American Horror Story - Stagione 2, episodi 4 e 5: I Am Anne Frank

Due episodi stilisticamente differenti che si muovono coraggiosamente su temi narrativi delicati, e sconvolgono il pubblico con la rivelazione sull'identità di BloodyFace.

Una giovane donna che sembra avere le prove sul passato di un criminale nazista - e non una donna qualsiasi, ma un'icona della storia recente - e un uomo apparentemente irreprensibile che getta la maschera, anzi forse sarebbe più corretto dire che la indossa - per svelare la sua vera identità, quella di un serial killer che ha commesso delitti atroci. Queste sono le due storyline più importanti del doppio episodio I Am Anne Frank: Part 1 e Part 2, diviso in due parti, che in realtà sono stilisticamente molto differenti: se il primo punta su una recitazione più misurata e una storia audace, il secondo è più allucinato e rimanda al cinema di Brian De Palma, e in maniera più sottile (quasi impercettibile) a due capolavori di Alfred Hitchcock come La donna che visse due volte e Gli Uccelli.
Nella prima stagione di American Horror Story, gli autori avevano giocato con la mitologia della Los Angeles dark, quella degli omicidi di Sal Mineo e della Dalia Nera, rimescolando insieme fiction e cronaca, e stavolta, in Asylum, provano a fare la stessa cosa, spingendosi ben oltre, perché in questo caso la vicenda di Anne Frank, non è certo di quelle da trattare con superficialità. Un tentativo riuscito, perché anche provando ad immaginare un epilogo differente per la storia della ragazzina che morì in un campo di concentramento, e di cui è rimasta una testimonianza letteraria preziosa e toccante quanto controversa e discussa, gli autori non ne oltraggiano la memoria, che resta intatta, nonostante la forte natura iconoclasta della serie.

Franka Potente interpreta questa giovane donna che viene condotta di forza al Briarcliff dopo che ha aggredito l'avventore di un bar che aveva fatto delle battute antisemite. Poche ore dopo il suo arrivo, la giovane incontra il dottor Arden nella sala comune e riconosce in lui uno degli aguzzini più spietati di Auschwitz, che nascondeva un'anima nera e diabolica dietro i modi gentili e concilianti. La ragazza sostiene di parlare con cognizione di causa, perchè lei - tenetevi forte - è Anna Frank, ed è sopravvissuta agli orrori del campo di Bergen-Belsen, ma dopo la liberazione era ridotta in uno stato così pietoso da non essere riuscita a dare le proprie generalità. Dopo essersi ripresa ha vissuto in Germania per alcuni anni, fino a quando non ha conosciuto un americano che l'ha portata negli States, l'ha sposata e poi è morto nella guerra di Korea.
Se Anne non è mai venuta allo scoperto è perchè voleva che la ragazzina che era stata e che tutti credevano morta, e di cui erano stati appena pubblicati i diari, restasse una martire. Anne sostiene inoltre che il vero nome di Arden sia Hans Gruper, e i suoi racconti su di lui ci riportano in un campo di concentramento in cui l'uomo era di stanza. Flashback in un bianco e nero sporco, volti terrorizzati ed emaciati, e la gentilezza spietata di Gruber-Arden (che nella versione giovanile è interpretato dal figlio di James Cromwell, John) che regala cioccolato ai prigionieri, ma sceglie tra loro le cavie dei suoi sadici esperimenti.

Se da una parte il racconto di Anne ha qualche punto incerto (perchè non ha dato le sue generalità, quando è stata meglio?) trova conferme nell'arrivo di due ispettori al Briarcliff. Si tratta di due detective della omicidi, che spiegano a suor Jude che Arden si sarebbe intrattenuto con una prostituta che poi sarebbe fuggita via dopo aver scoperto delle foto raccapriccianti e soprattutto cimeli nazisti in casa del dottore. Considerato che c'è un assassino a piede libero, i due vogliono chiaro, perché temono che possano esserci collegamenti con il caso di BloodyFace. Suor Jude è sempre più convinta che Arden sia un criminale di guerra, e arriva persino a consultarsi con un anziano cacciatore di nazisti, ma quando si confronta con la madre superiora e poi con il monsignor Howard, si trova davanti ad un muro e non riesce a trovare chiarezza. Monsignor Howard addirittura le rinfaccia di insistere sul presunto passato nazista di Arden solo perché vuole toglierselo di torno, salvo poi mettere in guardia Arden per via telefonica e consigliargli di mettere ordine nel suo laboratorio e sbarazzarsi di materiale compromettente.

Dopo che Anne affronta nuovamente con il dottor Arden, e gli spara ad una gamba, con una pistola sottratta ai due detective, la sulfurea suor Eunice fa sparire Shelley - ormai ridotta ad un essere mostruoso, ma ancora in vita - e la abbandona nel cortile di una scuola elementare. Anne invece viene prelevata da un uomo che dice di essere suo marito e che chiarisce i dubbi sulla sua identità: la donna in realtà si chiama Charlotte e la sua ossessione per Anne Frank è iniziata dopo che entrambi avevano assistito ad uno spettacolo incentrato sulla storia della ragazzina tedesca, e la situazione è degenerata subito dopo la nascita del loro figlioletto. L'uomo prova a riportare Charlotte a casa, ma poi torna al Briarcliff per affidarla incautamente alle cure del dottor Arden, che la sottopone ad una lobotomia. L'intervento fa di lei una donnina docile e servizievole, un robot disponibile ad occuparsi della famiglia senza fare troppe storie, vestita e pettinata in modo impeccabile, e talmente efficiente che getta via anche tutti i ritagli e le foto sui nazisti che aveva raccolto per le sue ricerche... tra cui una che raffigura il giovane dottor Arden insieme a Hitler.

Una storyline coraggiosa e audace, ma anche avvincente questa di Anne-Charlotte, che dopo la rivelazione sull'identità della donna, lascia affiorare ulteriori conferme sul passato di Arden: se è vero che Charlotte può essersi immedesimata in modo profondo e tragico con Anne Frank, le sue ricerche possono averla portata a scoprire verità inconfutabili.

Intanto anche le vicende di Kit, Grace e Lana vanno incontro a degli sviluppi inaspettati, ma attentamente pianificati dal dottor Thredson, che fino ad ora si è sempre dimostrato il più umano di tutti, tra quelli che operano al Briarcliff. Fino ad ora, appunto.
Grace e Kit si confrontano sulle rispettive storie, sugli eventi che hanno portato entrambi al Briarcliff: due storie sulle quali gravano dubbi pesanti, sia per i dettagli sulle vicende stesse che per le circostanze in cui si sono sviluppate. Grace inizialmente sostiene che ad uccidere la sua matrigna e suo padre sia stata la sua sorellastra, in combutta con l'amante, poi cambia versione e ammette di essere stata lei a far fuori il genitore e sua moglie, dopo che per anni aveva sopportato gli abusi da parte di lui. Kit invece insiste nel dire di non aver ucciso la sua Alma, ma sarà convinto presto a cambiare versione dal dottor Thredson. In ogni caso, tra Kit e la spaurita Grace dagli occhioni grandi, si sviluppa un'alchimia tale che li porta a consumare un breve amplesso e a scontarne le conseguenze in cella di isolamento, in attesa di essere sottoposti ad un intervento di sterilizzazione chirurgica commissionato da Suor Jude, che dentro le mura del Briarcliff si attiene al suo ruolo, ma fuori si concede qualche nottata di svago e dissolutezza con uomini sconosciuti.

Thredson, dicevamo, fa una proposta a Kit - e gli risparmia anche l'intervento, ma lo mette di fronte ad una scelta ardua: se lo dichiara sano di mente, sarà condannato alla sedia elettrica, mentre se confesserà di aver ucciso Alma e le altre donne, resterà per sempre al Briarcliff, ma almeno avrà salva la vita. Senza troppi giri di parole, ma con un modo di fare estremamente persuasivo, gli impone di fornire la sua versione dei fatti, ammettendo che ha commesso quegli omicidi a causa delle pressioni sociali che continuava a subire, e si è inventato la storia degli alieni per non affrontare la realtà. La "confessione" di Kit viene registrata su nastro, e così il ragazzo si ritrova incastrato e viene arrestato. Prima che venga portato via dagli agenti però, riesce a raccogliere una confidenza da parte di Grace, che gli rivela che sua moglie è viva, le è apparsa in una visione abbagliante mentre era in isolamento, insieme a delle creature aliene.

Prima di lasciare l'istituto, Thredson porta a termine il suo compito anche con Lana. Prima le impone una mortificante terapia riparativa volta a risolvere la sua omosessualità, poi si dimostra comprensivo e le promette che la farà uscire presto, e che una volta fuori, insieme a lei, farà chiudere il Briarcliff. Una volta a casa del dottore però, questi svela la sua vera identità. Il bellissimo appartamento in cui vive è finemente arredato con suppellettili ricavate da ossa e pelle umana. E quando Lana cerca di sfuggirgli, si ritrova in uno scantinato lurido, insieme al cadavere della sua compagna, che per l'occasione è stato tirato fuori da un congelatore, con Thredson pronto a indossare il suo vero volto, la maschera di BloodyFace, che adesso è ancora più spaventosa, dopo che l'assassino vi ha cucito su i denti della sfortunata Wendy.

Ora che l'identità di BloodyFace è chiara, resta da scoprire come mai il suo culto si sia spinto fino ai giorni nostri - come è stato mostrato nelle scorse puntate - e naturalmente c'è ancora molto da sapere sulle storie del dottor Arden (e del suo legame col monsignore!) e di Kit e Alma. E mentre la seconda stagione entra definitivamente nel vivo, ci si chiede già cosa avranno in serbo gli autori per la terza stagione, che è stata confermata nelle ultime ore, che vedrà nel cast ancora una volta la splendida Jessica Lange.