashi dà il via alla trama

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Foto di famiglia: una scena del film

Al centro del racconto di Foto di famiglia, così come del titolo originale giapponese Asada-ke, c'è la famiglia Asada, un gruppo unito e affiatato in cui ognuno ha il suo sogno da coltivare e perseguire: da una parte c'è il padre, che avrebbe voluto fare il pompiere, dall'altra il maggiore degli figli aveva un più ambizioso desiderio di diventare pilota di Formula 1, mentre la madre... beh, lei si è sempre immaginata come moglie di un membro della Yazuka, la pericolosa mafia giapponese. E poi c'è Masashi, il più creativo del gruppo, che si dedica anima e corpo alla fotografia e ha la brillante idea di scattare una serie di immagini che rappresentano tutto il gruppo familiare in diverse situazioni e suggestioni, ispirandosi ai sogni di ognuno di loro e non solo.

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Foto di famiglia: una scena

È grazie a questi scatti che Masashi riesce a diventare un fotografo professionista, apprezzato e stimato, capace di applicare quel concetto anche a famiglie che non siano la sua, immortalandole con originalità e regalando loro ricordi preziosi e duraturi. Un'attività che subisce un drammatico stop quando il Giappone viene colpito dal terremoto del 2011, un sisma fuori dall'ordinario che ha provocato i danni e le ripercussioni che ben conosciamo anche noi. Masashi sente di dover fare qualcosa di utile e sceglie di farlo unendosi a un gruppo di volontari molto peculiare, impegnato in una missione fuori dal comune: mettere in salvo le foto e gli album di famiglia che sono andati perduti nel crollo delle abitazioni di tante famiglie. Per recuperarli e restituirli ai legittimi proprietari, per i quali questi reperti assumono un valore inestimabile.

Faccia a faccia con il dolore

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Foto di famiglia: un frame del film

Il cuore del racconto di Foto di famiglia, dicevamo, è Masashi. Lo è anche nel riflettere l'ideale suddivisione del film in due parti, una prima più concentrata su di lui, sulla sua crescita sin da bambino al presente della storia, una seconda dopo il drammatico sisma del 2011. Due parti in cui Masashi, e con lui il film, cambia, perché c'è inevitabilmente un prima e un dopo per il ragazzo, per il Giappone e per tanti dei suoi abitanti. Il Masashi della prima parte è un ragazzo creativo, un po' viziato dalla famiglia, ma incline agli errori nella vita e forse incapace di gestire e preservare i rapporti interpersonali, come quelli con la ragazza che da sempre gli piace; quello che impariamo a conoscere dopo è un Masashi che finalmente affronta la vita con maturità, che cresce nel rapportarsi con il dolore causato dal dramma del terremoto, nel salvare una a una oltre 60.000 fotografie assorbendo il dolore che portano con sé.

Elaborare il dramma

Una metamorfosi incarnata con profondità da un bravissimo Kazunari Ninomiya, capace di mantenere un grande equilibrio nel trasmettere empatia allo spettatore, mantenendo apprezzabile il suo personaggio pur nei suoi errori e nelle sue mancanze e comunicando il dolore che prova nel confrontarsi con il dramma della primavera del 2011. Elabora quel dolore, Masashi, come il Giappone è solito fare da sempre attraverso l'arte che riprende le tragedie nipponiche: abbiamo visto più volte affrontare da vari punti di vista e con approcci variegati il dramma del nucleare e della Seconda Guerra Mondiale, sta accadendo anche negli ultimi anni con il terribile terremoto che ha devastato il paese nel marzo del 2011, ripreso e approfondito da tanti punti di vista diversi.

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Foto di famiglia: un'immagine

Ci sono film specifici su Fukushima, sia in forma di documentario che di finzione, ce ne sono altri più allegorici come il recente Suzume di Makoto Shinkai, ma quello di Ryōta Nakano è un approccio particolare, più intimo e umano, che sa aggiungere qualcosa di nuovo e prezioso al tema, facendoci comprendere più in profondità cosa il terremoto ha rappresentato per i singoli abitanti del paese del Sol Levante, con i quali ci sentiamo sempre più vicini.

Conclusioni

Vi abbiamo parlato di un film emozionante nella recensione di Foto di famiglia, una storia che parte dalla figura di Masashi, seguendolo per tutta la sua crescita, per raccontare qualcosa di più ampio e profondo con umanità e intimità. Buona la prova del protagonista Kazunari Ninomiya, perfetto nell'incarnare e trasmettere il viaggio emotivo del suo personaggio e dare forma e concretezza all'intuizione del regista Ryōta Nakano nel raccontare il dramma del sisma del 2011 con approccio diverso e originale.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • La prova del protagonista nel ruolo di Masashi.
  • L'abilità di Ryōta Nakano nel gestire tempi e modi del racconto.
  • Il raccontare un evento drammatico come il terremoto del 2011 da un punto di vista e con un approccio diversi.
  • La capacità di intrattenere ed emozionare allo stesso tempo con una storia ispirata a eventi reali.

Cosa non va

  • Alcune sfumature posso essere meno apprezzate da chi non conosce il mondo e il contesto giapponesi.