Gli show del 2011, Fiorello asso pigliatutto

L'anno che sta per chiudersi ha visto il trionfo personale di Fiorello, dei canali del digitale free e delle pay tv; con la crisi dei reality, a tenere botta sono i programmi di informazione e i gustosi show dedicati agli chef.

Se dovessimo scegliere un volto per racchiudere la stagione televisiva che sta per chiudersi non potremmo non nominare Fiorello, il campione degli ascolti, il prototipo del bravissimo presentatore, il personaggio che ha saputo conquistare gli italiani con il suo istrionismo. In ogni caso la nostra scelta non avrebbe nulla di sensazionale, visto che l'exploit su Rai Uno del mattatore catanese è stato il punto più alto di un anno che, con le solite eccezioni delle partite degli azzurri e di fiction inossidabili come Don Matteo, ha visto la crisi della televisione generalista, quella in cui i contenuti più vari si amalgamano in maniera armonica in modo da accontentare il numero più alto di persone. Una formula che sembra ormai in caduta libera, almeno secondo quanto testimoniano i dati relativi alla stagione di garanzia autunno 2011; ben 5 punti di share in meno rispetto alle tv digitali free e pay. Le grandi emittenti dunque hanno sofferto tanto l'aggressività e la freschezza delle concorrenti, in grado di accapparrarsi larghe fette di pubblico con programmi nuovi e format diversi. Quelli che da un po' di tempo latitano dalle parti di Mamma Rai o nel regno del Biscione. Non è un segreto che Canale 5 abbia mostrato più di una volta il fianco nel prime time, chiudendo sotto il 17% di share a fronte del 18,5% dello scorso anno nello stesso periodo. In calo, ma meglio dei diretti concorrenti, la Rai con il 19,1%. Ad esultare sono le reti digitali minori (26,6% di share), la pay e La7. I numeri quindi mostrano una verità incontrovertibile, la televisione sta diventando sempre di più le 'televisioni' e gli spettatori non hanno alcuna remora ad 'abbandonare' i canali canonici per premiare quelli che invece puntano su un palinsesto più sfaccettato e ricco. In una parola, nuovo.

Ecco che il 2011 vede la conferma della crescita di una tv come Real Time, emittente del gruppo Discovery nata nel 2005 sulla piattaforma satellitare Sky e passata con grande successo sul digitale terrestre free nel settembre del 2010. L'anno che si sta per chiudere è stato ricco di traguardi conquistati per il canale, vero baluardo del cosiddetto Factual Entertainment, ovvero quel genere di intrattenimento che prende spunto dalla vita di tutti i giorni, per dare al pubblico 'dritte' relative alla cucina, al bricolage, al modo di vestirsi e via discorrendo. Nel mese di novembre Real Time ha raccolto l'1,05% di share diventando il primo canale del digitale e l'ottavo canale della rete nazionale. Numeri che non possono certamente passare sotto silenzio e che si spiegano, come scritto in precedenza, con la varietà degli show proposti e con la genuina simpatia (o antipatia, rigorosamente a fin di bene, nel caso del famigerato chef Gordon Ramsay) dei conduttori; un elenco lunghissimo che comprende i cultori dello stile Enzo Miccio e Carla Gozzi (imperdibile la parodia di Ubaldo Pantani e Virginia Raffaele a Quelli che il calcio), l'agente immobiliare più charmant d'Italia, Paola Marella, Barbara Gulienetti, ovvero la risposta femminile a MacGiver, gli espertoni di Cortesie per gli ospiti, Chiara Tonelli, Roberto Ruspoli e, soprattutto, Alessandro Borghese, quest'ultimo capostipite della nouvelle vague dei cuochi televisivi.
Se c'è una cosa che il 2011 ha dimostrato è che non ci sono mai troppi programmi dedicati alla cucina. Ogni canale ha il suo appuntamento quotidiano in cui il gourmand di turno celebra la bellezza dello stare ai fornelli, trasformando l'avanzo della sera prima in un piccolo capolavoro gastronomico. La prova del cuoco è ormai uno show più che consolidato, tanto da meritarsi una serata speciale il 6 gennaio con tanto di abbinamento alla Lotteria Italia. Alla bionda Antonella Clerici risponde la bruna Benedetta Parodi, traslocata su La7 con il cult I menù di Benedetta, una striscia giornaliera a cui è stato abbinato anche un libro, neanche a dirlo, vendutissimo. Anche Alfonso Signorini si è cimentato in questo tipo di programma in La notte degli Chef, show estivo di Canale 5 in cui metteva alla prova nove aspiranti cuochi e una manciata di vip. Insomma, bastano una pentola piena d'acqua bollente, una padella con un succulento intingolo e, ovviamente, il genio di un artista dei fornelli per ipnotizzare gli spettatori, come dimostra il fenomeno Masterchef Italia; un programma che è riuscito a sfondare grazie ad una serie di ingredienti giusti: un trittico di giudici severi e dall'indubbio fascino, Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich, concorrenti agguerriti e soprattutto una struttura forte ed appassionante che ha permesso ai cuochi in gara di mostrare i loro mille talenti e le rispettive storie personali. Se oggi Spyros Theodoridis, il vincitore della prima edizione, è un nome conosciuto da tutti, così come gli altri concorrenti, con cui la platea televisiva ha familiriazzato di settimana in settimana, lo si deve al fortissimo impatto che il programma ha avuto sul pubblico.
Per un talent culinario come Masterchef innovativo e di successo, altri show del genere stanno iniziando a mostrare segni di cedimento. Nel vasto panorama di questo 'sottogruppo' dei reality solo X Factor continua ad appassionare il pubblico con le sfide dei settimanali dei giovani talenti in gara. Tutto questo nonostante lo spostamento su Sky, passaggio che ha solo giovato al programma, 'asciugandone' la struttura ed esaltando la competizione. Con un poker di giudici, la rediviva Simona Ventura, Morgan, Elio e Arisa, che si stanno dando battaglia senza esclusione di colpi. Deludente invece la proposta di Rai Due con il controverso Star Academy. Quella che avrebbe dovuto essere la risposta a X Factor è diventato invece uno degli show più tristi della recente storia della rete, chiuso solo dopo tre puntate. E avrebbero dovuto essere dodici. Caduta libera anche per il padre di tutti i reality, quel Grande Fratello che sta perdendo ascolti di lunedì in lunedì. Tra le delusioni del 2011 bisogna inserire anche un programma come Baila, 'clone' di Ballando con le stelle, che invece è una delle corazzate Rai. Lo show condotto su Canale 5 da Barbara D'Urso ha chiuso i battenti lo scorso 17 ottobre dopo appena quattro puntate. Tra i silurati anche il programma giornalistico di Rete 4, La versione di Banfi, e un piccolo cult come Mi manda RaiTre, ormai in crisi di identità dopo 21 anni di lavoro al servizio del cittadino. Non chiudono, ma soffrono sempre molto, programmi come Domenica Cinque e Quelli che il calcio, che non riescono a svettare nella gara degli ascolti.

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Problemi che, come scritto in apertura, non avrà mai il vero protagonista di questa stagione, almeno in termini di ascolti, ovvero Fiorello. Il popolare presentatore siciliano ha conquistato legittimamente il titolo di uomo d'oro della Rai come si evince dallo straordinario successo di Il più grande spettacolo dopo il Weekend, un one man show la cui semplicità strutturale è stata esaltata dalle sue indubbie doti di intrattenitore. A seguire il debutto della trasmissione sulla Prima Rete lo scorso 14 novembre sono stati oltre 9 milioni di spettatori, con uno share del 39.18%. E il successo è progredito ogni lunedì, raggiungendo il boom con l'esibizione diRoberto Benigni nella puntata finale; 16 milioni e sessantamila spettatori durante la 'declamazione' dell'Inno del corpo sciolto, roba da mondiali di calcio quando gioca la Nazionale.

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Curiosamente il grande comico toscano, con la toccante esegesi dell'Inno di Mameli, è stato l'ospite d'onore di un altro show di successo del 2011, quel Festival di Sanremo che sotto la 'gestione' di Gianni Morandi è tornato a livelli molto alti, diventando uno dei più seguiti della recente storia della kermesse canora più amata d'Italia. Al grido di 'Stiamo uniti', vero tormentone di febbraio, il Gianni Nazionale ha raggranellato spettatori serata dopo serata, collezionato gaffe impagabili ('Come si dice Taxi Driver in inglese?', ha chiesto alla sua 'traduttrice' Elisabetta Canalis, davanti ad un attonito Robert De Niro) e conquistato il diritto ad un'altra conduzione. Ci voleva un pezzo da novanta, invece, per migliorare uno show amatissimo dal pubblico come Zelig e lo staff del programma di Canale 5 lo hanno trovato con Paola Cortellesi, azzeccatissimo innesto al fianco di Claudio Bisio, così brava e poliedrica da far dimenticare le polemiche relative al suo lauto compenso.

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Tra i volti più sorridenti del 2011 ci sono quelli di Fabio Fazio, Milena Gabanelli e Giovanni Floris, sempre più legati a Rai Tre, canale che ripagano con gli ottimi ascolti di Che tempo che fa, Report e Ballarò; un talk show, quest'ultimo, che può contare sempre sulla verve di un altro personaggio in netta ascesa nel 2011, Maurizio Crozza, simbolo della comicità caustica, impagabile sbertucciatore di politici e vincitore nell'auditel con Italialand e Piazza Pulita. Si consuma a giugno il divorzio tra Michele Santoro e la Rai. Con Annozero in soffitta il conduttore inizia a sperimentare un nuovo modo di proporre programmi di approfondimento giornalistico. Nasce così Servizio Pubblico che, dopo l'ottimo exploit di Raiperunanotte e Tutti in piedi, sfrutta la cosiddetta multipiattaforma, appoggiandosi ad alcune tv locali e allo streaming su internet. Dopo l'iniziale boom di ascolti lo share è calato assestandosi sull'8% a puntata. Al fianco di Santoro in Tutti in piedi, anche Serena Dandini lascia l'emittente di Viale Mazzini per approdare l'anno prossimo su La7 con The Show must go off - Lo spettacolo è finito, un talk destinato a raccogliere con tutte le differenze del caso l'eredità di Parla con me, chiuso a settembre tra mille recriminazioni. Il 2011 sta per chiudersi porta con sé tutti quegli avvenimenti storici che la televisione ha contribuito a raccontare. Eventi 'leggeri' come le nozze di William e Kate e tragedie epocali come il disastro di Fukushima e le grandi rivoluzioni in Tunisia, Egitto e Libia, unite alle proteste globali del movimento degli Indignati. Per non parlare della morte di Bin Laden e Gheddafi, momenti che si fisseranno nella nostra memoria anche grazie alle immagini televisive, sempre incisive nonostante la crescita strabiliante dei social network e di internet, mezzi di comunicazione che forse stanno superando la tv in quanto a tempestività di informazione. Ma non è questa la sede per dissertazioni relative all'evoluzione dei mass-media. Qui si parla 'solo' di ciò che è andato in onda nel 2011. Il più grande spettacolo dopo il 2010.

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