The Good Wife: il commento all'episodio Goliath and David

Un episodio non al livello del precedente The Decision Tree, ma caratterizzato da un case-of-the-week divertente e 'orecchiabile', e da un memorabile cameo a sorpresa.

Il plot

I due musicisti che hanno suonato al party natalizio della Florrick/ Agos chiedono l'aiuto di Alicia e Cary per la causa che vogliono intentare a un network televisivo che si è impossessato, per uno show di cover musicali, del loro arrangiamento di un successo rap. Quando l'avvocato del network, Burl Preston (F. Murray Abraham) si precipita a Chicago per affrontare Alicia, nel comunicargli che Mrs. Florrick ha lasciato la Lockhart/ Gardner, Will gli propone un'alleanza inedita che rientra nei suoi piani di acquisire una clientela losangelina. Nel frattempo Eli, dopo aver saputo che il nome del padre del bambino di Marilyn è effettivamente Peter, implora Kalinda di indagare sulla sua identità per escludere che si tratti del Governatore Peter Florrick.

Cosa ci è piaciuto di questo episodio

Una canzone in testa. Il case of the week ripropone in maniera piuttosto fedele la recente controversia che ha visto il musicista Jonathan Coulton ai ferri corti con la Fox e il musical show per eccellenza, Glee. L'oggetto del contendere, nello show e nella realtà, è la cover di una cover, ovvero il fatto che un programma basato interamente sul "riciclo" di canzoni famose, abbia riproposto (e venduto su iTunes) non una propria versione del brano originale, ma l'arrangiamento di un altro musicista, senza riconoscergli nulla.
L'argomento non ha certo l'impatto di tanti temi toccati dal legal drama di Michelle King e Robert King, ma contiene un'interessante riflessione sulla creatività e sui limiti della definizione di copyright. In un mondo globalizzato in cui tutto è derivativo, come rivendica in Goliath and David lo pseudo-Ryan Murphy trascinato il tribunale, come proteggere le idee, poco o molto originali che siano? Inoltre la vicenda legale, tra negoziati, litigi, garbugli, colpi bassi e parentesi decisamente divertenti prodotte soprattutto da quel buontempone di Matthew Lillard, che riesce con la sua stazza e la sua maschera a conquistarsi una ragion d'essere in un episodio in cui non mancano certamente le guest star di lusso, è gestita con ottimo senso del ritmo.
Willicia forever. Dopo i palpiti e lo struggimento del mid-season finale, il bellissimo The Decision Tree, The Good Wife non abbandona affatto i suoi amanti-nemici Alicia e Will, che continuano a farsi un tiro dopo l'altro, senza mai dimenticare il loro passato di complicità e passione, e ne va pure orgoglioso. "E' forse una coincidenza il fatto che continuiamo a fronteggiarci caso dopo caso?". Prima o poi, i King e gli altri sceneggiatori dello show saranno costretti a separare le loro strade, facendo del nuovo asse Alicia/ Cary il fulcro dello show; ma per il momento, la rabbia di Will non ha ancora iniziato ad affievolirsi, nonostante la sua capacità di canalizzarla positivamente e professionalmente, i sentimenti di Alicia non sono risolti in barba alle cattiverie che infligge al suo ex-capo, per il momento, e queste "coincidenze" sono ancora le benvenute.
Peter, Peter delle mie brame. Dopo l'annuncio di Marilyn Garbanza che chiudeva The Decision Tree, e la successiva precisazione che il bambino che ha in grembo si chiamerà Peter "in onore del padre", il tarlo del dubbio si impadronisce giustamente di Eli Gold: l'aver ingravidato la sua responsabile delle questioni etiche potrebbe essere la rovina definitiva di un neoeletto Governatore dell'Illinois che ha già qualche scheletro di troppo nell'armadio. L'idea disturba noi quanto Eli, perché sarebbe un espediente troppo scontato e molesto per giustificare l'introduzione del personaggio, già di suo abbastanza tedioso, di Marilyn. Ma la teleplay di Luke Schelhaas depista noi quanto Eli, e conclude l'intera storyline con efficacia e stringatezza, e con non uno ma due colpi di scena: uno ansiogeno e uno assolutamente esilarante e folle.
Papà Peter non è Peter Florrick (che è comunque nei guai, e fino al collo), né Peter Weber, ex boyfriend scolastico della Garbanza, ma il regista de L'ultimo spettacolo e Luna di carta Peter Bogdanovich, che, chiamato dalla CBS a interpretare questo cameo a sorpresa nei panni di sé stesso, ha dichiarato candidamente di aver approfittato della scena per baciare a più riprese la voluttuosa Melissa George: "Non hanno usato molto, alla fine. Ma io ho chiesto di girare e rigirare!"

Cosa, invece, non ci ha convinto

No Guts, no Glee. Rispetto a un'altra occasione in cui gli autori di The Good Wife avevano chiamato in causa nemmeno troppo velatamente un collega, ovvero quella in cui avevano attaccato senza pietà Aaron Sorkin (nell'episodio Cause perse della seconda stagione), Ryan Murphy e il suo show - che, diciamolo, ha stufato un po' tutti, e la vicenda con Jonathan Coulton non ha aiutato - hanno ricevuto un trattamento un po' all'acqua di rose.

Kalinda/ Damian/ Jenna. Damian che "pilota" Howard e cerca di manovrare i partner per assecondare i deliri di onnipotenza di Will ci ha fatto sorridere, e ci è piaciuto vedere Kalinda di nuovo impegnata in una vera indagine, ma per il resto, questo triangolo continua ad essere infruttuoso e implausibile, con la poliziotta bionda che passa le giornate a pedinare la detective della L/G cercando di portarsela a letto dopo averle reso il lavoro impossibile a rappresentare il culmine del fastidio.

What's Next? Il nodo principale riguarda Peter Florrick: un'autorevole reporter è in possesso delle prove di un tentativo di truccare l'elezione a Governatore, cosa che innescherà un nuovo scandalo. Gli aspetti positivi? Non c'è un piccolo Florrick/ Garbanza, e una possibile contesa sul risultato elettorale accende in noi la speranza di rivedere Matthew Perry nei panni del diabolico avversario repubblicano di Peter, Mike Kresteva.

Movieplayer.it

3.0/5