Doctor Who: i 50 anni del cult secondo Moffat

Un Steven Moffat trionfante, ospite della Doctor Who 50th Official Celebration, ha risposto alle domande dei giornalisti all'indomani di The Day of the Doctor.

Nel corso dei tre giorni della Doctor Who 50th Official Celebration, tenutasi all'ExCel di Londra tra il 22 e il 24 novembre, lo showrunner Steven Moffat è passato quotidianamente in sala stampa a chiacchierare con i giornalisti. Palpabile la tensione nella voce del bardo scozzese, che ha risposto alle domande in tono mesto il primo giorno, sulla difensiva il secondo, e trionfale il terzo, dopo il successo clamoroso di The Day of the Doctor, trasmesso in contemporanea sugli schermi televisivi di mezzo mondo (in Italia su Rai4). A prescindere dalle impressioni sulla puntata che celebra cinquanta gloriosi anni della serie cult britannica Doctor Who - i più l'hanno trovata un tributo epico, altri non hanno accettato la revisione radicale a cui Moffat ha sottoposto la Guerra del Tempo, e l'autore di questa intervista detesta il retcon -, The Day of the Doctor è stato un evento televisivo memorabile. Chi scrive, assieme a una manciata di altri giornalisti provenienti da tutto il mondo, ha avuto l'opportunità di ricevere le prime impressioni dello showrunner dopo la messa in onda. Grazie a BBC Worldwide che nella lista degli invitati della stampa ha concesso spazio anche a una italiana, e grazie a un Moffat elettrizzato e su di giri, che, svolazzando a un metro da terra, ha esaltato la superiorità di Doctor Who e delle serie inglesi rispetto alle americane. Star Trek e Battlestar Galactica incluse.

È stata una bella sorpresa rivedere Paul McGann nei panni dell'Ottavo Dottore.

Sono contento che sia stato ricevuto positivamente. In molti si aspettano di rivederlo in TV con le nuove avventure del suo Dottore, ma sarebbe strano se ci fossero due serie con due Dottori in giro allo stesso momento. Questo non vuole dire che non accadrà, vedremo.

Di Christopher Eccleston invece manco l'ombra. O meglio, giusto quella.
Me lo aspettavo che alla fine sarebbe finita così, perché Chris un po' lo conosco. Ci siamo visti, ne abbiamo parlato e per un attimo ho quasi creduto che l'avremmo spuntata, ma non è stato così. E non è stato per una decisione presa senza ponderare, o per ripicca, o per nessuno motivo del genere: ci ha pensato, e molto pacatamente ha declinato.

Eri un po' teso quando ci siamo visti prima della messa in onda di The Day of the Doctor.

La tensione era fortissima, ed è stato terribile assistere alla visione del pubblico e aspettare le loro reazioni. Poi sono uscite recensioni straordinarie e mi sono reso conto che The Day of the Doctor era un successo, un enorme successo. Voglio dire, dieci milioni di spettatori...

Da quanto meditavi di cambiare le sorti della Guerra del Tempo?

Da un annetto... Mah, per essere precisi, dieci milioni virgola duecentomila spettatori. Dicevo, ho pensato a quale fosse il momento più importante della vita del Dottore... ehm, DIECI MILIONI e duecentomila.... 954 spettatori, diciamolo, eh. Tornando alla domanda, ho pensato che il momento più importante della vita del Dottore fosse il giorno che ha incenerito Gallifrey. E mi rendevo conto che se avessi dovuto scrivere la scena in cui il Dottore ha preso questa scelta e fatto saltare in aria tutti i bimbi del pianeta, semplicemente non ci sarei riuscito, perché lui, secondo me, alla fine non avrebbe mai avuto il coraggio di premere quel bottone. E così mi sono detto che era assurdo, che, suvvia, non lo avrebbe mai potuto fare. È il Dottore! È ovvio che non l'ha fatto, non avrebbe potuto, avrebbe trovato un altro modo, a qualsiasi costo. Lui è il Dottore, certe cose non le fa, così ho scritto quello che è davvero accaduto.

Vedremo il Dottore andare in cerca del pianeta perduto? Sarà un arco narrativo della prossima stagione?

Adesso ha una casa a cui tornare, ma deve prima ritrovarla, e non sarà facile. E poi, quando l'avrà trovata, bisogna vedere cosa farà, se resterà o andrà via di nuovo.

E dello speciale natalizio cosa ci puoi dire?

Abbiamo voluto dare a Matt Smith un commiato come si deve. Riprenderemo i temi che sono stati sviluppati fin dal suo arrivo e che sono rimasti in sospeso, e poi.. c'è Trenzalore.

E Peter Capaldi.
E Peter Capaldi, un attore straordinario. C'è chi ha sollevato la questione dell'età, ma Peter non sarà un Dottore "vecchio", vedrete com'è scattante e vitale appena dopo la rigenerazione.

The Day of the Doctor è stato trasmesso in contemporanea in tutto il mondo. Un bel traguardo. Doctor Who ce l'ha fatta. Ci è riuscita, la serie che amo e amavo quando non era figo essere un fan di Doctor Who. Al diavolo fan di Star Trek, la serie che mi piaceva da piccolo e per cui mi prendevate in giro al parchetto ha stravinto, ed è più grande e cool della vostra serie, della vostra mamma e di Battlestar Galactica! È un strepitoso fenomeno internazionale, ed è britannica. Britannica, capito? E mi vanto perché Doctor Who è una serie eccezionale, e tutti, io, voi, gli americani, devono dirlo!

Un poster promozionale di The Time of the Doctor
Un poster promozionale di The Time of the Doctor