Doctor Who: I ricordi del Quinto Dottore

Abbiamo intervistato, in occasione della Doctor Who 50th Official Celebration, il Quinto Dottore Peter Davison, anche autore e regista del brillante The Five(ish) Doctors Reboot

La Doctor Who 50th Official Celebration (non perdete il nostro resoconto) è stata affollata da whovian quanto da guest di rilievo: tra questi i Dottori classici Tom Baker, Peter Davison, Colin Baker e Sylvester McCoy. L'interprete del Quinto Dottore, il 62enne Davison, è anche sceneggiatore e regista di The Five(ish) Doctors Reboot, gustosissimo spoof che illustra i fantasiosi tentativi di vari membri storici di cast e crew di Doctor Who di persuadere il diabolico Steven Moffat a inserirli nell'epico The Day of the Doctor. Sylvester McCoy, Colin Baker, Paul McGann, Matt Smith, John Barrowman (e la sua famiglia etero medioborghese segreta!), Steven Moffat, Russell T. Davies, David Tennant e sua moglie Giorgia (nonché figlia di Davison), Peter Jackson e Ian McKellen fanno la loro apparizione nel tragicomico speciale.
Un extra inatteso, anche se Davison era già stato avvistato davanti alla sede londinese di BBC con i cartelli di protesta per non essere stato incluso nel Cinquantenario, manifestazione che poi si è rivelata una scena di Five(ish). BBC Worldwide ha generosamente permesso a un gruppetto di giornalisti stranieri (più qualche infiltrato britannico) di intervistare l'attore alla convention ufficiale di Doctor Who che si è svolta all'ExCel di Londra dal 22 al 24 novembre: tra un tramezzino e l'altro (ci siamo avventati su di lui in pausa pranzo), l'attore ha rilasciato qualche succosa dichiarazione.

Qual è stato il commento di Steven Moffat quando gli ha accennato per la prima volta al progetto di Five(ish)?

Ha detto "fantastico!" e ha accettato sia di apparire nello speciale che di lasciarmi usare la mia videocamera, che avevo già utilizzato per alcuni miei corti. Quando ho sottoposto la sceneggiatura a Bbc si sono anche offerti di fornirmi una crew e l'unico cambiamento sensibile che hanno apportato al progetto è costituito da una piccola riduzione nella durata del video: da quaranta minuti scarsi a mezz'ora.

Moffat ha accettato senza storie la parte dello showrunner carogna?

Non si è reso davvero conto del fatto che ne uscisse come il cattivo fino a quando non ha visto la scena finale montata, quella in cui decide di eliminare i tre dalek dal girato. Me lo ha fatto notare e io non ho potuto evitare di commentare che ci aveva messo davvero tanto e rendersene conto.

Quando le è venuto in mente di realizzare The Five(ish) Doctors Reboot?

È stata un po' la mia ossessione da un anno a questa parte: tutto è cominciato quando ho avuto la splendida idea di dichiarare a una convention che se non mi avessero invitato a partecipare a The Day of the Doctor avrei girato io il mio speciale del Cinquantenario. C'è sempre qualcuno che fa i video ai panel e poi li mette in rete e naturalmente tutti hanno preso sul serio la mia dichiarazione.

Non aveva scelta... ma il risultato finale è ottimo.

Si, sono molto soddisfatto, anche se senza Tom Baker il nostro "Five" è diventato "Fiveish": io ho provato a invitarlo, ma non c'è stato verso che lui mi rispondesse. Pazienza, lo abbiamo preso un po' in giro in contumacia.

Era stata dura diventare la prossima incarnazione del Dottore dopo Baker, che era amatissimo?

Non avevo visto la sua interpretazione del Quarto Dottore ai tempi, ero molto più angosciato dal fatto che i primi a lavorare come protagonisti nella serie erano stati attori del calibro di William Hartnell. E poi che avevo solo trent'anni: nessun Dottore era mai stato interpretato da un attore così giovane, non erano ancora i tempi di David Tennant e Matt Smith. Sono contento, comunque, che la prossima rigenerazione avrà il volto di Peter Capaldi, i Dottori erano diventati davvero troppo giovani!

Perché ha deciso di lasciare la serie?

Mi fu chiesto dalla produzione se fossi disposto a rimanere nella serie per un minino di tre stagioni, questo accadde alla fine della seconda, e io mi ritrovai in una posizione scomoda. Mi era stato consigliato da Patrick Troughton in persona, che stimavo immensamente, di accettare la parte per un massimo di tre anni. Così me ne andai, non senza pentimenti, perché il giorno che devi girare la scena della rigenerazione e incontri quello che ti sostituirà, il ripensamento è inevitabile.

Si è tenuto qualche capo d'abbigliamento del Quinto Dottore, o altri ricordi dal set?

Certamente, mi sono tenuto la giacca, visto che ero stato proprio io a suggerire che il mio Dottore utilizzasse una divisa da cricket. Ovviamente non ho suggerito io i punti interrogativi sul colletto della camicia, mi hanno sempre lasciato perplesso. Avevo tenuto anche altri oggetti che piano piano ho dato via per beneficenza o semplicemente perché me li chiedevano, senza rendermi conto che con gli anni avrebbe acquisito valore. Mi ci potevo finanziare la vecchiaia, e invece!