Falling Skies - Stagione 1, episodio 9-10: Mutiny - Eight Hours

Un finale di stagione teso, dal ritmo incalzante, che tuttavia non scioglie la maggior parte dei dubbi accumulati nei precedenti episodi e rimanda tutto alla nuova, attesa stagione.

Alla fine è arrivato, l'agognato finale di stagione di Falling Skies: un doppio episodio che ha fatto registrare, sulla rete via cavo TNT, un vero e proprio boom di ascolti (siamo dietro soltanto ai risultati dei primi due episodi, ma non di molto) e che congeda la serie fantascientifica di Robert Rodat e Steven Spielberg con una conclusione dal ritmo incalzante, che tuttavia non scioglie la maggior parte dei dubbi accumulati negli otto precedenti episodi e rimanda tutto alla nuova, già attesissima stagione. Bisogna dire che questa prima tranche di episodi, se ha fatto registrare indici di gradimento sostanzialmente elevati e costanti (con i picchi appena ricordati) non è stata comunque esente da difetti di scrittura e da un andamento un po' altalenante a livello di tensione, con episodi avvincenti e narrativamente ben congegnati alternati ad altri in cui ha invece prevalso una certa stanchezza e una scarsa attenzione per l'elemento credibilità. Bisogna dire che anche in questi due nuovi, e per ora conclusivi, Mutiny ed Eight Hours, non manca qualche problema in questo senso, anche se il crescendo del ritmo e la curiosità derivante dalle evoluzioni delle vicende dei personaggi (abilmente preparate nel corso della stagione) riescono a controbilanciare i pur presenti limiti narrativi. Di fatto, va detto che la conclusione finisce per accumulare tensione, più che scioglierla, con un cliffhanger conclusivo che lascia lo spettatore più che mai nell'incertezza, ma anche con una grande curiosità.

Mutiny si apre con i preparativi per l'annunciato attacco alla base aliena, che dovrà essere portato dalla Seconda Mass in sinergia con la Quarta e la Quinta, e che verrà guidato da un capitano Weaver apparentemente tornato in sé dopo gli sbandamenti emotivi dell'episodio precedente. E' tuttavia proprio sull'integrità mentale di Weaver che si concentrano le angosce di Tom, che ha assistito al crollo mentale del capitano nella sua vecchia casa e ora non è convinto del suo totale recupero; la sicurezza ostentata da Weaver e la sua risolutezza nel portare l'attacco al di là di ogni ragionevole cautela, finiscono per aggravare i dubbi del professore, sempre più preoccupato per la sorte della compagnia e angosciato anche per suo figlio Ben; specie dopo la rivelazione ricevuta da Anne sull'autopsia effettuata sul corpo di uno skitter, che ha mostrato chiaramente che le creature non sono altro che esseri umani trasformati che avevano subito l'impianto alieno. Ben sembra perfettamente tornato in sé e senza il minimo dubbio sulla parte che intende scegliere nella lotta tra umani e alieni; tuttavia, gli aculei lasciati dalla protesi sembrano continuare a crescere, e intorno ad essi si è formato uno strato di pelle resistente, che ricorda troppo da vicino quella delle mostruose creature. L'altro ragazzino a cui è stato rimosso l'impianto, Rick, è invece ormai apertamente ostile ai suoi compagni, e brama il ritorno degli skitter e un nuovo impianto che gli permetta di portare a termine la sua metamorfosi.
E' su Weaver che si concentra tuttavia il grosso dell'episodio, con i dubbi di Tom che trovano presto conferma nella rivelazione di Lourdes, quando la giovane fa sapere a lui e ad Anne che il capitano assume da tempo un cocktail di antidepressivi e anfetamine. Il ritorno di Dai, gravemente ferito, e la rivelazione che la Quarta e la Quinta Mass sono state probabilmente annientate, fanno precipitare la situazione: Tom si convince che Weaver va fermato e che la missione si sta per trasformare in un'impresa suicida, ma il capitano è sempre più sordo ad ogni obiezione e fa anzi rinchiudere in cella il professore. Solo un'azione di forza portata da Hal, Margaret e dal giovane Jimmy riesce a liberare Tom e a ricondurre alla ragione Weaver, che si convince della necessità di discutere il suo piano con l'intera compagnia e di rivelare ai suoi uomini la reale pericolosità dell'impresa che si accingono a compiere. Impresa in cui comunque, alla fine, la compagnia decide di imbarcarsi: la dimostrazione di apertura mentale e di disponibilità al confronto fatta vedere dal capitano gli fa recuperare credito presso i suoi uomini, tra i quali Weaver non ha problemi a trovare 50 volontari per sferrare l'agognato attacco. Attacco a cui non prenderà parte Tom, ma a cui è invece ben felice di partecipare John Pope, ideatore e realizzatore dei proiettili anti-Mech che i militari contano di usare contro gli esseri meccanici: è interessante, a questo proposito, notare la sinergia tra i propositi di Weaver, disposto potenzialmente a sacrificare la sua vita, e quella dei suoi uomini, per annientare gli alieni, e la cieca rabbia di Pope, che sembra ormai avere come unico scopo quello della distruzione degli skitter. Appare tuttavia troppo affrettata, e poco credibile, la ricomposizione del contrasto tra Weaver e Tom, con l'improvvisa nuova disponibilità del capitano a discutere i suoi prima granitici propositi, e la sostanziale conversione del professore a questi ultimi, malgrado il probabile insuccesso.
La compagnia scopre tuttavia di avere un'inaspettata arma in più quando i tentativi di Uncle Scott di mandare un segnale di disturbo alle comunicazioni aliene mostrano di avere un effetto su Ben: il ragazzo, pur con notevole sofferenza, riesce a captare i segnali di disturbo e quindi a indirizzare l'esperto di comunicazioni sulle frequenze radio giuste, anche qualora queste fossero modificate dagli skitter. E' proprio su Ben (e su Rick) che si chiude Mutiny e si apre l'episodio conclusivo Eight Hours, con il figlio del defunto Mike che decide di passare all'azione e aggredisce Uncle Scott, sabotando i suoi macchinari e fuggendo, con il preciso intento di rivelare agli skitter la locazione della Seconda Mass e i suoi piani. L'incontro con l'inquietante Megan, bambina ormai in fase di trasformazione avanzata e non più completamente umana, non sortisce tuttavia l'effetto sperato da Rick: la ragazzina-skitter carpisce le informazioni che le servono e abbandona tra i boschi il ragazzo, ormai disperato e con la sensazione di non appartenere a nessuna delle due parti in conflitto. Tom, che nel frattempo ha raggiunto Rick e lo ha ricondotto alla scuola, deve tuttavia prendere una decisione, visto che ora gli skitter ora conoscono la locazione della compagnia e un attacco da parte dei Mech è prevedibilmente imminente: l'evacuazione dei civili, tra i quali suo figlio più piccolo, si rivela una misura quasi obbligata, così come la disperata difesa della scuola da parte dei militari rimasti. Difesa che tuttavia riesce, almeno temporaneamente, grazie ad Uncle Tom e a Ben: il dispositivo di disturbo delle comunicazioni architettato dall'uomo, e la capacità del ragazzo di captare le frequenze giuste, si rivelano un'arma vincente e riescono a bloccare un attacco che, in caso contrario, si sarebbe concluso col certo annientamento di ciò che resta della Seconda Mass.
Presso la base aliena, nel frattempo, la situazione sembra rapidamente precipitare: i militari scoprono che la Quarta e la Quinta Mass sono state effettivamente distrutte, e Weaver decide così di lasciare ai suoi uomini la libertà di tornare alla scuola o di imbarcarsi in un attacco con ogni probabilità suicida. L'unico a cui impone il ritorno è Hal, nonostante la quasi disperata volontà del ragazzo di prendere parte all'azione: troppo importante il suo contributo come messaggero per riferire agli altri del probabile fallimento dell'attacco, ma anche troppo forte il senso di colpa provato da Weaver nei confronti di Tom, e la sua consapevolezza che il professore aveva ragione nel voler bloccare l'azione. L'arrivo di Hal alla base, e il successivo respingimento dell'assalto dei Mech, provocano la decisione di Tom di raggiungere l'amico-avversario e di combattere insieme a lui: l'inguaribile fede del professore nella possibilità di una vittoria, e la responsabilità da lui sentita verso i militari impegnati nell'attacco, fanno sì che Tom e Weaver si riuniscano tra i boschi, dove quest'ultimo è rimasto ferito a causa di una contro-incursione aerea da parte degli alieni. Grazie a un attacco portato col lanciarazzi fornito dal sopravvissuto Pope, i due riescono tuttavia a provocare grossi danni alla base aliena, ottenendo, durante il loro viaggio di ritorno verso la scuola, un risultato inatteso: un'astronave aliena raggiunge gli ormai stremati Tom e Weaver e atterra, lasciando fuoriuscire uno degli esseri umanoidi insieme a una Karen soggiogata dall'impianto: quest'ultima, sotto lo sguardo attonito dei due, annuncia la volontà degli invasori di trattare. Trattativa che ha in realtà il sapore del ricatto: Karen fa sapere a Tom che suo figlio Ben è ancora sotto il loro controllo, e che gli alieni potrebbero decidere di lasciarlo andare solo nel caso in cui Tom li segua. L'episodio si chiude con il professore che, nonostante l'incredulità e il dolore di Weaver, acconsente alla richiesta degli invasori e sale sull'astronave, verso una prigionia dai contorni più che mai incerti.
Le conclusioni che si possono trarre da questo finale (ma anche dall'intera stagione) già accennate in apertura, sono dunque quelle di una serie che continua a puntare le sue carte migliori sulla suspence e sull'accumulo di elementi enigmatici, piuttosto che su una loro pur parziale risoluzione: le attese dello spettatore, tra cui quella di una conclusione spettacolare (l'attacco vero e proprio alla base aliena resta in realtà fuori campo) o quella di una maggior presenza, negli ultimi due episodi, degli esseri umanoidi che rappresentano le vere menti dietro all'invasione, vengono continuamente disattese. Va detto, e ribadito, che questa prima stagione non è stata esente da cali di tensione e da ingenuità narrative di vario genere, oltre a mostrare il limite di una fisiologica, ma a volte fastidiosa ed eccessiva, componente di retorica patriottica (evidente soprattutto in questi ultimi due episodi). Gli stessi personaggi non sempre rifuggono da stereotipi piuttosto prevedibili, ed è esemplificativo in questo senso quello di Pope, che appare come una specie di Sawyer di Lost ulteriormente semplificato. Sarà da vedere se, nella prossima stagione, gli sceneggiatori sapranno dare un maggiore spessore a questo e ad altri caratteri, oltre a saper donare un miglior equilibrio narrativo ad una serie il cui bilancio, per ora, resta comunque complessivamente positivo.

Movieplayer.it

3.0/5