Roma Web Fest svela il lato 'fashion' nella seconda giornata

La seconda giornata del Roma web fest ha assunto un sapore decisamente glamour grazie all'evento Fashion Film, che ha arricchito gli appuntamenti quotidiani con proiezioni, tavole rotonde e approfondimenti.

La prima edizione del Roma Web Fest (27-29 settembre, Teatro Golden, Roma) sale sui tacchi a spillo e si dà un tono decisamente più glamour. Tutto merito dell'evento di punta della seconda giornata, che ha premiato il vincitore della sezione Fashion Film e ha invitato dieci tra le fashion blogger più amate d'Italia a raccontarsi in un contest all'ultima moda.
La giuria di qualità presieduta da Adriano Franchi, direttore di Alta Roma, ha visionato assieme al pubblico i sei titoli finalisti (A&B, Let's sew again, Narcissa, Have a good night, Rebeca - Insomnia, Prada wears the devil) e ha offerto al vincitore Prada wears the devil la possibilità di aprire la manifestazione capitolina nell'edizione di gennaio 2014. Molti di loro hanno scelto una modalità di racconto patinata con una venerazione quasi sacra del genere, con la piacevole e originale eccezione di Let's sew again (che si consiglia di guardare a chi ancora associa alla moda una valenza giocosa).

Martina Chiella
Martina Chiella
A vincere ex-equo il contest delle fashion blogger sono state Martina Chiella (di Armoire de mode), in assoluto la preferita dalla nostra redazione per estro e spontaneità, e Floriana Serani (di Black Blessed Blog) che ha già lanciato una sua linea di moda. Le altre concorrenti sono: Federica Cimetti de Laragazzadaicapellirossi.com, Alessia Quaresima di Theshoppingtherapy.com, Eleonora Manzi di Rougeandchocolate.com, Eleonora Branca di Kaleidoscopicmirror.com, Francesca Costantini di Skinkifra.com, Martina Corradetti di Thefashioncoffee.com, Federica Orlandi di Lefreaks.com e Veronica Caputo di Jeveronique.com. Le dieci esperte di tendenze del web si sono raccontate nella splendida cornice della galleria d'arte White Gallery tra abiti griffati e pose da diva, svelando sogni nel cassetto (una di loro sogna l'insegnamento) e hobby (come la cucina).

Dopo aver parlato di brand, di aggregazione o separazione da Youtube è arrivata l'ora della tavola rotonda più attesa e delicata, I diritti d'autore nella rete, che ha riunito al tavolo del dibattito insigni relatori tra cui l'avvocato Barbara Bettelli (Studio Legale Belaw), Bruno Zambardino (Università La Sapienza di Roma), Giuliano Canu (vicedirettore multimedialità di SIAE) e Federico Bagnoli Rossi (segretario generale di FAPAV, la federazione per la tutela dei contenuti audiovisivi e multimediali).

Anche se è impossibile sintetizzare in una sola frase i dati raccolti nelle indagini sul web, ce ne sono alcuni che danno un'idea di come si sta evolvendo la situazione? Bruno Zambardino: Esiste un trend di mercato ed evidenzia che aumentano major e canali TV, soprattutto negli USA dove il web è più maturo rispetto all'Europa, e coinvolge personalità del calibro di Tom Hanks e Kiefer Sutherland, solo per dare due esempi nell'ambito della produzione. Solo nel 2012 si sono aggiunti 1000 nuovi titoli. Ma va detto che solo il 13% delle webseries americane, ad esempio, sbarca in TV, una cifra molto più alta comunque rispetto alla situazione italiana: di 200 prodotti, ad esempio, nel loro caso il 90% vanta una società alle spalle. Nella classifica delle più viste da noi rimane salda Freaks!.

Cosa deve fare, invece, un indipendente che vuole mettere online la sua serie web? Barbara Bettelli: L'industria dell'audiovisivo si è sempre basata sulla gestione dell'esclusiva, ma bisogna sempre tenere a mente il concetto di diritto che è fondamentale, altrimenti non ci sarebbe libertà. Vuol dire che quando nasce qualcosa di nuovo, come nel caso della rete, va disposta una tutela. Le regole servono a ottimizzare la catena del valore. Per partire bene converrebbe consultare prima SIAE e FAPAV per ricevere una risposta alla domanda: Che cosa posso fare? Di cosa si occupa la SIAE rispetto al web? Giuliano Canu: Il mio ufficio segue proprio lo scenario online cercando di essere in prima linea di fronte alla dinamicità della rete che a volte spiazza. L'opera audiovisiva è complessa e non sempre tutti i pezzi del puzzle hanno un'unica proprietà intellettuale. Bisogna saperlo prima per evitare che il lavoro sia inutilizzabile. Il desiderio di gratuità al fine di favorire la cultura mi sembra che sbagli mira: non pagare gli autori per diffonderla è come bombardare per ottenere la pace.

L'esempio di Joss Whedon e Doctor Horrible's Sing-Along Blog dimostra che la gratuità paga. Ma come? Federico Bagnoli Rossi: Se è una personalità come Joss Whedon a fare un esperimento del genere siamo di fronte ad una marcia in più. Uno parte gratis e poi interviene l'industria. La stessa autoregolamentazione serve a monetizzare e anche in Italia qualcosa si sta muovendo nella protezione dei contenuti. Siamo comunque in piena evoluzione e l'unico consiglio che mi sento di dare è quello di approfondire questo cinema di genere.

Durante tutto il corso della giornata si sono susseguite, poi, le proiezione delle altre webseries finaliste del festival: Bad Magic, Di Volto In Volto, Gli abiti del male, RADIO CITY web series, Inside Batman, Forse sono io, Le cose brutte, Gabbiani, Strips!, Senza Contratto, Next Stop, Soma, Travel Companions, Lost in Google. Domenica, invece, tocca a quelle più votate in rete e alle straniere: Malviviendo, Dejavù , Chronicles of syntax, The Vessel , Thijs and the ladies , Galaman , Out with dad, Mission backup heart e Too punchy. Che vinca il migliore!