Indiana Jones: l'avventura continua, al cinema e oltre

L'archeologo più dinamico e affascinante della storia del cinema, parto di due delle menti più vivaci del mondo dell'entertainment, George Lucas e Steven Spielberg, arrivò per la prima volta nelle sale cinematografiche nel 1981 con I predatori dell'arca perduta, e la sua parabola non è ancora finita.

La fortunata saga creata dalle vulcaniche menti di George Lucas e Steven Spielberg prende vita nel 1981 con il film I predatori dell'arca perduta, che vede protagonista l'affascinante Harrison Ford nei panni dell'avventuriero e professore di archeologia Henry Walton Jones Jr., Ph.D., meglio noto con il soprannome di Indiana. L'ispirazione per quello che è uno dei più iconici eroi cinematografici di tutti i tempi pervenne a Lucas e a Spielberg dai protagonisti delle serie TV e delle riviste pulp che li avevano appassionati da ragazzini, ma anche Allan Quatermain, protagonista de Le miniere di Re Salomone di H. Rider Haggard, è un ottimo prototipo di Indiana Jones. Un altro modello letterario di Indy è il Professor Challenger, l'eroe de Il mondo perduto, romanzo del 1912 di Sir Arthur Conan Doyle: Challenger è uno zoologo e antropologo e non un archeologo, ma pur sempre un accademico/ avventuriero esattamente come il dottor Jones. Il soprannome Indiana, invece, come rivelato d'altronde in Indiana Jones e l'ultima crociata, è ereditato da un cane, e precisamente da un alaskan malamute posseduto da Lucas negli anni '70. La proposta di Lucas era di chiamare l'eroe de I predatori dell'arca perduta Indiana Smith, ma a Spielberg quel nome non piacque; allora Lucas suggerì un altro cognome quasi altrettanto anonimo, Jones, e l'avventura ebbe inizio.

Sorprendentemente non fu Lucas, che aveva diretto Harrison Ford in due film, American Graffiti e Guerre stellari, a suggerire il suo nome per il ruolo di Indiana, ma Spielberg; Lucas non voleva fare di Ford il suo feticcio e rifiutò. Dopo intensive sessioni di casting che risultarono nell'ingaggio di Tom Selleck, e la rinuncia di quest'ultimo dopo il rifiuto della CBS di liberarlo dai vincoli della serie TV Magnum P.I., Spielberg tornò a proporre Ford, e Lucas pensò bene di capitolare.
I predatori dell'arca perduta usci nel giugno del 1981 e divenne presto il maggiore successo al botteghino dell'anno; fu anche nominato a quattro premi Oscar (incluso Miglior film), vincendone quattro, per le scenografie, il montaggio, il sonoro e gli effetti speciali. Il grande successo di pubblico e critica indusse i realizzatori a mettere in cantiere il sequel (che
cronologicamente è un prequel) Indiana Jones e il tempio maledetto: qualche anno prima di dover salvare l'Arca dell'Alleanza dalle grinfie dei nazisti, ecco il nostro eroe in India, sulle tracce di una gemma mistica e alle prese con le pratiche agghiaccianti di un oscuro culto religioso.
Il tempio maledetto, uscito nel 1984, generò qualche controversia per la violenza di alcune sequenze e per il suo trattamento dell'Induismo, e non incontrò il favore unanime della critica come il suo predecessore, ma fu comunque un notevole successo di pubblico. Nei panni del love interest di Indiana, a Karen Allen succede la futura signora Spielberg Kate Capshaw, che ha la meglio su oltre 200 attrici che aspiravano alla parte, tra le quali c'era anche Sharon Stone.

Considerata la reazione alle atmosfere più dark de Il tempio maledetto rispetto a I predatori dell'arca perduta, quando Spielberg, convinto dalla sceneggiatura di Jeffrey Boam dopo aver esaminato per cinque anni insieme al produttore esecutivo Lucas decine di bozze di script, si mise al lavoro sul secondo sequel, Indiana Jones e l'ultima crociata, era deciso a realizzare un film più leggero e divertente. Ne L'ultima crociata, uscito nel 1989 e ambientato prevalementemente nel 1938, i nazisti tornano ad essere i cattivi della situazione, e il focus narrativo è incentrato sul rapporto di Indy con il suo elusivo genitore, Henry Sr., un eminente studioso finito nelle mani degli uomini di Hitler a causa delle sue ricerche sul Santo Graal. Il casting di Sir Sean Connery in questo ruolo si rivela la scelta vincente del progetto, che soddisfa la critica ed è un successo di box office con oltre 470 milioni di dollari incassati in tutto il mondo.

Concepita come trilogia da George Lucas sin dalla fine degli anni '70 (l'accordo con la Paramount, però, conteneva un'opzione per cinque film), la saga pareva conclusa, e mentre il personaggio continuava a spopolare nel merchandising e come eroe delle avventure videoludiche (tra cui il popolarissimo Indiana Jones e il destino di Atlantide del 1992) ,Lucas si dedicò a produrre una serie televisiva, Le avventure del giovane Indiana Jones, generata dal segmento iniziale de L'ultima crociata che vedeva un giovanissimo River Phoenix nei panni dell'Indiana tredicenne, nel 1912. Nella serie, che è costituita da 22 corposi episodi trasmessi tra il 1992 e il 1993 e vincitrice di un Emmy, Indy viene interpretato da Sean Patrick Flanery, ma anche, in diverse linee temporali, da George Hall e Corey Carrier. In un solo episodio compare Harrison Ford, ma questo cameo è sufficiente perché a Lucas torni la voglia di riportare Indiana Jones al cinema.

Ci vollero però molti anni perché il progetto di un Indy 4 entrasse effettivamente in lavorazione. L'idea di Lucas era quella di una storia ambientata negli anni '50, con riferimenti ai b-movies di quel periodo e gli alieni coinvolti nel plot. Spielberg, dal canto suo, si riproponeva di occuparsi solo della produzione di eventuali nuovi capitoli del franchise. Per di più l'idea degli alieni non entusiasmava né il regista di Incontri ravvicinati del terzo tipo né Harrison Ford.
Verso la metà degli anni '90, Lucas aveva pronto uno script con tutti gli elementi giusti, ma, con l'uscita di Independence Day nel frattempo, Spielberg gli disse che non aveva nessuna intenzione di dirigere un film su un'invasione aliena, e Lucas decise di dedicare tutte le sue energie ai prequel di Star Wars.

All'inizio degli anni Zero, però, un po' spinto dal figlio, un po' dal desiderio di "riprendersi" dai temi drammatici delle opere a cui aveva lavorato più di recente, Spielberg tornò a interessarsi a Indy, tanto più che Lucas riuscì a convincerlo che i suoi sarebbero stati alieni "intradimensionali" (sulla base della teoria delle stringhe) e non extraterrestri.
Tra i vari sceneggiatori, M. Night Shyamalan fu ingaggiato per una riscrittura del progetto, ma presto rinunciò affermando che scrivere un sequel di un film amato come I predatori dell'arca perduta era troppo difficile per lui, che mettere d'accordo Lucas, Spielberg e Ford era impossibile e che i tre non gli concedevano sufficiente attenzione. Anche Tom Stoppard, Stephen Gaghan e Frank Darabont furono vanamente chiamati in causa. Quella che doveva essere l'idea definitiva si dovette a Jeff Nathanson, che incontrò Spielberg e Lucas nell'agosto del 2004 con un'idea che vedeva i russi come villain al posto dei nazisti, con i quali Spielberg, dopo aver diretto Schindler's List, non si sentiva più di scherzare; nel 2005 il suo lavoro passò a David Koepp, il quale voleva intitolare il film Indiana Jones and the Son of Indiana Jones, ma Lucas insisté con The Kingdom of the Crystal Skull. Nel frattempo, per depistare le "indagini" e mantenere la segretezza, cinque falsi titoli furono registrati presso la Motion Picture Association of America: The City of Gods, The Destroyer of Worlds, The Fourth Corner of the Earth, The Lost City of Gold and The Quest for the Covenant.

Le riprese iniziarono finalmente nel giugno del 2007, e il film fu girato, al contrario dei suoi predecessori, interamente nel continente americano perché Spielberg non voleva più allontanarsi troppo dalla sua famiglia. Meno di un anno dopo, il 22 maggio del 2008, Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo approdava in gran pompa al Festival di Cannes, come fuori concorso di lusso: l'entusiasmo era alle stelle, tra la nostalgia dei fan della trilogia anni '80 e la curiosità dei più giovani. E il film, nonostante qualche eccesso di familiarità, qualche forzatura di troppo, e l'età avanzata del suo eroe, che per preparasi al ruolo aveva passato mesi da incubo tra dieta, ginnastica e esercizi con la frusta, non deluse. Il regno del teschio di cristallo incassò 317 milioni di dollari solo negli Stati Uniti, e 786 in tutto il mondo, classificandosi come secondo film più visto del 2008 alle spalle del fenomeno Il cavaliere oscuro.

I fan della prima ora, certo, non furono tutti soddisfatti, ma Lucas, dopo la ricezione della nuova trilogia di Star Wars, a questo aveva fatto l'abitudine. E così, c'è ancora un futuro per Indiana Jones: il quinto film della serie vedrà ancora protagonista Harrison Ford, ma dovrebbe lasciare più spazio al suo giovane co-protagonista de Il regno del teschio di cristallo, Shia LaBeouf. "Ci siamo divertiti talmente tanto a realizzare il quarto", ha dichiarato Ford, "che dobbiamo sbrigarci a fare il prossimo. Non stiamo certo ringiovanendo..." E allora a presto, Indy!