Fabrizia Sacchi, una 'fuori classe' innamorata del teatro

Una chiacchierata con l'attrice di 'Medicina Generale', che è attualmente nei teatri italiani con 'Le signorine di Wilko' e prossimamente affiancherà la Littizzetto nel serial 'Fuori classe': l'amore per il teatro e il ruolo di Cordelia, figlia di Re Lear, una curiosa apparizione 'postuma' in un film di Mario Bava e un sassolino dalla scarpa sulla programmazione di 'Medicina Generale'...

Di ruoli al cinema ne ha interpretati davvero tanti, come in teatro e in televisione: per Fabrizia Sacchi - con la quale abbiamo fatto una piacevole chiacchierata - quella del 2010 sarà una "primavera teatrale" con il ruolo di Zosia ne Le signorine di Wilko, ma dopo la conclusione di Medicina generale, ha in cantiere un altro progetto televisivo, accanto a Luciana Littizzetto. Con lei, che è attualmente nei cinema con La prima cosa bella , abbiamo parlato soprattutto del suo amore per il teatro, delle sue esperienze cinematografiche e dei prossimi lavori.

Televisione, tanto cinema e teatro: quale tra queste tre dimensioni recitative ti ha dato più soddisfazioni personali, e a quale invece senti più affine?
"La risposta è una sola: il teatro"

A fine gennaio hai debuttato a Modena con Le signorine di Wilko, che porterai in giro per l'Italia, con qualche puntatina in Europa. Ci spieghi qualcosa del personaggio da te interpretato in questa piece diretta da Alvis Hermanis?
"Sono Zosia, la penultima delle sorelle, l'unica che ha il coraggio di affrontare il protagonista con amore ma anche con durezza, è una bolscevica nell'anima, fuoco allo stato puro"

Fabrizia, sei nata a Napoli che è una città che ha una grande tradizione teatrale. Questo ha influito in qualche modo nella tua formazione, oppure no?

"Certo, sono cresciuta con i film di Totò e con il teatro di Eduardo De Filippo, che purtroppo ho potuto vedere solo in tv. A casa mia era una commedia o una tragedia quasi tutti i giorni, come in molte famiglie napoletane, quindi il teatro lo sento profondamente, come un modo di essere, come la mia natura."

Nei giorni scorsi si è chiusa la seconda stagione di Medicina generale. Sfortunatamente la serie ha avuto una programmazione non particolarmente facile, dovuta ad ascolti giudicati non soddisfacenti. A giochi fatti, ritieni che la serie doveva essere impostata diversamente oppure il problema è altrove?
"Gli ascolti di Medicina generale sono stati miracolosi se si pensa al boicottaggio perpetrato ai suoi danni: non si può frammentare una serie che dà ottimi ascolti e nel giro di tre anni trasmettere sei puntate alla volta. I nostri affezionati, che sono tanti, ci hanno seguito fino alla fine, nonostante tutto. E' stata una serie coraggiosa e forte che ha resistito alle peggiori intemperie e ne è uscita vincente, non è stata una serie sfortunata... Tutte le mattine, dopo aver accompagnato mia figlia a scuola c'è sempre qualcuno che mi ferma perché ha amato Medicina, e questa è una vittoria sul campo."

A breve farai parte del cast di una nuova serie televisiva, Fuori classe: vuoi anticiparci qualcosa su questo nuovo progetto e sul tuo personaggio?
"Sono Nadia Mittolò, la professoressa di lettere più brava del liceo, quella più "carina", ma anche quella più sfortunata in amore... e anche la migliore amica di Isa Passamaglia, la protagonista, interpretata da Luciana Littizzetto. E' una serie solare, c'è molta commedia nel senso che tutte le tematiche che vengono affrontate sono reali ma vengono trattate e interpretate con leggerezza."

Da profano, immagino che prepararsi ad un ruolo - sia teatrale, televisivo che cinematografico - aggiunga qualcosa al bagaglio culturale, emotivo e psicologico di un attore. C'è qualche ruolo tra i tanti da te interpretati che ti ha cambiata, nel bene o nel male?
"In assoluto il ruolo di Cordelia, la figlia più piccola di Re Lear, una ragazzina di una dignità straordinaria, che quando viene messa di fronte alla scelta tra adulare il padre e ottenere parte del regno e dire la verità, preferisce la seconda; soprattutto in una corte dove tutti straparlano, il suo "niente" diventa così pieno di significato da fare impazzire il Re, che è abituato ai ruffiani di corte. Questo ruolo mi ha dato un insegnamento profondo, e mai come quando lo ho interpretato ho sentito la corrispondenza profonda tra me e un personaggio"

A leggere il tuo curriculum, salta all'occhio un tuo debutto "non ufficiale" nel mondo del cinema nel 1974, con il cult Cani Arrabbiati. Ricordi qualcosa di quell'esperienza e di come ti sei trovata a recitare per Mario Bava?
"Magari!!! In realtà è tutto meno "cult". Sul set del film di Ligabue (Da zero a dieci n.d.r.) avevo conosciuto Roy Bava, figlio di Lamberto e nipote di Mario, che mi aveva chiesto di girare un paio di scene - siamo nel 2001 - che andavano rifatte per chiudere il film per l'home video americano. Dovevo interpretare la mamma della bimba rapita in un paio di scene... è stato interessante vedere come hanno inserito bene le scene all'interno del film di quasi trent'anni prima, e poi io sono una fan di Mario Bava, per me Shock è uno dei film più belli che abbia mai visto, con una Daria Nicolodi straordinaria. E' stato un onore e una gioia poter avere un film suo nel mio curriculum.

Negli ultimi vent'anni hai avuto modo di lavorare con autori come Peter Del Monte, Marco Risi, Paolo Virzì, Giuseppe Bertolucci e più di una volta con Luca Guadagnino. C'è qualche film che cancelleresti volentieri dal tuo lungo curriculum, e qualcuno che invece avresti aggiunto volentieri, ma non ne hai avuto la possibilità?

"Solo uno per motivi logistici: L'amore probabilmente di Giuseppe Bertolucci lo toglierei volentieri dal mio curriculum solo perchè non l'ho fatto io ma Sonia Bergamasco, che tra l'altro è un'amica, ma continuano a indicarmi come la protagonista del film... A parte questo, avrei assolutamente aggiunto un Bellocchio e non avrei tolto niente, anche perché spesso è quando ci si trova a fare i film più imbarazzanti e impossibili che nasce l'orgoglio di difendere la propria dignità come attrice consapevole... però sono stata abbastanza fortunata, non mi è successo (quasi) mai...