Fallout, recensione: pollice decisamente su per la serie di Jonathan Nolan

La recensione di Fallout, serie Prime Video sviluppata da Jonathan Nolan a partire dall'omonimo videogioco. È nata una nuova era per gli adattamenti videoludici.

Fallout, recensione: pollice decisamente su per la serie di Jonathan Nolan

Jonathan Nolan pensa in grande. Ha detto di essere stato presente nel momento in cui i cinecomics sono diventati non solo un fenomeno, ma una parte importante dell'industria cinematografica hollywoodiana. La sceneggiatura di Batman Begins, diretto da suo fratello Christopher, è infatti sua. Ora, dopo la serie Westworld, afferma di essere pronto a cavalcare un'altra rivoluzione: quella degli adattamenti di videogiochi. E ha ragione: finalmente cinema e, soprattutto, televisione hanno capito come approcciarsi a questo tipo di storie. Pensiamo al recente The Last of Us. La nuova serie Prime Video è un altro tassello importante di questo percorso: sì, la recensione di Fallout parte alzando non poco le aspettative. Ma se lo merita.

Fallout Serie Tv Prime Video Campaign
Benvenuti a Los Angeles!

In streaming dall'11 aprile in Italia, Fallout si ispira all'omonimo videogioco sviluppato da Bethesda (ora di proprietà degli Xbox Game Studios). Siamo in un mondo post apocalittico, in cui la Seconda Guerra Mondiale ha avuto un esito differente da quello che conosciamo: l'atomica è stata infatti sganciata su suolo americano, cambiando completamente le sorti del mondo.

I ricchi si sono rifugiati nei loro bunker antiatomici (vault in originale) e ci sono rimasti, lasciando in superficie tutti quelli che non hanno avuto la lungimiranza, o la possibilità, di costruirli. Come vediamo dalla scritta all'inizio del primo episodio (otto in tutto), si parte dalla fine: è la conclusione della civiltà per come la conosciamo. Il racconto riprende più di 200 anni dopo: in superficie tutto sembra essere tornato indietro nel tempo, con una società che ricorda quella del vecchio west, mentre nei vault la tecnologia si è preservata. Unica costante è il personaggio interpretato da Walton Goggins: una volta attore di successo, Cooper Howard, ora è una creatura che ha viaggiato tra mondi diversi. Il Ghoul. Ed è proprio lui a farci da guida, come Virgilio a Dante nell'Inferno, in questo futuro che per noi sembra lontano eppure, contemporaneamente, ricorda il passato e racconta bene il nostro presente.

Fallout: tra fantascienza e western

Fallout Serie Tv Prime Video Aaron Moten
Aaron Clifton Moten in una sequenza della serie

Sviluppata, come dicevamo, da Jonathan Nolan insieme a Lisa Joy, Fallout è un progetto perfettamente coerente per la coppia di autori che ha dato vita a Westworld. Ancora una volta gli sceneggiatori si trovano a giocare e bilanciare due generi che, nonostante sembrino superficialmente agli antipodi, in realtà si parlano molto: la fantascienza e il western.

La trama di Fallout segue infatti tre protagonisti principali: Lucy MacLean (Ella Punell), cresciuta in uno dei vault e totalmente digiuna della superficie; Maximus (Aaron Moten), scudiero della Confraternita d'acciaio, ordine quasi cavalleresco, erede dell'esercito americano e, appunto, Il Ghoul, metà mostro, metà pistolero. All'inizio della serie li conosciamo separatamente, ma poi le loro strade si intrecciano. Sì, Lucy sale su e vede il mondo per la prima volta. È un po' come quando Neo prende la pillola rossa in Matrix.

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Una metafora di Hollywood

Fare un parallelo tra Fallout e il nostro presente, in cui attualmente ci sono diversi conflitti in corso e la minaccia dell'atomica è sempre più concreta, è immediato. Non solo: il cambiamento climatico e le temperature sempre più alte contribuiscono a creare sul serio un'atmosfera apocalittica.

Fallout Serie Tv Prime Video Walton Goggins
Walton Goggins versione The Ghoul

Ma un altro sottotesto della serie è anche l'analisi, dall'interno, della moderna industria cinematografica hollywoodiana. E questo è uno spunto indipendente rispetto al videogioco. L'ambientazione passa infatti dalla California del 2077 a quella degli anni '50: è lì che incontriamo per la prima volta Cooper Howard, sorridente, affascinante e gentile. Avendo vissuto prima della Grande Guerra del 2077 tra Cina e Stati Uniti (da dove comincia il primo videogioco) ha visto, non soltanto la morte, ma il peggio dell'umanità. Più volte.

Fallout Serie Tv Prime Video Ella Purnell
Ella Purnel in una scena di Fallout

Il Ghoul è il perfetto contraltare per Lucy che invece è ingenua e, senza volerlo, arrogante: è stata infatti cresciuta pensando che la sua gente, gli abitanti dei vault, siano destinati a salvare il mondo. Fuori invece tutti pensano che siano quelli che lo hanno abbandonato, lasciando al loro destino tutti gli altri. Dal loro confronto hanno origine riflessioni filosofiche sul concetto di bene e male, scopo e punto di vista. Ma anche diverse situazioni comiche: Fallout ha infatti il pregio di non rinunciare all'umorismo e a toni più comici, anche se vediamo cose come scarafaggi giganti che attaccano le persone. E appunto, anche un confronto tra la vecchia e la nuova Hollywood: forse più coraggiosa, anche se non priva di ombre la prima, rispetto all'asettica e sempre più digitalizzata produzione contemporanea, che segue l'algoritmo invece che concentrarsi su storie e personaggi con un'anima.

Grande cast e valore produttivo

Fallout Serie Kyle Maclachlan
Kyle MacLachlan in Fallout

Oltre alla scrittura, Fallout può contare su due grandi qualità. La prima è un ottimo cast: su tutti svetta Walton Goggins, un gigante. È l'interprete perfetto per un personaggio dalle infinite sfumature, metà demone, metà cowboy, metà essere umano. Poi sul valore produttivo: i set sono stati in gran parte ricostruiti e si vede: Fallout ha quella qualità propria dell'ottima fantascienza, in cui il metallo non è lucido e artificiale, ma sporco, vissuto. Confermata già per una seconda stagione, la serie Prime Video è uno dei titoli dell'anno. Pollice decisamente in su per Follout.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Follout, la serie sviluppata da Jonathan Nolan e Lisa Joy a partire dall'omonimo videogioco è uno dei titoli dell'anno. Ambientata in un mondo post apocalittico, gioca bene con la fantascienza e il western, potendo contare su un ottimo cast, con Walton Goggins ad alzare il livello, e un alto valore produttivo, con set e oggetti di scena ricostruiti nel dettaglio. Già confermata per una seconda stagione.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • La scrittura di Jonathan Nolan e Lisa Joy.
  • L'alternanza sapiente di fantascienza e western.
  • Il cast.
  • Il carisma di Walton Goggins.
  • Il valore produttivo: set e oggetti di scena sono magnifici.
  • L'uso del senso dell'umorismo.

Cosa non va

  • I primi episodi devono introdurre diversi mondi e personaggi, quindi bisogna avere la pazienza che tutti i tasselli si incastrino.