Manuela Arcuri diventa Pupetta e fa discutere

Per la prima volta Manuela Arcuri presta il volto ad un personaggio vivente: questo "debutto" artistico parte da Pupetta - Il coraggio e la passione, fiction in 4 puntate in onda nella prima serata di Canale 5 dal 6 giugno.

Interpreta ma non giudica: Manuela Arcuri si cimenta con un personaggio vivente e controverso come Assunta Maresca per Pupetta. Il coraggio e la passione, fiction in 4 puntate in arrivo nella prima serata di Canale 5 dal 6 giugno. Prodotta da RTI e Ares Film, la storia è diretta da Luciano Odorisio su soggetto di Teodosio Losito.
Dopo una pellicola del 1958 (La sfida), un film tv (Il caso Pupetta Maresca, integralmente in onda solo nel 1994, a 12 anni dalla produzione) e un progetto RAI bloccato sullo stesso tema, questa volta è la stessa protagonista a dare il benestare alla versione della storia. Lo racconta assieme alla protagonista e all'esordiente Massimiliano Morra (scelto tra 150 candidati), che interpreta Michele De Nicola, il personaggio ispirato a suo marito. Antonino Antonucci Ferrara, direttore della fiction Mediaset, e il produttore Alberto Tarallo spiegano come sia possibile rendere giustizia ad una figura che ancora la reclama a gran voce, colorandola con le tonalità rosa della finzione ma senza tralasciarne i dettagli "scomodi".

Quali sono le caratteristiche principali di questa fiction? Antonino Antonucci Ferrara: Il sottotitolo della fiction parla di 'coraggio e passione', due parole forti per far capire questo melodramma popolare che però non vuole essere una biografia. Abbiamo preso aspetti della vita intensa e drammatica di Pupetta per ricostruirne la storia. Ad incarnare un personaggio così forte non si poteva che pensare a Manuela Arcuri, che ha messo tanto talento e impegno ottenendo un risultato straordinario.
Alberto Tarallo: Non abbiamo insistito sugli aspetti "criminali" ma ci siamo concentrati sulla storia di questa donna forte che da sola sfida una famiglia patriarcale e la camorra.
Luciano Odorisio: Ricordo questa storia da quando ero un ragazzino e ne parlavano i grandi. Mettere in scena uno spaccato popolare del genere dà grande emozione.

La scelta di cambiare il cognome di Pupetta nella fiction è stata argomento di discussione? Alberto Tarallo: Da un lato volevamo che il personaggio conservasse lo spirito e la forza della Pupetta originale, ma dall'altro abbiamo voluto dividere realtà e fiction, visto che il racconto è liberamente ispirato a quello di Assunta Maresca.

Com'è stato calarsi in questa donna? Manuela Arcuri: Questa è una storia dura e interpretarla ha costituito per me un banco di prova importante, difficile e diverso. Pupetta aveva un carattere ribelle fin da giovane in un contesto come quello degli Anni '50 in cui le donne erano succubi e dovevano stare in casa.

Non si corre il rischio di raccontarla come se fosse un'eroina? Antonino Antonucci Ferrara: Niente affatto. Nessuno vuole esaltare la situazione, ma questo resta pur sempre un romanzo.

Come è stato dar vita a Michele, invece? Massimiliano Morra: Sono stato me stesso perché il personaggio ricorda la mia personalità. È un buono travestito da cattivo. Nutre un grande amore per la famiglia, come la sorella e Pupetta, che circonda con un senso di protezione e lo portano a diventare quello che è. La sua passione la condivido anch'io ed è quella che ho usato per interpretarlo.

Quanto è stato complicato imparare il napoletano? Manuela Arcuri: Questa è stata la difficoltà maggiore, anche se ho lavorato con un coach sul set e mia mamma viene da Avellino.

Com'è stato l'incontro con la vera Pupetta? Manuela Arcuri: Ci siamo incontrate sul set ed è stato emozionante perché mi ha raccontato tuta la sua vita.
Luciano Odorisio: Va ricordato, però, che l'attore cerca di interpretare i sentimenti e non fa il calco del personaggio reale, che non è giusto né bello pensare di ottenere.

Cosa ne pensa della fiction la donna che ha vissuto realmente i fatti raccontati nelle puntate?
Pupetta Maresca: Sono soddisfatta dell'interpretazione di Manuela Arcuri, che mi ha rappresentata magnificamente anche se mi è dispiaciuto il cambio di cognome. Ho pianto quando ho letto la scena in cui mi tolgono mio figlio a tre anni perché ero in carcere a scontare i 14 anni per l'omicidio che ho commesso. Eppure non mi sentirò viva finchè non racconterò tutto in un libro, compresa la privazione di tutto che ho subito in galera, dalla mancanza del sole ad una carezza. Voglio che la gente sappia che sono stata una vittima.

Il cuore della storia è la femminilità di Pupetta. Cosa ne pensi di questi modelli di donne forti? Manuela Arcuri: La donna è coraggiosa per natura, perché dona la vita e supera ogni giorno una nuova prova.

Anche tu sei determinata come la protagonista? Manuela Arcuri: Sì, ricordo ancora ad inizio carriera le ore passate in treno, poi pullman e poi metro da Latina a Roma per i provini. Non avevo curriculum, ero piccola e ingenua. Per fortuna dopo il liceo ho fatto tre anni di accademia e mi ha aiutato molto la gavetta quotidiana sul set di Carabinieri.

Torneresti a Sanremo? Manuela Arcuri: Certo, perché no? Oggi sono una Manuela diversa, cresciuta rispetto alla ragazzina che è salita sul palco dell'Ariston quasi dieci anni fa. Ovvio, non chiedo di presentare da sola perché non il mio mestiere, ma sarebbe una bellissima vetrina.

Quale altro sogno professionale coltivi? Manuela Arcuri: Mi piacerebbe sperimentare più ruoli possibili, suore incluse, ma in particolare vorrei cimentarmi nel musical.

Quali sono i tuoi prossimi progetti? Manuela Arcuri: Ho appena finito i 9 mesi di riprese della stagione 2 de Il peccato e la vergogna con Gabriel Garko e a settembre mi dedicherò ad una nuova fiction. Il ritorno al cinema, invece, deve aspettare fino alla primavera 2014.