Spike Forever: James Marsters ricorda Buffy a dieci anni dalla fine

Abbiamo incontrato James Marsters, leggendario interprete di Spike nel seminale Buffy - L'ammazzavampiri, serie cult che quest'anno celebra dieci anni dalla conclusione.

Di serie TV se ne contano migliaia, ma se si catalogassero per schiere angeliche Buffy - L'ammazzavampiri rientrerebbe negli ordini più alti, in zona Serafini. Autentico cult soprannaturale del piccolo schermo, precedente la moda dei vampiri belli e sciapi, formava il talento di uno degli sceneggiatori più importanti del panorama contemporaneo, quel Joss Whedon che si vide cancellato il sublime Firefly e oggi è annoverato tra i potenti di Hollywood grazie al supereroico The Avengers (e presto ci regalerà lo show Agents of S.H.I.E.L.D.). Buffy si concludeva dieci anni or sono (ma è facile rivederla ancora in replica su MTV e Fox), eppure il mondo civilizzato ospita ancora numerose convention dove i fan evocano i fasti della serie e incontrano gli interpreti.
La prima Con nostrana dello show si è tenuta lo scorso agosto a Firenze, organizzata dalla Fantasy Events, che per l'anno prossimo ha già in programma il secondo evento riservato al fandom di The Vampire Diaries (dal 30 maggio al 1° giugno, a Roma) e una convention mista per i seguaci di C'era una volta, Streghe e Merlin.

Ospiti della Slayer Itacon - dedicata sia a Buffy che a Angel - erano Mark Lutz (il Groosalugg), J. August Richards (Gunn), Nicholas Brendon (Xander) e James Marsters (Spike), il quale si è anche esibito in un Live con il figlio Sullivan. Marsters, magicamente immune alle offese del tempo (dichiara inspiegabilmente 51 anni), ha incarnato Spike con tale maestria da elevare il suo personaggio da pressoché irrilevante a mitico. Nella sua filmografia spiccano partecipazioni ad altre serie di genere, da Torchwood a Smallville, da Caprica a Warehouse 13. Ecco cosa ci ha raccontato.

La peggior esperienza sul set di Buffy?
Ogni volta che mi decoloravano i capelli, ovvero ogni otto giorni. I vampiri non hanno la ricrescita, così per restare perfettamente color platino venivo sottoposto al calvario dell'ossigenazione ogni settimana. La testa delle persone non è fatta per essere trattata costantemente con la crema decolorante per cui mi riempivo di pustole sanguinolente che a volte scoppiavano durante le riprese. All'inizio venivo compatito e i responsabili si scusavano dello scempio, ma dopo un paio d'anni presero a fregarsene beatamente e mi intimavano di non lamentarmi. Ero disperato e ogni volta che subivo l'ossigenazione mi rintanavo nella mia roulotte e ripetevo "pensa ai soldi, pensa ai soldi"! Avevo seri problemi di tasse quando accettai il ruolo, se non avessi cacciato ventimila dollari in tre mesi sarei finito in galera, non potevo proprio rifiutare.

Com'era il tuo rapporto con Joss Whedon?
Terrificante. Per Joss i vampiri di Buffy erano creature orrende e dovevano crepare in fretta perché incarnavano i problemi da superare nell'adolescenza. Diceva sempre che i libri di Anne Rice facevano schifo. I vampiri devono essere brutti, eppure nella serie c'era Angel. Il suo co-sceneggiatore David Greenwalt (Grimm) lo aveva persuaso a infilare nella storia almeno un vampiro bello e quello era, per l'appunto, Angel. Poi al cast sono stato aggiunto io, nel ruolo di Spike, e grazie al trucco, ai capelli biondi e al cappotto di pelle conquistai subito al pubblico. Joss non sopportava l'idea di un altro vampiro carino nella serie e una volta mi spinse in un angolo accusandomi di rovinare lo show. Tuttavia agli spettatori piacevo, e per questo non ha potuto far fuori il mio personaggio. A lungo, appena lo vedevo nei paraggi, mi dileguavo, ero sicuro che se gli fossi passato davanti una volta di troppo mi avrebbe licenziato in tronco.

E invece sei rimasto fino alla fine.
Sì, ma ogni volta che partiva una stagione veniva e mi diceva che aveva pensato alle storyline di tutti i personaggi, ma per Spike non gli era venuto in mente niente.

Adesso che Whedon è celeberrimo quante possibilità restano per un film di Buffy? Sarah Michelle Gellar recentemente si è detta disponibile...
Il problema non è la fama, Joss adora i personaggi di Buffy, se no perché ha continuato per anni a scriverne i fumetti? Sono i Kuzui il problema, perché come produttori del primo film Buffy l'ammazzavampiri del 1992 detengono i diritti su tutti i personaggi. Joss ai tempi non era nessuno e aveva dovuto firmare un contratto favorevole ai Kuzui, per cui ogni volta che si presentava l'occasione di fare il film questi pretendevano cifre esorbitanti in cambio dei diritti e l'assoluto controllo creativo. Alla fine Joss ci ha messo una pietra sopra. Personalmente a me cambia poco perché dopo tanti anni non potrei partecipare: i vampiri non invecchiano.

Cosa rammenti dell'esperienza in Torchwood?
Pensate sempre tutti al bacio, lo so! Baciare John Barrowman è stata un'esperienza incredibile. Non mi piace produrmi in scene d'amore per contratto, sappiamo tutti qual è la professione di chi lo fa. Per baciare qualcuno mi devo fidare di questa persona e John è affidabile, è fantastico e lo ribacerei in qualsiasi momento. L'esperienza delle riprese fu abbastanza sconvolgente perché la mia fidanzata ricevette il permesso dal regista di dirigere la scena e me la fece rifare cinque volte. La guardava e diceva "Oooh, ma è stato fantastico... rifatelo!" e tutti ridevano.

E di Doctor Who cosa mi dici?
Ai tempi di Torchwood non lo seguivo, ma ho recuperato. Dovrei dire che il mio Dottore preferito è quello di David Tennant ma devo essere onesto, il migliore secondo me è quello di Christopher Eccleston! A dirla tutta, di meglio ci potrei essere solo io, vorrei interpretare il prossimo Dottore. Ai tempi chiesi a Russell T. Davies di comparire anche in Doctor Who, ma mi rispose che il mio personaggio era troppo osé per la serie madre.

Ti ritieni un fan?
Assolutamente sì, ho lo spirito del fan. Ho partecipato alle primissime convention di Star Trek, vestito con la divisa azzurra che mia sorella mi aveva aiutato a cucire, sfoggiavo le orecchie a punta e il phaser che mi ero fatto da solo in legno. Mi sentivo fantastico perché tutti mi fermavano per chiedermi come avevo costruito il phaser e mi facevano i complimenti. Ad oggi impazzisco per Spock, la prima volta che incontrai Leonard Nimoy però mi disse che era stanco e se ne andò via. Ci rimasi malissimo e adesso, quando lo incontro, rinuncio a priori ad avvicinarlo...