Fumettology: le icone del fumetto italiano in TV

Una piacevole chiacchierata con Clarissa Montilla, Alessio Guerrini e Dario Marani, rispettivamente autori e regista del programma in onda su Rai5 dal 20 dicembre.

Dal 20 dicembre, in seconda serata, i magnifici dieci del fumetto italiano danno appuntamento agli spettatori di Rai5 per raccontarsi in dieci puntate di Fumettology attraverso le voci dei loro autori o di chi li ha conosciuti e collaborato con loro, ma anche attraverso le testimonianze di celebri fan, addetti ai lavori, disegnatori e sceneggiatori delle loro storie. Scritto e ideato da Clarissa Montilla e Alessio Guerrini, con la regia di Dario Marani, Fumettology si propone di esplorare i mondi di dieci icone dei comics nostrani - Tex, Diabolik, Valentina, Zagor, Lupo Alberto, Nathan Never, Martin Mystere, Max Fridman, Dylan Dog e John Doe - con l'augurio di proseguire questo viaggio e dare spazio ad altre figure importanti e altre storie con le successive edizioni del programma. Alla vigilia del debutto di Fumettology abbiamo fatto una piacevole e interessante chiacchierata con gli autori, che ci hanno anticipato qualcosa di quello che vedremo.

Come avete selezionato i fumetti di cui parlare nelle varie puntate del programma? Ci sono state delle esclusioni importanti, in questo senso? Alessio: La nostra intenzione, sin dall'inizio, è stata quella di portare in TV le due anime del fumetto italiano. Da un lato il fumetto d'autore e dall'altra il fumetto popolare. Siamo quindi partiti da questa premessa per poter "formare" una rosa di "prescelti" che consentisse anche di costruire un discorso omogeneo e crescente di puntata in puntata. Per questo, anche, abbiamo selezionato, nell'ambito del fumetto popolare, ben cinque personaggi editi dalla stessa casa editrice: la Sergio Bonelli Editore; perchè, in qualche modo, non si può parlare di Dylan Dog o di Zagor senza prima aver parlato di Tex. E parlare di Dylan Dog, per alcune ragioni che non spiegheremo qui, traghettava in Fumettology quello che possiamo definire un suo "fratello minore", cioè John Doe, nato in tutt'altra casa editrice. I personaggi dei fumetti, le loro caratteristiche e le loro storie, sono il più delle volte indivisibili dalle personalità e dalle opportunità di coloro che li hanno creati, così come dalle realtà che hanno reso possibile la loro nascita e la loro evoluzione, ecco il perchè di alcune scelte.

Clarissa: Certamente ci sono state delle "esclusioni" importanti. Io però preferirei definirli più che altro come degli "appuntamenti rimandati". Noi speriamo che, a questa serie di Fumettology, ne possano seguire una seconda e magari una terza. Il fumetto italiano è talmente prolifico, sia quello "d'autore" sia quello popolare, che è stato difficile affrontare una prima serie del programma e scegliere di rimandare l'appuntamento con tante realtà: parlo della Disney, di Hugo Pratt, dell'Alan Ford di Max Bunker, di Andrea Pazienza, di Jacovitti, di Milo Manara, di Dago, solo per citarne alcuni... ma le puntate prefissate per Fumettology erano dieci e da qualche parte bisognava pur cominciare!

Alessio e Clarissa, come vi siete divisi i compiti nella fase di realizzazione di Fumettology? Alessio: E' difficile fare un "conto" di questo tipo. Clarissa ed io siamo un po' come Age e Scarpelli o come Fruttero e Lucentini. Ognuno di noi è in grado di fare il proprio lavoro anche senza l'altro, ma insieme siamo entrambi più "fluidi". Per Fumettology è difficile dire quale sia stato l'apporto dell'uno scisso da quello dell'altro. Diciamo che ognuno di noi ha cercato di seguire più da vicino determinate puntate, quindi, più o meno, ci siamo spartiti il lavoro "per puntate", se così si può dire. Ma sia l'uno sia l'altro ha poi seguito in realtà l'intero progetto e tutte e dieci le puntate!

Clarissa: Sì, le cose stanno esattamente come le ha spiegate Alessio. C'è da dire, altrettanto, che è stato fondamentale l'apporto del nostro regista, Dario Marani, che ha un'ampia cultura sulla "letteratura disegnata". È dalla sua iniziativa che siamo partiti per "progettare" Fumettology.

L'aspetto più interessante del programma, a mio avviso, è che non si rivolge prevalentemente ad un pubblico di nicchia. Ma anche ai fan "occasionali" di determinati fumetti, che si tratti di Dylan Dog o Martin Mystere... Avete chiesto aiuto ad esperti nei singoli fumetti, per sviluppare le puntate a loro dedicate? Clarissa: Abbiamo avuto un solo consulente per la stesura e la realizzazione di tutte le puntate: Alessio Danesi, attuale direttore editoriale della RW-Lion. Con lui abbiamo scritto Fumettology ed il suo apporto è stato essenziale al programma. Oltre a ciò, poi, è importante rilevare questo: per lo più in Fumettology parlano direttamente coloro che i fumetti li fanno. I personaggi vengono raccontati, in ogni loro aspetto, da coloro che materialmente li creano. Come mi insegnò una mia professoressa del liceo, la voce degli autori stessi (intesi come disegnatori, editori, sceneggiatori) è la più autorevole ed è inconfutabile. Quali esperti, meglio di loro, potevano aiutarci?

Avete incontrato difficoltà nel contattare i diversi personaggi che avete intervistato? Sono stati tutti disponibili a raccontarsi davanti alle telecamere? Dario: A questo proposito, ci piace dire che Fumettology è il primo programma tv interamente dedicato al fumetto realizzato con la piena partecipazione e collaborazione delle case editrici e degli autori stessi. Qualche caso di "defezione", dettata da motivi personali, come nel caso di Tiziano Sclavi, c'è stata. Ma, tolti i casi privati, sono stati tutti estremamente disponibili, soprattutto perchè hanno capito con quali intenzioni volevamo trattare l'argomento. Il fumetto italiano, soprattutto quello popolare, è stato spesso tenuto poco in considerazione dai mezzi di comunicazione e dal mondo della cultura. Un grande errore, secondo noi: il fumetto può infatti vantare cifre di vendita che moltissimi autori di varia non hanno mai sognato di raggiungere. Ha avuto ed ha una diffusione capillare in tutti gli strati sociali del nostro Paese ed è il portatore di valori che hanno formato generazioni e generazioni di italiani. Abbiamo ritenuto che fosse il momento di rendere merito al fumetto ed ai suoi autori di tutto ciò, e ognuno di loro ha risposto al nostro "appello" con entusiasmo.

Alessio: Siamo molto grati a tutti coloro che hanno partecipato. Senza di loro non sarebbe stato possibile realizzare Fumettology, non solo perchè ci hanno concesso le interviste, ma anche perchè hanno supportato ogni nostra richiesta fornendoci centinaia e centinaia di tavole, tra materiali editi e inediti, fotografie e racconti a volte anche molto privati e personali, come hanno fatto ad esempio i familiari di Guido Crepax che hanno riempito con la loro presenza l'assenza del creatore di Valentina.

Il vostro lavoro di ricerca ha portato alla luce aspetti inediti dei fumetti trattati che non conoscevate? Clarissa: Fumettology ha portato alla luce, per ognuno di noi, tantissimi aspetti che non conoscevamo o che non immaginavamo neanche! Abbiamo realizzato quasi cento interviste, per questo programma, e dietro ogni intervista c'è una persona e la sua passione. E' stata davvero dura, al montaggio, rinunciare a dei racconti sacrificandoli per tenerne altri. Io ho iniziato a leggere fumetti da bambina, grazie a mia nonna, ma non mi sono mai troppo interrogata su cosa ci fosse dietro quell'albo o quella storia che leggevo. Tramite Fumettology, invece, attraverso le parole di chi abbiamo intervistato, ho ricordato e in parte scoperto perchè leggevo - e sono tornata a leggere - Dylan Dog, perchè i miei cugini leggevano Zagor o Max Fridman, perchè altri amici o parenti leggevano Diabolik o Valentina. Le letture che facciamo ci parlano di noi e ci dicono di più di chi ci è intorno, questo è l'aspetto "inedito" più importante che Fumettology ha portato alla luce, per me. E poi c'è Valentina, che solo attraverso le parole di Fulvia Serra e Antonio Crepax e Caterina Crepax sono riuscita a capire veramente. Un personaggio che, spero, le donne della mia generazione possano riscoprire, non solo come modello per un taglio di capelli ma come modello per uno stile di vita libero dai lacci imposti della società e dai preconcetti tutti.

Alessio: Sì, Valentina, come Diabolik, è una grande icona italiana. Non a caso, quindi, Clarissa ha scoperto qualcosa di Valentina e io ho scoperto qualcosa proprio su Diabolik. Fumettology ci ha portato oltre la facciata di ogni personaggio, in particolare ci ha portato oltre la facciata delle icone. Diabolik, oggi, mi è molto più simpatico perchè, come molti di noi, a fine giornata non vede l'ora di tornare a casa e sedersi a tavola con la sua Eva.

I fumetti italiani, al contrario di quelli americani, hanno avuto poche possibilità (e non tutte convincenti) di essere adattati per il grande e piccolo schermo. Eppure le basi non mancano. Quali vi piacerebbe vedere in tv e al cinema e con quali interpreti? Dario: Limitiamoci ai personaggi di cui ci siamo occupati in Fumettology. Se fosse ancora vivo Sergio Leone, risponderei che vorrei vedere il suo Tex. Se il regista fosse Quentin Tarantino, risponderei Zagor. Se il regista fosse Takashi Miike, mi piacerebbe vederlo alle prese con John Doe. Se il regista fosse Wes Anderson, vorrei vedere che combina con Lupo Alberto. Per essere più realistici, invece, diciamo che aspetto di vedere il lavoro che è stato fatto ultimamente per la tv su Diabolik ...sono molto curioso.
Alessio: Mi piacerebbe vedere al cinema Martin Mystere interpretato da Shia LaBeouf.
Clarissa: Si potrebbe avere un Dylan Dog ben fatto? Magari diretto da Nicolas Winding Refn con Ryan Gosling, non fa niente che sia biondo!

Contate di collaborare nuovamente insieme per altri progetti televisivi? Alessio: Be', ci contiamo sì! Noi tre non siamo solo dei professionisti a sé stanti, siamo soprattutto la FISH-EYE, che è la nostra Casa di Produzione, ed è stata proprio la FISH-EYE a produrre Fumettology! Possiamo dire che speriamo di poterci ancora occupare di fumetto, magari con una seconda e terza serie del programma!