Quentin Tarantino, John Ridley attacca: "Usa la parola "negro" senza motivo"

Il regista Quentin Tarantino è stato accusato da John Ridley di usare il termine 'nigger' troppe volte, e senza motivo, nei suoi film.

John Ridley ha accusato Quentin Tarantino di usare troppe volte la parola negro nei suoi film, anche in contesti e situazioni che non richiederebbero il termine.
Il regista di 12 anni Schiavo si è scagliato contro il collega durante un'intervista rilasciata a PA News Agency dopo che i suoi commenti avevano contribuito alla temporanea rimozione di Via col Vento dal catalogo di HBO Max.

A non essere particolarmente gradito è l'uso del termine dispregiativo che Quentin Tarantino inserisce spesso nei suoi lungometraggi: "In qualche modo si crogiola in quella parola e non è usata in un contesto particolare. Viene usata solo per farlo". John Ridley ha proseguito: "Lo trovo doloroso e mi fa infuriare, ma al tempo stesso non sosterrei 'okay, non puoi mai usare quella parola'".

La critica rivolta dal filmmaker a Tarantino non è nuova ed è legata al fatto che la parola viene usata persino un centinaio di volte in alcune delle sue opere, arrivando a un totale di 214 se si tengono in considerazione tutti i lungometraggi che ha realizzato fino a questo momento.
Ad attaccare il regista era stato anche Spike Lee dopo la visione di Jackie Brown: "Ho decisamente un problema nell'uso eccessivo che ne fa Quentin Tarantino. Penso che ci sia qualcosa di sbagliato in lui... Si tratta semplicemente della parola che inizia per n, sempre quella, più e più volte. Non sono contro il termine e lo utilizzo anche io, ma Quentin ne sembra infatuato. Cosa vuole? Essere proclamato un uomo nero onorario?". Lee aveva ribadito che capisce la passione per un certo genere di cinema e come questa possa aver influenzato Tarantino, sottolineando tuttavia che l'esperienza delle persone afroamericane è ben diversa da quella mostrata sullo schermo. Spike aveva inoltre criticato Django Unchained: "La schiavitù non era uno spaghetti western di Sergio Leone, è stato un olocausto. Lo trovo irrispettoso nei confronti dei miei antenati".

Jamie Foxx aveva però difeso il filmmaker sostenendo che il termine era giustificato dal contesto in cui si svolgono le storie che porta sul grande schermo e lo stesso aveva spiegato Samuel L. Jackson.